Capitolo 9

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«guardami negli occhi e dimmi che non mi vuoi più,che i nostri cinque anni passati insieme per te non contano più niente» annuii,senza riuscire a guardarlo negli occhi. «dimmelo cazzo» «voglio dimenticarti» alzai leggermente lo sguardo e battei le palpebre. Lui annuì e abbassò la testa. Lottai con tutte le forze per mettere fine a queste lacrime idiote,ma non ci riuscii,era più forte di me. «ti accompagno in inf...» mi offrii di accompagnarlo ma subito negò. «no. Se non vuoi avere più niente a che fare con me allora ciao. Divertiti» lo vidi girarsi e andarsene,e quella scena mi fece più male dell'acetone su un taglio. Girai i tacchi e corsi fuori,avevo ancora lo zaino in spalla,erano solo le nove meno un quarto,e già non ne potevo più. Uscii da quelle quattro mura correndo e girando l'angolo e arrivai a casa mia in lacrime,quasi senza respiro per la corsa e per i singhiozzi. Presi le chiavi della mia nuova macchina e uscii nel cortile sul retro,dove era parcheggiata la macchina e ci entrai mettendo in moto e andai molto velocemente,fin troppo per quelle strade. Presi una via mai vista prima,dove vidi un bar e ci parcheggiai davanti. Quando entrai nn c'era nessuno a parte un ragazzo... Ma si è... Si... Richard Brian. Mi riconobbe e mi fece segno di sedermi nel suo tavolo. «piacere di rivederti,Blaire» «Richard Brian» tremavo,tremavo dal freddo e dai singhiozzi. Era maggio,si,ma ad Orlando Maggio è come può essere a Settembre. «che è successo? Di nuovo in lacrime? Che c'è il fidanzatino ti ha lasciata?» sembrava così gentile,sembrava carino con me. Lo guardai perplessa,cercando di esaminarlo. Mi asciugai le lacrime e annuii. «tradita» si irrigidì e mise le braccia dietro la testa. Fece un breve cenno del capo è una donna di mezza età raggiunse il nostro tavolo. «una coca con ghiaccio e limone. Tu cosa vuoi?» feci un cenno con la mano a mo di no,ma Richard Brian si girò verso la donna e disse: «una tazza di tè al limone con una bustina di zucchero a parte». Subito dopo si girò verso di me e mi guardò. «cos'è successo?» scossi la testa come dire che non era successo niente ma inarcò un sopracciglio: «non dirmi niente perché non ci credo. Non posso credere che una ragazza venga in un bar squallido in una via che nessuno conosce a sedersi nel tavolo di un perfetto sconosciuto che potrebbe anche essere un serial killer» sorrisi per la prima volta negli ultimi due giorni e presi un sospiro prima di iniziare. Mi tremava ancora il labbro inferiore e Richard Brian doveva essersene accorto perché si tolse l'enorme felpa grigia e me la porse. La presi ringraziando e me la misi. «mi ha tradita con la puttanella della scuola. Si chiama Emily lei e Caleb lui,hanno entrambi diciannove anni. Io e lui stiamo o meglio stavamo insieme da cinque anni,mi ha pregato di rimettermi con lui e...» «e hai ceduto» chiese inarcando un sopracciglio. Scossi la testa con forza facendo segno che non avevo finito. «mio fratello maggiore Jordan si è arrabbiato,molto arrabbiato ed è finito tutto in una rissa,oggi» sospirammo entrambi. «uhm... Capisco. Non ti conviene bambolina venire in questo quartiere tutta sola sai?» «tu ci sei venuto» dissi girando il te che la signora mi aveva appena portato. «io vivo qui» «vivi con i tuoi genitori?» scosse la testa e si irrigidì un pochino. Magari non dovevo fare questa domanda? Magari i suoi genitori sono morti! O mio dio come sono stupida. «vivo da solo» annuii. «hai diciannove anni?» chiesi. Si mise a ridere e scosse piano la testa. «no tesoro,io ne ho ventuno di anni» sibilai una specie di "ah" e continuai a guardare il mio tè,senza sapere né cosa fare né cosa dire. «quindi vai già all'università?» scosse nuovamente la testa. «no,faccio quinta superiore». Alzai la testa di scatto. Ciò voleva dire che aveva ripetuto le superiori due anni. Feci per parlare ma lui mi bloccò. «ho ripetuto le superiori più volte perché ho avuto dei problemi familiari» oh... Forse gli sono morti davvero i genitori. «ah...» nn seppi più cosa dire così iniziai a giocare con il braccialetto di... Caleb. «perché non mi parli di te?» «non c'è molto da sapere su di me» «beh,avrai una vita al di fuori di lui» abbassai nuovamente la testa per guardarmi le mani e giocherellare con una ciocca dei miei lunghi capelli rosso scuro. «beh,ho due genitori che adoro,un fratello maggiore di nome Jordan e due migliori amiche fantastiche. Il prossimo anno andrò al college e non vedo l'ora» mi guardò con aria di aspettativa e annuì. Mi alzai e andai verso il bancone per pagare ma Richard Brian mi fermò. «già fatto dolcezza» annuii e ringraziai. «tu hai voluto che io ti parlassi della mia vita ma di te non so praticamente nulla» dissi dopo un minuto di silenzio teso e imbarazzato. «ho ventun anni e vivo da solo. Ho due fratelli maggiori e lavoro come scaffalista. Anche su di me non c'è nulla da sapere» annuii. «pratichi sport?» chiesi. Annuì. «si calcio». Sorrisi e annuii per la millesima volta volta da quando sono con lui. «vuoi un passaggio a casa?» scossi leggermente la testa. «no grazie sono con la macchina» «nn sembra che tu abbia diciannove anni,sembri più una bambinetta del terzo anno» «ah grazie mille» «non c'è di che,bambinetta» sorrisi e gli porsi la mano. «ehm,ora vado. Grazie per il tè,spero di rivederti Richard Brian» «solo Ricky» «okay,Ricky».

Remember me||C.D.#Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora