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È ora. Devo salire su questo palco e dare tutto me stesso.
Ok sono agitato. Forse "agitato" è un diminutivo. Me la sto facendo addosso.
Sento qualcuno chiamarmi, faccio un respiro profondo, cerco di tranquillizzarmi per quanto mi sia possibile e passo quella porta.
Ora ci siamo soltanto io e la mia chitarra.
Mi dico "coraggio Lele non puoi mollare proprio adesso".
La canzone che ho scelto è "I won't let you go".
Comincio a cantare e mi sento meglio, mi sento molto più sicuro.
Dopo una manciata di secondi si gira Noemi, a cui seguono i Facchinetti e poi quasi alla fine si gira anche J Ax.
Non potrei essere più felice di così.
Tutti i "coach" mi fanno i complimenti e mi chiedono di cantare una mia canzone e scelgo "Love me Now". Rimangono stupiti soprattutto dal fatto che io scriva anche in inglese.
Ora devo decidere con chi andare.
Le parole di Francesco mi hanno colpito molto "sai Lele, realizzare il proprio sogno è bello ma realizzare quello degli altri è ancora più bello e se tu mi lascerai realizzare il tuo mi fai regalo più bello della mia vita"
Ma nonostante tutto decido di andare con lo Zio, era il mio desiderio.
Era da anni che non salivo su un palco.
Quando ero piccolo partecipavo a tutti i concorsi canori, ma poi con il passare del tempo mi sono chiuso nella mia cameretta e l'unico pubblico a cui presentavo le mie canzoni erano la mia famiglia e alcuni miei amici.
Se oggi sono venuto qui a The Voice è anche e soprattutto merito di mio fratello. Mi ha sempre detto "Lele tu sei bravo, veramente bravo. E non lo dico perché sei mio fratello. Questa cameretta è troppo piccola per il tuo talento. Devi uscire da qua e far sentire a tutti la tua musica. Dentro di te hai un mondo bellissimo che merita di essere conosciuto. Fallò ppe me Lelè."
Io ogni volta che lo sento parlare rimango stupito, ha 11 anni ma è molto maturo.
Io vorrei essere un buon esempio per lui, ma per quanto mi sforzi di non fare errori non ci riesco, ne faccio uno dopo l'altro. Però gli ho sempre detto che ci sarò, io ci sarò sempre per lui e lo proteggerò perché è veramente un essere speciale. Ho anche scritto una canzone per lui, che parla proprio di questo, ma non è ancora finita e non l'ho ancora fatta sentire a nessuno ma non vedo l'ora di fargliela ascoltare.
Rientro a Napoli accompagnato dai miei genitori, che ho voluto fossero lì con me alle Blind perché per me loro sono fondamentali.
Apro la porta di casa, accendo la luce e tutto d'un tratto saltano fuori tutti i miei amici. Si erano messi d'accordo con i miei genitori per organizzarmi una festa a sorpresa. Ci sono tutti i miei compagni di classe e poi vabbè ci sono Alberto, Sara con il suo fidanzato e Giulia.
Hanno pensato proprio a tutto: palloncini, trombette, birra, vodka, patatine, salatini, pizza, panini.
Mamma e papà ci hanno lasciati da soli, mi hanno detto che vanno da nonna, dove c'è anche Mattia, e che si fermeranno lì a dormire così mi lasciano a festeggiare fino a tardi con i miei amici.
Prima di cominciare a mangiare saluto tutti uno ad uno e li ringrazio di essere qui e di aver organizzato tutto questo per me.
Poi prendo un piatto, ci metto dentro tutto ciò che c'è di commestibile sul tavolo, prendo una birra e mi vado a sedere sul divano vicino ad Alberto che è intento a guardare Sara e Stefano con un'aria mista a tristezza e rabbia.
-Fratello senti io non so cosa sia successo fra di voi, ma non mi piace affatto vedervi così distanti. Siamo sempre stati inseparabili noi 3. Io so quanto ti piace Sara, sono due anni che le vai dietro quindi non si tratta di una semplice cotta, sei innamorato perso. E io credo che anche lei si sia innamorata di te,lo vedo da come ti guarda, è lo stesso modo in cui guardava Stefano all'inizio, fidati la conosco benissimo. Ma ha paura, paura di lasciare Stefano e di ferirlo. Parlane ancora con lei, dalle del tempo, cerca di capirla e vedi che sarà tua-
-Graziè meek, me capìsc pure senzà ca' io te dicà nientè. Le parlerò al più presto-
Nonostante io non so cosa sia l'amore sono alquanto bravo a dare consigli al riguardo.
Mi alzo dal divano per andare da Giulia, dovevo ancora ringraziarla per bene.
In salotto non c'è e comincio un po' a preoccuparmi, probabilmente sarà in bagno. Busso e non sento nessuna risposta allora decido di entrare.
La vedo inginocchiata davanti al gabinetto che vomita. Probabilmente ha bevuto troppo, anche se non mi sembra ubriaca, ma ora non voglio chiederle spiegazioni.
Così senza dire niente mi avvicino a lei, mi inginocchio anche io e le prendo i capelli in mondo che non le vadano in faccia.
Quando ha finito decido di prenderla in braccio e di portarla in camera mia, era stremata aveva vomitato l'anima. Le tolgo di dosso i vestiti e le faccio indossare una mia maglia. La metto nel letto e in pochi minuti si addormenta.
Io raggiungo gli altri in salotto e continuiamo a festeggiare finché piano piano non ci addormentiamo tutti.

Passo dopo passoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt