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Mi sveglio, guardo l'orologio e vedo che sono le 5:00. Sono passate più o meno due ore da quando mi sono addormentato ma non ho più sonno. Così decido di alzarmi, facendo attenzione a dove mettere i piedi.
Il salotto si è trasformato in un accampamento: sacco a peli, materassini gonfiabili, coperte e cuscini per terra, ci manca solo la tenda.
Ho voglia di un bicchiere di latte quindi vado in cucina.
Sto per aprire la porta quando sento un rumore. Credo sia un ladro, allora torno in salotto e prendo il vaso che c'è sopra il tavolo, ritorno in cucina, accendo la luce e velocemente, con un calcio, apro la porta.
Vedo Giulia seduta su uno sgabello intenta a bere un bicchiere d'acqua.
Poso immediatamente il vaso e mi avvicino a lei.
-Perché avevi un vaso in mano, pensavi forse che ci fosse un ladro?-
-si, ma per fortuna sei tu. Stai meglio?-
-abbastanza, grazie per esserti preso cura di me-
-figurati. Ma posso sapere come mai hai vomitato così tanto?-
-ho mischiato troppe cose insieme e io non reggo molto l'alcol-
A me non convince molto. Mi sono preso così tante sbronze che so riconoscere benissimo quando uno sta male perché ha bevuto troppo.
Però evito di farle altre domande al riguardo e decido di cambiare argomento.
-senti Giulia, la prossima settimana iniziano le Battle a The Voice e mi farebbe piacere se veniste anche tu e Alberto a vedermi-
-non vedevo l'ora che me lo chiedessi!!-
Prendo il suo viso fra le mani e la bacio dolcemente.
A volte vorrei provare qualcosa per lei perché è una bella persona e si merita di avere accanto un uomo che la ami, non uno come me.
Continuiamo a chiacchierare finché guardiamo l'orologio. Sono le 8:00 e fra un'ora ritornano i miei. Devo mettere a posto la casa, sembra un porcile.
Dico a Giulia che ci possiamo vedere domani sera, dopo che finisco di preparare il pezzo che devo portare la prossima settimana. Lo Zio mi ha assegnato "Uptown Funk" e sono contentissimo. È una canzone troppo figa, posso provare a montarci sopra una piccola coreografia. Non sono un ballerino ma diciamo che me la cavo piuttosto bene.
Poi sveglio tutti gli altri, li saluto uno ad uno, li ringrazio ancora una volta e mi metto a pulire.
Passo il resto della giornata con i miei genitori e con Mattia. Abbiamo deciso di andare al mare tutti insieme per rilassarci un po'.
Io amo il mare. In tutte le stagioni, con la pioggia o il sole, a mezzogiorno o al tramonto. Amo il suo odore, il rumore delle onde che si infrangono contro gli scogli e la sensazione della sabbia sotto i piedi. Il mare è musica, è poesia. Dovremo avere tutti una vita vista mare.
Sto giocando a pallone con il mio fratellino quando ad un certo si avvicina a noi un ragazzo. Ha gli occhiali e un cappellino nero in testa che mi impedisce di mettere bene a fuoco la sua faccia. Poi si avvicina a me, dice -Lelè, ma quantò me si mancàt!!- e mi si butta completamente addosso.
Lo riconosco subito e lo abbraccio fortissimo, gli dico -ah pazz nun saje ca' voglia ca' avevò e' rivedèrt- e si unisce all'abbraccio anche Mattia.
È Gabriele. Il mio cugino acquisito. Lo chiamo così perché abbiamo lo stesso cognome ma non siamo parenti. È il mio secondo migliore amico e non lo vedevo da 3 anni. Era andato in Francia a studiare danza. È un ballerino fantastico e avrà sicuramente un successo incredibile, gliel'ho sempre detto.
Da quando si è trasferito là non ci siamo più visti perché le poche volte che è venuto giù a Napoli ero sempre via. Ma nonostante la distanza ci siamo sempre tenuti in contatto, almeno 3 volte alla settimana ci chiamavamo su Skype e ci raccontavamo tutto quello che ci era successo.
-Ma come mai sei qua? Quando sei arrivato? Sei tornato per le vacanze?-
-No Lele, ho finito tutto, ieri ho ritirato l'attestato e sono tornato oggi a casa finalmente. Volevo farti una sorpresa però prima volevo rivedere il mio mare-
-non puoi capire quanto sono contento che tu sia tornato. Ma ora che fai con la danza?-
-Ora torno nella mia vecchia Accademia e appena compio 18 anni, lo sai, provo ad entrare ad Amici-
-ti prenderanno sicuro Gabriè, sei troppo bravo-
Gabriele è più piccolo di me di quasi un anno.
Abita a Torre Annunziata, un altro paesino vicino a Napoli. Anche lui lo conosco da quando sono nato. Salvatore, suo papà, e mio padre quando erano piccoli erano vicini di casa e migliori amici e hanno continuato a frequentarsi anche una volta diventati adulti.
Ormai la mia famiglia e quella di Gabriele sono una cosa unica.
Infatti appena i miei genitori lo vedono lo riempiono di baci e invitano lui e la sua famiglia a cena da noi.
Gabriele ha 3 fratelli: Antonio, che ha 13 anni e i due gemellini Emanuele e Giorgia, di 5 anni.
Vado d'accordissimo con loro, soprattuto con i piccolini, sono dolcissimi.
Mamma ha chiamato Tiziana, la madre di Gabriele, e alla fine si sono messe d'accordo che andiamo alla "Luna Rossa" anche perché è tardi e non c'è tempo di cucinare.
Passiamo una serata fantastica insieme, fra risate, pianti di commozione, barzellette, racconti d'infanzia. Mi era mancato molto tutto questo. Al momento ho tutto, non posso essere più felice di così.

Passo dopo passoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt