CAPITOLO SECONDO: Una giornata intensa.
"Astrea, svegliati." una vocina sottile arrivò alle orecchie di Astrea e poi si sentì scuotere dolcemente. Sbatté più volte le palpebre prima di mettere a fuoco la figura di Max, la sua pelle azzurro vivo e il suo sorrisino sincero. Si mise seduta e sbadigliò.
"Ciao, Max."
"Papà ha preparato la colazione anche per te. Ci sono tante cose buonissime!"
Il piccolo afferrò la sua mano e la strattonò verso la cucina, mentre si stiracchiava.
"Aspetta, quale dei due papà?" chiese la ragazza visibilmente confusa e ancora intontita.
"Sta parlando di Alec, é lui che ci prepara la colazione." disse Rafe alle loro spalle per poi sorpassarli e raggiungere il papà. Sul tavolo c'erano caffè, latte, biscotti e un paio di torte.
"Dobbiamo chiarire una cosa, piccoletti: quando parlate dei vostri genitori chiamateli anche per nome altrimenti mi fate uscire di testa."
"Buongiorno anche a te, Astrea!" la salutò Alec ridendo per la stramba richiesta della ragazza.
"Sì, certo." borbottò lei inzuppando un biscotto a forma di gattino nel caffè. Rafe, seduto all'altro capo del tavolo, la fissava accigliato. Astrea sbuffò infastidita e incrociò le braccia al petto.
"Okay, qual é il tuo problema shadowhunters dalla piccola statura?"
"Stai mangiando i miei biscotti a forma di gattino. Sono solo i miei. Tu puoi mangiare quelli quadrati." rispose il bambino, gli occhi ridotti a fessure, le sopracciglia corrugate.
"Ah sì? Sappi che non mi piacciono i biscotti quadrati, perciò mangerò i tuoi gattini uno ad uno."
"Sei cattiva!" strillò Rafe scendendo dalla sedia per scappare in camera. Alec lanciò un'occhiata di rimprovero alla ragazza e andò da suo figlio.
"Che succede qui?"
Magnus apparve alla spalle di Astrea e Max avvolto da scintille blu. I due sobbalzarono e poi il piccolo corse ad abbracciarlo.
"Entrare come una persona normale é tanto brutto?"
"Oh cara, io non sono normale." rispose lo Stregone con aria di superiorità.
"Cosa sono tutte queste buste?"
Alec tornò da loro tenendo in braccio Rafe che aveva le lacrime agli occhi e tirava su col naso, Astrea gli fece la linguaccia e lui si strinse di più al suo papà.
"Astrea!" la richiamò il Cacciatore con tono autoritario mentre tentava di calmare il bambino carezzandogli la schiena.
"Allora, cosa sono queste buste?" la ragazza finse di non aver sentito e si rivolse al Nascosto.
"Sono alcune cose che ho comprato per te: uno spazzolino, vestiti, scarpe, qualche shampoo per quei capelli così spenti e un paio di scarpe nuove. Pensavo ne avessi bisogno."
Alec ed Astrea si scambiarono uno sguardo timoroso e la ragazza si sporse per spiare nelle buste, poi tirò fuori i vestiti.
"Come sapevi cosa prendere?"
Effettivamente Magnus aveva scelto tutti abiti nei gusti di Astrea, tonalità sul nero e sul grigio, magliette semplici, pantaloni comodi sebbene alla moda e giacche piene di tasche.
"Mi é bastato ricordare il triste armadio di Alexander per scegliere."
"Il mio armadio non é triste, é l'armadio di uno Shadowhunters!" protestò il diretto interessato."Appunto, é triste."
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Troublehunter.
FanfictionAstrea Monteverde ha perso tutto: la sua famiglia, la sua casa, il suo onore e un anno fa é scomparso Thomas, il suo parabatai. Un incontro fortunato permetterà alla giovane Nephilim di scavare nel mistero dietro al quale si cela la verità sul rapim...