CAPITOLO SESTO: Thomas.
Astrea era davvero agitata all'idea di rivedere Thomas dopo un anno. Non sapeva in quali condizioni lo avrebbe ritrovato, se l'avrebbe riconosciuta o se sarebbe sembrato un burattino al servizio di Katia. Aveva portato con sé un pugnale, che teneva nello stivale, e due punte di freccia in argento, che aveva nascosto nello scollo del vestito. Quando superarono il portale, si ritrovarono in uno spiazzale enorme e davanti ai loro occhi si ergeva minaccioso un palazzo.
"La festa é qui." disse Sally, la quale sembrava trasparente con indosso quell'abito nero. I Vampiri andarono per primi mentre Astrea rimase immobile sul marciapiede: aveva paura. Era terrorizzata da ciò che avrebbe trovato. Raphael tornò da lei e le alzò il viso con due dita sotto il mento, la scrutò e capì quanto fosse spaventata nonostante il suo sangue fosse coperto da un incantesimo.
"Andrà tutto bene. Ci sono io con te e non ti lascio da sola."
Astrea annuì distrattamente perché era troppo concentrata ad affogare in quegli occhi scuri, abbassò lo sguardo sulle labbra del ragazzo e sentì un desiderio irrefrenabile di baciarlo. Erano vicini, anche troppo. Sarebbero bastati un paio di centimetri e tutto sarebbe cambiato. Raphael si tirò indietro e si maledisse per quello che stava per fare, perché avrebbe voluto baciarla. Al contrario, le strinse una mano ed insieme presero camminare.
"Hai le mani congelate, lo Stregone sa davvero fare magie!"
Astrea scoppiò a ridere e incastrò le dita a quelle del Vampiro, anche la sua pelle era fredda ma per quella sera lei non lo avrebbe notato.
"Io non piaccio molto a Stan."
"A Stan non piace nessuno. E poi tu gli hai rotto il naso almeno un paio di volte."
"Oh non credevo che fosse così permaloso!"
Questa volta fu Raphael a ridere e le fece l'occhiolino, trascinandola verso il palazzo.
"Che il divertimento abbia inizio."
L'edificio era interamente di pietra grigia, la facciata era illuminata di rosso e blu grazie a dei faretti a lungo raggio, all'ingresso due soggiogati richiedevano gli inviti e lasciavano entrare gli invitati. Non appena la folla si riversò nel salone principale Astrea sentì un forte senso di nausea attanagliarle lo stomaco per via dell'odore di sangue e cadavere. Raphael le lasciò la mano e si riunì ai suoi.
"Ragazzi, non date nell'occhio." disse il Vampiro ai suoi amici.
"Fossi in te terrei a bada la Shadowhunter." rispose Stan con astio. Raphael chiuse gli occhi per calmarsi e quando li riaprì si fece pericolosamente vicino a Stan.
"Sta attento a come parli. Non mi costa nulla cacciarti dal Clan. Ed ora sparisci!"
Sally e Mark si persero nella calca e Stan raggiunse un suo vecchio amico.
"Non devi trattarlo così, capisco bene perché si comporti in quel modo. Mi vede come una minaccia e vuole solo proteggerti." gli disse a bassa voce Astrea tenendo gli occhi fissi nei suoi.
"Nessuno ha il permesso di parlare così di te. Nessuno, Astrea."
La Nephilim rabbrividì a quelle parole. Raphael la stava facendo impazzire, le piaceva come mai nessuno e si sentiva in preda alle emozioni. Si avvicinarono al piano bar e la Nephilim cominciò a sbirciare qua e là nella stanza: penare di essere la sola Shadowhunter in un covo di Nascosti non era proprio allettante. Il ragazzo dietro al bancone, ovviamente un soggiogato, preparava cocktail meccanicamente con gli occhi spenti e privi di espressione. Allungò un bicchiere ad Astrea ma Raphael lo afferrò prima di lei.
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Troublehunter.
FanfictionAstrea Monteverde ha perso tutto: la sua famiglia, la sua casa, il suo onore e un anno fa é scomparso Thomas, il suo parabatai. Un incontro fortunato permetterà alla giovane Nephilim di scavare nel mistero dietro al quale si cela la verità sul rapim...