Capitolo 9

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Maia da quando entrai nella stanza non smise un attimo di fissarmi, quando finalmente mi sedetti accanto a lei iniziò con le domande.
«Ehi ehi, sei sparita per almeno tre ore, devi raccontarmi assolutamente cosa è successo!» chiese con sorriso malizioso.
La guardai e sorrisi dicendole che dopo le avrei raccontato tutto, non sapevo se essere felice o meno, alla fine, se non avessi detto nulla, sarebbe tornata tranquillamente in questa stanza come se nulla fosse successo, quindi preferii non parlarne.
Passarono lente quelle due o tre ore impegnate a girovagare per casa, dato che non riuscii a prendere sonno.
Finalmente si fece mattina, ed ebbi la possibilità di parlare con Amèlie di quanto accaduto, non ricordo bene cosa mi disse, ma rimase sorpresa anche lei dal fatto che ci baciammo.
Poco dopo facemmo colazione, a gruppi ovviamente, poiché c'erano persone che non volevano proprio saperne di alzarsi.
«Dai, io vado a svegliare Rachel e tu vai da Vittoria» mi disse Amelié.
«Va bene, spero non mi mandi a quel paese» dissi ridendo.
Diversi minuti dopo si svegliò, mentre raccattava la sua roba per la stanza mi passò vicino e mi diede un bacio veloce.
Faceva un discreto caldo quella mattina, era il giorno di uscita dei quadri, perciò una volta in piedi ci incamminammo verso scuola.
«Oh, hanno mandato la foto dei quadri sul gruppo di classe!» dissi contenta, pensando di non dover arrivare fino a scuola per sapere se fossi stata ammessa o meno.
«Dammi subito il telefono!» ordinò Amelié levandomelo dalle mani.
«No dai, fammi leggere..» dissi con tono amareggiato.
Si passarono il telefono tra di loro per leggerne l'esito, poi iniziarono a fissarmi ed a fare battutine.
Poco prima di arrivare al cancello di scuola Vittoria prese a camminarmi accanto ed a dire frasi random.
«Si raccoglie ciò che si semina, ricordatelo sempre..>> recitò divertita.
«Non sei simpatica! Se veramente siamo venute qui per leggere ''NON AMMESSA" su quei fogli appesi, giuro che vi lascio a scuola e me ne vado.» l'avvertii ridendo.
Una volta arrivate davanti ai quadri lessi il mio nome vicino alla scritta ''AMMESSA" e quasi un secondo dopo mi sentii sollevare da terra.
Fluttuavo dalla felicità? Finalmente tutte quelle ore passate a fare Yoga erano servite a qualcosa?
No, era Amelié che mi aveva presa in braccio, che simpatica.
La felicità post promozione a dire il vero durò veramente poco, tra me e me pensai che c'era un'altra cosa che volevo per essere felice, quindi, dopo esser uscite tutte da scuola, mi fermai a pensare un attimo su quanto accaduto poche ore prima, mentre Amélie e Rachel andarono avanti, Vittoria iniziò a sfottermi.
«Pensavi di essere bocciata eh!» mi disse ridendo.
«Non sei simpatica nemmeno adesso» le risposi con tono serio, per poi iniziare a ridere.
Finimmo lentamente la parte di strada in salita e tornando al mio sguardo serio lei mi guardò incuriosita.
«Cos'hai?» mi domandò.
«Non so, non mi sento completa, boh» le confessai.
Continuò a guardarmi.
«Penso che dovremmo finire il discorso iniziato ieri» le dissi.
Si avvicinò all'orecchio e sussurrando in modo malizioso mi disse «Quello a labbra vicine o a labbra lontane?»
La guardai e sorrisi scuotendo la testa «Quello a labbra lontane, scema!»
Si mise a ridere anche lei, però notai che tornò seria subito dopo, come se non volesse affrontare quel discorso, magari le era scomodo e stava cercando un modo per evitarlo a tutti i costi.
Le spiegai che non fu una voglia del momento quelladi poche ora prima, che forse c'era altro dietro, qualcosa di non chiaro, peril momento.

Quel dannato 13 Giugno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora