Capitolo 1

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Sembrava un giorno come un altro, quello, ero di ritorno a casa con mio fratello quando sentii arrivare un messaggio, infilai la mano nella tasca del mio skinny jeans e nel leggere il mittente mi fermai. Non conoscevo bene quella persona, anzi, si può dire che non la conoscessi proprio, sapevo chi fosse per via di alcune voci di corridoio ma oltre un saluto al cancello di scuola, fra noi non ci fu nulla.
Ad ogni modo, feci scorrere le dita sullo schermo del telefono ed aprii il messaggio.. posso affermare che tutto ebbe inizio da lì.
Ripensandoci, in quella chat non ci fu neanche un accenno ad una presentazione, ma a quanto pare, non ce ne fu bisogno.
Vittoria era una ragazza che conobbi una mattina tra i corridoi di scuola, una persona tranquilla, spigliata, con modi di fare del tutto singolari, un sguardo trasparente e dalla semplicità quasi disarmante.
Nel messaggio mi scrisse che non sarebbe potuta venire alla festa di compleanno di Amélie, un'amica in comune conosciuta tra i banchi di scuola, mi disse di avere degli impegni molto importanti da rispettare, quindi le risposi di stare tranquilla e di non preoccuparsi. In quel momento non feci caso al fatto che non sarebbe venuta alla festa, dato che continuammo a parlare passando da un argomento all'altro in modo veramente facile e bello per approfondire quella conoscenza fittizia che al momento ci legava.
Passai pomeriggi interi davanti allo schermo del telefono, ci scoprivamo l'un l'altra, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, era così stranamente bello parlare con lei, non un messaggio veniva ignorato, c'era sempre una sorta di botta e risposta, posso affermare che l'unico momento in cui non eravamo in contatto fu quando dormivamo.
Una sera, mentre ero in giro con delle amiche finimmo a parlare dell'imminente festa di compleanno.
«Dai che ad Amelié fa piacere se vieni, alla fine è da tanto che non vi vedete..»  le dissi scherzosamente.
«A te non fa piacere?» mi chiese.
«Chissà..» le risposi ironicamente, non volevo uscire allo scoperto cosi presto, si, ammetto che mi avrebbe fatto piacere se ci fosse stata anche lei, dato che fui io a proporre ad Amelié di invitarla.
«Aridaje..» disse.
«Devo fare quella misteriosa no? Sennò non vale» le risposi scherzosamente tenendo difficilmente quel velo sottile di mistero, anche se ormai, probabilmente, aveva capito che volevo ci stesse.
«No dai non vale!» scrisse.
«Dai ci vediamo giovedì a Piramide..» dissi io.
«Va meglio, ma non troppo ahahah» rispose.
Le uscite che ebbe in quei giorni giuro di non averle mai sentite da nessuno, praticamente si inventava i termini, però era simpatica, lo ammetto.
Pochi giorni dopo, credo sia stata una sera, mi disse che sarebbe riuscita a liberarsi per venire alla festa e, da ciò che provai nel leggere quelle parole, capii che ci avvicinammo dopo quel messaggio.
Ci avvicinammo sì, ma non come amiche, lei nonlo era, almeno per me.

Quel dannato 13 Giugno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora