Capitolo 13

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Aspettammo l'autobus alla fermata subito sotto casa mia, eravamo tutt'e quattro incredule per quanto successo, forse quelle più stranite e felici eravamo proprio io e Amelié, non ce lo saremmo mai aspettate.
«Ragazze ma aspettiamo il 917 o ne prendiamo uno qualsiasi che ci porti alla stazione del treno più vicina?» domandò Amelié.
«Non so, sta arrivando il 377, prendiamolo dai, sennò chissà quando arriva l'altro!» risposi.
Salimmo sul mezzo e, data la scarsa presenza di persone, riuscimmo a trovare dei posti vicini, erano quelli più distanti dal conducente e dalle altre persone, quelli dove di solito siedono i furbi che non fanno il biglietto, ma noi eravamo tutte quattro in regola.
«Ci facciamo una foto?» domandò Rachel.
«Oddio no, guarda che facce che abbiamo..» rispose Amelié.
«Concordo..» dissi.
«Ahh, dai su non rompete le scatole» ribatté Rachel che, pochi istanti dopo aver risposto, salì sulle gambe di Amilé per entrare tutte nello schermo.
«Ehi..» esclamai dando una leggera gomitata a Vittoria che, per quanto mi riguarda, stava fissando senza motivo il sedile davanti.
«Eh?» disse alzando lo sguardo.
«La foto!» indicai lo schermo del telefono tra le mani di Rachel.
«Ahh, e ditelo prima no? Mado guarda che faccia..» borbottò.
Iniziammo tutte e tre a ridere, dato che Vittoria ripeté cose già dette pochi secondi prima da Amelié.
«Che c'è?» domandò ridendo anche lei.
«Niente Vitto, sono le stesse cose che ho detto poco fa» esclamò Amelié.
Scattammo finalmente la foto che, nonostante le occhiaie, venne discretamente bella.
«Mò, sei ancora in tempo per lasciarla stare a questa ritardata eh, vedi bene cosa vuoi fare! Io la conosco da tanti anni, e so come è fatta, se aspetti che cambi, lascia perdere, non lo farà mai!» mi informò ridendo mentre riceveva piccoli schiaffi da Vittoria che ovviamente negava tutto.
Passati una quindicina di minuti arrivammo alla stazione del treno, scendemmo dall'autobus e ci dirigemmo al binario uno.
«Ma quindi prendiamo questo treno tutte insieme, io e Monica scendiamo alla prossima stazione, mentre voi continuate?» domando Vittoria.
«Mazza cosi sveglia sei diventata?» rispose Amelié.
«V a f f a n c u l o» rispose scandendo bene le lettere.
«Oh ma la smettete voi due?» si immischiò Rachel che prese il braccio ad Amelié e la tirò a se.
«Si infatti, smettetela» l'afferrai per i fianchi e iniziai a baciarla sul collo, approfittando dei suoi lunghi capelli imprigionati da un elastico.
«Ehi, lo faccio più spesso se questo è il tuo modo di far smettere le persone di dire cazzate..» mi sussurrò all'orecchio mentre si voltava smettendo così di darmi le spalle.
Ci baciammo per alcuni secondi poi fummo interrotte da Amelié che, una volta avvistato il treno, ci invitò ad allontanarci dalla linea gialla.
«Non vorrete morire proprio oggi..» ridacchiò.
«No..» risposi continuando a guardare negli occhi Vittoria che, a sua volta, non distolse lo sguardo dai miei.
Il treno arrivò e, stranamente, non dovemmo fare le corse per salire alla porta più vicina, si fermò precisa precisa davanti ai nostri piedi.
Presi la sua mano e, dopo averle sorriso, salii.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2017 ⏰

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