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Mi sveglio nel bel mezzo di un incubo. É successo ancora una volta. Sempre lo stesso sogno. Ritornavo a casa. Mentre camminavo vedevo un uomo che si avvicinava a me fissandomi, poi io scappavo e lui mi inseguiva. Si avvicinava sempre di più, fino a quando... No basta, non devo più pensarci.
Improvvisamente ripenso a cosa abbia fatto ieri sera, ma non ricordo nulla. Solo Liam che mi rimproverava. Liam?! Aspetta, ora ricordo! Mi ero ubriacata e poi ho picchiato quella ragazza! É incredibile che effetto abbia su di me l'alcool, ma non voglio che riaccada quindi non berrò più. O almeno non era mia intenzione bere così tanto ma mi sono lasciata un pò prendere...

Due giorni passano in fretta. Oggi Nicole é impegnata e non può uscire con me e le altre mie compagne sono in vacanza, ma io non voglio restare chiusa in casa quindi scrivo un messaggio a Liam per chiedergli se vuole uscire. Dopo due minuti risponde "Va bene, ci vediamo tra mezz'ora al bar all'angolo."
Passa mezz'ora e io sono ancora a casa. Metto un pò di mascara, matita e blush e mi pettino i capelli.
Ora sono pronta. Esco di casa e mi incammino verso il bar.
«Jennifer!» mi saluta quando arrivo. Prendiamo due frappé e andiamo nel posto dei graffiti. Appena arriviamo ci mettiamo un pò a parlare. «Allora, che progetti hai per il tuo compleanno?» Nicole mi ha detto che tra due settimane compie diciott'anni. «Non credo di festeggiarlo...» risponde abbassando lo sguardo. «Ma come! Il tuo diciottesimo compleanno lo passerai come una giornata normale?» «Si, non mi sono mai piaciuti i compleanni...» «Che strano... avrei scommesso il contrario.» lui non aggiunge altro. Mi arriva un messaggio. «É mia madre. Dice che tra una settimana torna qui a Miami per vedere me e i miei fratelli.» lui mi guarda confuso e poi realizzo che non sa niente sulla mia vita. «Ah scusa non ti ho raccontato niente. I miei sono a Londra per lavoro e io abito qui con i miei fratelli, così ci vengono a trovare.» dopo un attimo di silenzio aggiungo: «Tu invece abiti con i tuoi?» «No, con mia zia...» «Davvero? Anche i tuoi lavorano fuori?» chiedo curiosa. «No Jennifer...» dopo un pò dice: «Ci sono un sacco di cose che non sai di me...» abbassa nuovamente lo sguardo. Non pensavo nascondesse dei segreti. «Cos'è che non so?» chiedo preoccupata. «Vedi... quand'ero piccolo... Un giorno ero in macchina con i miei genitori... Mia madre guidava e ad un certo punto... Ci fu l'incidente. Io e mio padre ci salvammo... Mia madre morì.» il cuore mi sobbalza. «Da quel giorno mio padre ha iniziato ad essere aggressivo con me... con tutti. Iniziò a bere e ad ubriacarsi... Ed io non facevo altro che soffrire in silenzio. In silenzio perché non mi sentisse piangere tra i singhiozzi e prendermi a pugni. Anche se lo faceva fin troppe volte. Dal giorno dell'incidente mi cadde il mondo addosso...» si mette a piangere. «Scusa, non volevo...» mi sento così in colpa... Perché ho insistito così tanto? «No tranquilla, non fa niente. Ci sono abituato.» mi accenna un sorriso, ma nei suoi occhi si legge tutto. «Liam davvero, non avrei dovuto insistere...» il silenzio cala tra noi due. Non so cosa dire quindi lo abbraccio. Lui ricambia stringendomi più forte.
Sembrava un ragazzo così solare, ma solo ora capisco perché lo sembrava. Si é costruito una corazza per proteggersi, per non far allontanare le persone. Solo ora capisco che siamo così diversi... Io ho una vita perfetta, mentre lui quasi l'opposto. Non sopporterei mai tutto questo se capitasse a me...
«Jennifer, ora è meglio se vado...» «Sicuro? Se vuoi puoi restare ancora un pó qui.» Replico. So che non è una buona idea, ma... «No scusa, devo proprio andare.» risponde in tono secco. «Okay, allora ciao.»
Dopo esserci salutati rimango ancora
un pó lì a ripensare a quello che è successo, poi decido di tornare a casa.

Volevo dirti che ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora