Capitolo 1

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Hanno sempre detto che non c'è cosa più bella dei ricordi. 

Sbagliavano!

Non c'era niente di bello nel vivere in una città che amavi e che avevi iniziato ad odiare perchè tutto ti ricordava lui, che c'era stato per così poco tempo. Rimaneva lì, nitido, bloccato nella mia testa da più di un anno e sembrava non voler sfumare. Avrei pagato oro per dimenticarmene, per far finta che non fosse mai accaduto, per sapere cosa avessi fatto di sbagliato per far perdere le sue tracce. Per quanto fosse possibile.

E io mi ero illusa. Mi ero imprigionata in una bugia che era durata poco più di tre giorni. Ma era una bellissima bugia da cui non riuscivo a liberarmi.


❝ ❞


«Quindi è di questo che ti occupi?», disse bevendo un sorso di birra dal bicchiere ricoperto di condensa che teneva in mano. «Vai ai concerti e scrivi di quanto siano sexy e sudati i musicisti di questi ultimi anni...»

«Non esattamente», replicai. «Vado ai concerti perchè mi piace la musica e scrivo sulle band perchè adoro scrivere. Faccio semplicemente una cosa che mi rende felice e il fatto che mi paghino per farlo è un bonus»

«E non hai mai pensato di seguirne una in tour?»

«Sarebbe troppo monotono, quasi alienante, non trovi? Non so come riescano molti di loro a fare una vita del genere...»

«Penso per il tuo stesso motivo: vivono di musica e amano i fan. Nulla di più facile»

«Sai molte cose a riguardo...»

«È un invito ad approfondire questa conversazione?»

«Mi stai per caso chiedendo di venire da te?»

«Questo lo stai proponendo tu»

«Se solo tu fossi in una band...», dissi ridendo e scendendo da quello sgabello piuttosto scomodo. A New York, dopo le undici di sera, era difficile trovare un buon pub con qualche posto a disposizione, soprattutto se c'era qualche rockstar in giro per la città, cosa che capitava fin troppo spesso. Ma quella era la mi settimana libera e avrei voluto godermi gli ultimi giorni prima di tornare a intervistare persone troppo piene di se. «Comunque io devo andare. È stato un piacere conoscerti... come hai detto che ti chiami?»

«Matthew»

«Certo, Matthew. Beh, è stato un piacere conoscerti», gli strinsi la mano.

«Non vuoi sapere anche il mio numero?»

«Lasciamo che il destino ci faccia rincontrare»

«Io domani parto»

«Rende la cosa più eccitante», gli dissi maliziosamente.

Gli sorrisi e mi voltai per raggiungere i miei amici, ma mi chiamò e afferrandomi la mano mi fece voltare a pochi centimetri da lui. «Ehi, New York!» Riuscivo a vedere perfettamente le sue labbra che si schiudevano in un ghigno divertito. «Questo sarebbe il momento esatto in cui ti dovrei baciare», stava sussurrando a pochi centimetri dalle mie labbra.

«Questo sarebbe il momento perfetto in cui dovresti farlo», lo incitai prima di sentire il suo sapore.


❝ ❞


«Ally, ci sei ancora?», disse una voce fin troppo famigliare, accompagnata da una mano sventolata davanti ai miei occhi. Stava cercando di riportarmi alla realtà per l'ennesima volta. Sbattei le palpebre un paio di volte prima di riprendere il completo controllo di me stessa. «Ci stavi ripensando, vero?», alzai le spalle e presi un sorso della birra che mi trovavo davanti. Non potevo nasconderlo, mi conosceva così bene.

San Diego || Tom DeLongeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora