#1 "To gaze"

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:guardare fissamente, fissare [talvolta anche senza rendersene conto, e spesso sottintende che chi guarda prova ammirazione e piacere]

1950

Walburga si tirò su i capelli, pesanti ciocche nere, scostandoli dal collo, e Orion le cinse la vita da dietro, facendola sobbalzare. Strofinò il naso dietro al suo orecchio destro e le morse il lobo. Le uscì un risolino dalle labbra, deliziata, e si voltò a guardare il marito.

Erano entrambi molto giovani, vivaci, pieni di passione l'uno per l'altro. Potremmo ritrarli così, far scattare la macchina fotografica e immortalarli nell'atto di guardarsi, pieni di slancio, di vitalità, di gioia, senza lasciare che il tempo li porti via con sé, di nuovo, verso la vita che passeranno, la poca gioia che riusciranno a godere e i molti doveri che dovranno perseguire.

Nella stanza accanto, Druella coccolava la sua prima figlia, Bellatrix, stringendosela al seno. Era piccola - aveva appena qualche mese - ma già dava prova della sua vivacità. Stringeva a sé gli oggetti che le si trovavano accanto con tanta brutalità che spesso finiva per romperli, ma questo non accadeva mai in presenza dei genitori o dei parenti. Solo gli elfi domestici avevano avuto modo di vedere - e provare - la forza e la precoce astuzia della bimba: strillava di gioia ogni volta che centrava la testa del vecchio Kreacher con una bambola o un cucchiaio, e questi doveva ogni volta punirsi "per aver fatto cadere gli oggetti dalle mani della bambina", come gli ricordava volentieri Cygnus.


1981


Sirius sciolse i capelli dal suo codino abituale e li lasciò liberi sulle spalle. Remus lo guardava, dall'altro lato della stanza, pettinarsi le lunghe ciocche scure con le dita e lanciargli una lunga occhiata interrogativa attraverso lo specchio. Sogghignò e si alzò velocemente dalla poltrona in cui era sprofondato, andando ad abbracciare Felpato, da dietro. Poi lo trascinò con sé, ridendo, verso il letto, dove si lasciò cadere. E l'altro rise con lui, il suo strano latrato dritto dalla gola.

Due stanze più in là, James chiuse la porta della camera di Harry, dove lui e Lily lo avevano appena messo a dormire. Harry, il suo bambino, il suo piccolo primo figlio. Nulla rende più felice un padre che vedere suo figlio crescere in una bella famiglia, ed era orgoglioso di affermare che per lui era così. Il pargoletto aveva già sperimentato la sfrenata gioia di Felpato, i buffi scherzi di Codaliscia e il profondo amore di Lunastorta, oltre che a quello suo e di Lily. La quale stava appunto accanto a lui, intenta ad ammonire il gatto per non si sa quale marachella fatta a danno dei giocattoli del bambino.

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