#6 "Gash"

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:taglio lungo e profondo, sfregio.

Era successo tre giorni prima.
Stamberga Strillante, luna piena.
La trasformazione era stata lenta e dolorosa, offuscante, travolgente. Forte.
Remus aveva guardato un ultima volta i suoi amici negli occhi e poi aveva ululato.

Non era mai successo che la trasformazione cominciasse da dentro. O meglio, che Remus sembrasse completamente umano al di fuori.
Poi sì, aveva cominciato a contorcersi, a guaire, ad urlare.
Ma quel primo verso assestò i Malandrini sul posto: Felpato, che si era già trasformato, si trovava proprio davanti a Remus.

Non scodinzolava più come qualche secondo prima, guardava e basta.

E Remus, controllato dal lupo, gli si avventò contro, e lo graffiò sul petto.

-

Sirius continuò a vantarsi di quel taglio per il resto della sua permanenza da Madama Pomfrey, accanto al letto di Remus.
Ai professori dissero che si era infortunato giocando a Quidditch, e lui continuava a sostenere che quello sfregio gli avrebbe fruttato ancora più popolarità.

Remus lo baciò, a sorpresa, la prima sera, appena dopo che si era risvegliato dallo stato di incoscienza al seguito della trasformazione.
Fu un bacio lento e sospirato - per loro fortuna, si disse, erano soli nell'infermeria.
Si intrufolò nel suo letto e gli si strinse contro, ignorando il dolore.

Gli baciò lo zigomo, la mandibola, il collo. Succhiò dolcemente all'altezza del pomo d'Adamo - Sirius rabbrividì e continuò a guardarlo, adorante.

Scese giù continuando a baciarlo, fino ad arrivare alla camicia da notte e sbottonandogliela.
La fasciatura gli stringeva tutta la parte superiore del torace.
Si fermò a guardarlo, seduto sulle sue gambe.
Poi si abbassò e gli leccò la ferita.

-

Non si remarginò mai del tutto, e d'altra parte Sirius non voleva che lo facesse. Mostrava il proprio petto fiero, come se al posto di quella cicatrice rossastra avesse ricevuto una medaglia, un premio inestimabile.

Ne parlava come "la prova che sono di Remus" e questi lo guardava sbuffando e poi ridendo, perché era una cosa estremamente stupida. Estremamente da Sirius.

A differenza dei soliti graffi per cui si lamentava incessantemente, su di questo non fece parola. Lo sfiorava, talvolta, come a rimarcarne il tratto, anche al di sopra della divisa, sorridendo.

Remus lo osservava.
Ciò che lo preoccupava di più erano le possibili ripercussioni sul suo carattere o le sue abitudini: era pur sempre il taglio di un lupo mannaro (anche se non completamente trasformato), che tra l'altro non era nemmeno stato curato decentemente.

Gli unici cambiamenti che notò furono quelli delle sue maniere.
Divenne sfrenato.
Certo, non che prima fosse stato molto diverso, ma adesso era proprio disinibito, in tutto.

Si faceva trovare, la sera, nel letto, nudo e con una bottiglia di burrobirra accanto - Remus gli rimboccava le coperte, arrossendo e borbottando, colpito talvolta dalle battute degli altri Malandrini.

Divenne più disordinato di quanto già non fosse.
Durante le serate di luna piena continuò ad essere la punta del gruppo, diretto in avanscoperta, trotterellante accanto agli altri, ma più mordace e giocoso.

Si lanciava negli eccessi senza ritegno, e ne rideva, guardando l'espressione stupita di Remus.

«Avevo paura» gli confidò questi una sera, mentre erano stretti sotto le coperte «che diventassi come me.»
Sirius lo guardò, pensieroso, e poi cominciò una sessione di baci violenti e diretti, senza mezze misure, che li portò a cadere dal letto e a ridere come due bambini quando, all'udire il tonfo, Peter e James accesero la luce, sobbalzando.

Accadde sempre più spesso che Sirius trascinasse Remus in un angolo appartato per baciarlo, o che durante le lezioni si girasse verso di lui per mordergli il collo o leccargli una mano.
Lunastorta non poteva fare altro che riderne e prenderne il lato positivo, anche se questo Sirius completamente senza freni lo impensieriva un po'.

-

Nei dodici anni che trascorsero separati, Remus pensava spesso a quel ragazzo, l'unico ragazzo della sua vita. Pensava ai suoi modi schietti, il pavoneggiarsi bellamente in mezzo al corridoio, la sua sfrontatezza, il suo orgoglio. Doti che quel graffio, quella sua impronta, avevano solo reso più marcate.

Nei dodici anni che trascorsero separati, Sirius passò molte giornate a ripensare a quel dolore improvviso al petto, sfiorandosi delicatamente la ferita, tenendosela come una cosa preziosa e difendendone strenuamente il ricordo.

E quando alla fine si ritrovarono, stanchi e cambiati profondamente, la ferita era ancora là.
In una delle notti che trascorsero da soli, assieme, nella loro vecchia casa, Remus la accarezzò nuovamente con le dita e poi vi impresse sopra un bacio silenzioso.

Guardò negli occhi Sirius, steso sotto di lui.
E la leccò, facendolo rabbrividire.

























♡Spazio dell'autrice♡

(('Seeraa.))
L'ho buttata giù in poche ore e non mi piace nemmeno granché, ma volevo dar sfogo a questa mia fantasia.
L'idea originale era un semplice graffio e una lunga, ehm, "consolazione" sotto le coperte, ma non mi sembrava il caso.
Diciamo che ci sono andata moolto vicina - la tentazione di descrivere un amplesso è stata molto forte, ecco tutto.

Devo ringraziare nosebleedx per avermi convinta a scrivere di una luna piena - anche se probabilmente tu ti aspettavi tutt'altro, e sì, prometto che una volta ne parlerò di più *occhiolino*.

Detto questo, spero vi piaccia!
PS: la nuova raccolta arriverà al più presto, speravo solo di riuscire a scrivere qualche nuovo capitolo prima di pubblicarla. ♡

Ciao! xx
-Laeti.

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