Capitolo 12

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Emma


Ieri sera siamo stati benissimo. Stefano è stato divertentissimo come al solito e le parole di Laura mi hanno fatto ragionare sulla cosa, non posso proprio darle torno. Ci ho pensato e ho invitato Stefano qui a prendere un caffè e dovrebbe essere qui tra poco.


Voglio capire cosa fare, sono troppo confusa e la cosa è grave.


Ed eccolo che bussa!


E: Stefano Sali


S: Si subito


Stefano sale e io gli apro la porta di casa e lì non riesco a vedere il suo viso perché coperto da un mazzo di fiori gigantesco.


E: Stefano sei tu?


S: Si si sono io. Questo è per te. OPS, piccolo problema!


E: Grazie mille Stefano. Qual è il problema?


S: Beh avevo dimenticato un piccolo particolare. Il mazzo di fiori è più grande di te!


E: Dai ma come sei scemo. Grazie mille, hai ricordato i miei fiori preferiti



Prendiamo un caffè insieme parlando del più e del meno fino a quando...



S: Ah Emma, dimenticavo, dovevo farti una domanda.


E: Dimmi Stefano


S: Ancora, ma allora tu vuoi morire...


Mi prende tutta d'un peso e mi posa sulla sua spalla, inizia a correre per tutta la casa dandomi schiaffi sul didietro e urlando ''non mi devi chiamare Stefano!''

La scena si ripete, è successa la stessa identica cosa di quando eravamo in casetta.

Dopo esser corso per tutta la casa mi butta sul divano e inizia a farmi il solletico e dopo qualche secondo per sbaglio le nostre labbra si sfiorano e io in quel momento mi fermo e contemporaneamente anche lui per qualche minuto ci stendiamo sul mio enorme divano a guardare il soffitto.


E: Stefano. Allora,qual'era la domanda che dovevi farmi?


S: Io mi arrendo, se non mi chiami Stè io me ne vado



Si alza e io lo fermo facendolo inciampare nelle mie ciabatte e me lo ritrovo addosso.



E: Non spostarti, fammi quella domanda guardandomi negli occhi


S: Emma, io quella maglia che trovò Santiago l'altra volta, me la ricordo,conosco il motivo per cui è così larga, so perché è così messa male. Tu lo sai invece?


E: Si, lo so me lo ricordo bene anch'io



Lui si avvicina di qualche millimetro a me e si sentivano i nostri respiri toccarsi.


S: La mia domanda, anzi le mie domande sono: Perché l'hai tenuta dopo quello che ti ho fatto, perché era cosi pulita, perché non hai lanciato quella maglia,che per te poteva essere maledetta,nel camino?


E: Stè... Io non voglio assolutamente mentirti. Io quella maglia la ho ancora e la uso. Non come la usavamo io e te ma la usavo quando mi sentivo sola, o meglio sola senza te!



Lui a quelle parole inizia a piangere e mi bacia. Il primo vero e proprio bacio, stavolta anch'io ne prendo parte.



S: Emma io quella maglietta la voglio riusare, ma non ora, io voglio riusarla quando decideremo di creare una famiglia, dei piccoli stemmini. Non voglio riusarla per idiozia ma per creare una vita tutta nostra.


E: Stè io, vorrei tanto usare quella maglietta per tutti i buoni propositi appena elencati da te ma io proprio non posso crederti ancora, è strano pensare che io provi ancora qualcosa per te dopo tutto quello che mi hai fatto.

Stem, Ho Ancora Il Sogno Che Tutto Ritorni😔😻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora