I. Un dolce giorno con un po' d'argilla

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Amie's Pov

A svegliarmi non c'è la dolce voce di mia madre bensì il fastidioso suono della sveglia, posta sul comodino alla destra del mio letto.

«fottuta sveglia» impreco a bassa voce tastando, alla cieca, con il palmo della mia mano la superficie del comodino nella speranza di mettere fine a quell'agonia.

Finalmente il silenzio prende di nuovo potere nella mia camera, alzo leggermente il busto solo per vedere l'orario sul mio iPhone: 6:30.

Sono solita farmi docce di almeno 30 minuti quindi, a malincuore, mi alzo.
Infilatomi ai piedi le mie pantofole a forma di scimmietta, mi dirigo di fronte al cassetto dell'intimo; prendo un completino nero semplice.

Successivamente vado in bagno, metto un po' di musica- Into You di Ariana Grande - e mi spoglio del mio pigiama, composto da una felpa extralarge verde militare e dei leggins neri, e poi dell'intimo.

Finita la doccia, mi asciugo e mi metto le mutandine e il reggiseno, esco poi fuori e apro l'armadio in cerca dei vestiti da indossare oggi.

Opto per dei jeans a vita alta chiari e una felpa nera dell'adidas, le mie amate super star e lo zaino nero.

Applico sulle ciglia solo un po' di mascara e del rossetto chiaro opaco sulle labbra, spruzzo il mio solito profumo alla vaniglia e mi ritengo pronta.

Scendo le scale, saltandone qualcuna e rischiando di conseguenza di rompermi o la testa o il culo.

«buongiorno mamma» la saluto entrando in cucina, sta preparando la colazione.

«buongiorno tesoro, dormito bene?» chiede sorridendomi e girandosi per un momento verso di me.

«si si, mamma è tardi non riesco a fare colazione devo andare» dico velocemente.

«ma-» cerca di opporsi ma io le lascio un bacio sulla guancia e esco di casa.

Sono le 7:35, ci vogliono quindici minuti per arrivare così metto le cuffiette nelle orecchie e seleziono - Just Like Fire di Pink - .

Qualche canzone dopo arrivo di fronte al cancello principale della scuola e già noto le solite troiette intente a truccarsi così, alzando gli occhi al cielo,  cambio strada dirigendomi al cancello sul retro.

Entro e sbuco nei corridoi completamente vuoti. Vado al mio armadietto e prendo i libri per oggi e li metto nello zaino per poi richiudere la porticina con la combinazione di sicurezza.

A passo abbastanza veloce raggiungo l'aula 347 ovvero quella di matematica. Adoro questa materia ed è proprio questo un'altro motivo per essere presa in giro dal gruppo dei più fighetti.

Dopo poco suona la campanella e i banchi mano mano si riempiono. Kayla e Nicole, due stronze, già mi hanno regalato qualche occhiataccia.

Ma cosa ho fatto a quelle due?...sono arrabbiate con me senza motivo.

«buongiorno ragazzi» il professore fa il suo ingresso e molti si ammutoliscono mentre i soliti idioti se ne fregano altamente di lui e continuano a parlare.

«bene, iniziamo questo lunedì finendo di spiegare l'argomento di giovedì...» dice e inizia a spiegare.

Penso di essere l'unica, con Richard e Charlotte, a prendere appunti e ad ascoltare la lezione.

*

La campanella che segna la fine delle due ore di matematica suona e tutti escono dall'aula.

Rimaniamo solo io, Charlotte, Kayla, Nicole e Alesha.

Sto uscendo dalla classe insieme a Charlotte quando Kayla mi chiama.

«tu aspetta, dobbiamo chiederti una cosa sulla lezioni di oggi» indica me e la ragazza al mio fianco mi guarda.

«vai non preoccuparti ci vediamo dopo» la rassicuro con un sorriso finto e lei annuendo piano esce.

So cosa mi aspetta: insulti, botte e dolore. Si scagliano contro di me con rabbia e cattiveria, dopo avermi picchiato e insultato per bene, escono dalla classe sculettando e con un sorriso soddisfatto sul viso truccato.

Non devo piangere
Sono forte
Posso farcela

Queste sono le cose che mi ripeto nella mente per centinaia di volte. Il corpo mi fa male e i muscoli sembrano tutti contratti e doloranti.

Mi accascio contro la parete, sono incapace di compiere qualunque movimento.
Sto lì un'ora, perdendomi italiano.

In sessanta minuti i dolori si sono affievoliti ma non sono passati del tutto, riesco ad alzarmi e a raggiungere l'aula di scultura.

Finita la lezione, come sempre tutti escono e mentre io sto per uscire, sento una sensazione di bagnato sui capelli.

James, uno dei bulli della scuola, nonché fidanzato di Kayla mi ha buttato un vasetto di acqua più argilla in testa.

Lui e i suoi amici e quelle due oche sono scoppiati a ridere.

Reprimo la voglia di piangere e corro in bagno.
La campanella risuona e questo vuol dire che nessuno può venire in bagno.

Mi guardo allo specchio e vedo i miei capelli macchiati di argilla, sono rovinati.
Bagno le mie mani e inizio a districarli cercando di levare più argilla possibile.

Ormai non so più se i palmi delle mie mani sono bagnati di acqua o delle mie lacrime che scendono incontrollate dai miei occhi.

Dopo venti minuti arrivo alla conclusione che non c'è molto da fare, così li lego in uno chignon alto.

Apro la porta del bagno e mi scontro con un petto scolpito e coperto da una maglietta larga da basket.

Alzo lo sguardo e incontro gli occhi azzurri di James.
Spero che non si notino i miei rossi e ancora pieni di lacrime.

Mi allontano da lui, tremante e con qualche ciuffetto bagnato sul viso.

«dove vai?» mi viene dietro e mi prende un polso, gemo dal dolore. Oggi mentre Nicole mi tirava calci nello stomaco Kayla mi teneva, con forza, i polsi.

«non sono affari tuoi, lasciami stare, per colpa tua me ne devo andare a casa, non posso stare con questi capelli» rispondo con tono acido.

Mi lascia abbassando lo sguardo e io ne approfitto per andare dal bidello e chiedere di poter chiamare casa.

-Non confondere il tuo percorso con la tua destinazione. Solo perché ora è burrascoso, non significa che tu non sia diretto verso il sole-

Ciao personcine carine!
Ho deciso di cimentarmi con voi in un'altra storia🙈💞 che spero possa piacervi.
Sarà una storia d'amore piena di insidie💞

Vi voglio bene persone!🦄

Innamorata del mio infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora