XI. Non me ne vado, non ricordi? Sarò il tuo rifugio

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Mia mamma stamattina è partita per un viaggio di due settimane, peccato che in casa non c'è mai stato un biglietto d'aereo o cose che mi facessero pensare ad una sua possibile partenza.

Vuole semplicemente liberarsi di me per quattordici giorni.

Vado a scuola e oltre a scambiare qualche bacio con Richard e qualche chiacchiera con Charlotte, non faccio quasi niente.

Sono vuota e mi sento un po' sola. Quel biglietto che ho trovato vicino al mio zaino mi è rimasto impresso.
Chi poteva essere stato?
Ho pensato a Richard, ma lui era andato a casa quel giorno...boh non so cosa pensare.

Torno a casa e senza mangiare vado direttamente in casa per iniziare i compiti così da finirli il più presto possibile.

Alle 7 finisco di studiare, sono stata cinque ore sui libri e adesso sono distrutta sia fisicamente che mentalmente.

Quando quella sera sono andata alla festa con Charlotte e ho bevuto, mi sono sentita più libera.
Voglio riprovare quella sensazione così cerco sul computer qualche locale.

Proprio stasera ci sarà l'inaugurazione di uno di questi e io ho intenzione di andarci, da sola.

*

Non mi sono vestita molto scollata perché non voglio attirare gli occhi di nessuno su di me.

Solo una gonna nera a vita alta, delle parigine nere che arrivano al ginocchio, degli stivali come quelli che indossano i militari con la zeppa nera e una maglietta nera che lascia l'ombelico scoperto e, visto che siamo quasi ad ottobre, una giacchetta con fantasia militare larga incastrata un po' nella gonna. Ho messo del rossetto bordeaux e un po' di mascara.

Appena entro subito mi fiondo al bancone per prendere un qualunque cocktail forte.

Ballo tutta la notte e mi ritrovo molte volte a strusciarmi su ragazzi che neanche conosco finché uno mi colpisce più di tutti e decido di ballare con lui per quasi un'ora.

Sento la sua erezione premere sul mio sedere e le sue mani sul mio corpo.

«che ne dici di andare a fare un bel giretto nelle camere sopra? Qualcuno dovrà pure inaugurarle» dice malizioso e io annuisco buttandogli le braccia al collo.

Mi porta al piano di sopra e subito chiude la porta, non a chiave, mi butta sul letto e si mette a cavalcioni su di me.

Mi leva la giacchetta e la magliettina, inizia a palpare i miei seni da sopra il reggiseno e io non posso far altro se non gemere.

Mi bacia il collo e si avvicina al mio orecchio.

«io sono Daniel e tu piccola?» chiede.

«A-Amie» balbetto per il piacere. Inarco la schiena e lui mi leva il reggiseno scoprendo il mio seno.

Poggia le mani sulla mia pancia e si ferma a guardarmi per poi mordersi il labbro.

Chiudo gli occhi quando stringe nella sua mano destra il mio seno sinistro.

All'improvviso non sento più Daniel su di me ma solo parole e gemiti di dolore.

«brutto figlio di puttana! Non vedi che è minorenne ed è completamente ubriaca?» James urla tutte queste cose a Daniel mentre lo prende a pugni.

Credo che Daniel sia svenuto. Il moro si alza e guarda la mia figura, io resto immobile seduta con le mani sulle ginocchia.

Innamorata del mio infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora