Capitolo 3

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Il giorno seguente Jemma pensò di dover raccontare l'accaduto a qualcuno di fidato. E chi se non il suo migliore amico, che da anni manteneva ogni suo oscuro segreto. Così durante l'intervallo gli raccontò dell'incontro con quel misterioso ragazzo.
<<Jemma devi subito denunciarlo. Come fa a sapere quando è il tuo compleanno? Ti ha minacciata? Ti ha toccata? Giuro che se lo vedo lo prendo a botte>> disse Jack con fare aggressivo.
<<Jack rilassati. Non mi ha fatto niente, stai tranquillo. Sarà stato uno scherzo di qualche ragazzino imbecille. Magari ti ha sentito cantare a scuola>> gli disse scocciata.
<<Guarda che lo sapevo benissimo che non vuoi che ti si facciano gli auguri, ma ormai dovresti conoscermi. Te li ho sempre fatti e sempre te li farò>> le disse facendole il solletico.
<<Grazie Jack>> disse Jemma mettendo il broncio. Jack allora per farla ridere, le fece di nuovo il solletico.
<<Dai Jack, te l'ho già detto che non mi piace nemmeno il solletico ahahahahah>>. Jemma non riusciva a smettere di ridere.
DRIIIINNNN!!!!!
Jack tutto d'un tratto si fece serio in volto, e guardò dritto negli occhi Jemma: <<Giurami che non parlerai mai più con quel ragazzo, hai capito?>>.
<<Va bene Jack. Ma non preoccuparti. Così mi spaventi sul serio>> disse Jemma seria, guardando bene il suo amico. In tutti quegli anni non lo aveva mai visto così tanto serio. Non sembrava quasi lui.
<<Dai adesso entriamo in classe, prima che ci mettano una nota>>. In un attimo il suo viso cambiò completamente espressione; tornò il Jack di sempre.

Tornata a casa Jemma andò in camera a fare i compiti. La sua stanza era un disastro come al solito; sul letto un mare di vestiti e libri, la scrivania meglio lasciar perdere. Mise un po' in ordine la sua scrivania che stava per crollare sotto pile di libri, ma qualcosa distolse la sua attenzione. Fuori dalla finestra c'era Jack che la fissava. Il suo sguardo era come incantato, perso nel vuoto. Incuriosita scese di casa e andò verso il suo amico, che però continuava a fissare imbambolato la finestra di camera sua.
<<Jack che ti succede, oggi mi sembri molto strano. E poi perchè continui a fissare la mia finestra?>> disse Jemma preoccupata.
Si voltò a guardarla e disse: <<Non ho niente Jemma, stai tranquilla. Facciamo due passi?>>
<<V-va bene Jack, ma mi stai spaventando un pochino adesso e dico sul serio. Che cosa ti prende?>>
<<Ti ho già detto che non ho niente>> le rispose in tono scorbutico.
<<Siamo amici da una vita Jack e ci siamo sempre detti tutto. Se c'è qualcosa che non va puoi dirlo a me, lo sai>>
<<Senti ragazzina ho usato le maniere buone, ma adesso stai facendo un po' troppe domande. O mi segui oppure dovremo prenderti con la forza>>. Jemma in quel momento non seppe più cosa pensare. Se fosse uno scherzo oppure se fosse serio.
<<Jack se questo è uno scherzo, smettila perchè non è divertente>> disse Jemma seria.
Con fare scocciato, fece un segno con la mano e sbucarono dal nulla degli uomini armati di... spade. Si, Jemma non aveva visto male, quelle erano proprio delle spade. Ma forse in quel momento era il problema minore per lei. Il suo migliore amico non sembrava più lui e la stava minacciando con degli uomini armati di spade. All'improvviso arrivò qualcuno di inaspettato, una persona che avrebbe preferito non rivedere più. I due misteriosi ragazzi del giorno prima. Li vide correre all'attacco degli uomini, lui con una penna a sfera in mano che si trasformò subito in una spada, mentre la ragazza prese un pugnale nascosto sotto la maglia. Jemma pensò di stare impazzendo, il suo migliore amico era diventanto all'improvviso un'altra persona e un ragazzo che nemmeno conosceva lottava con una penna-spada. Con una penna-spada... A Jemma quasi mancò il fiato. Chi aveva gli occhi verdi come il mare, capelli neri e una penna che si trasforma in una spada? No non era possibile. Jemma non sapeva più a cosa credere. Quello era solo un personaggio dei suoi libri, non poteva essere una persona reale.
Si guardò in giro e vide che tutti gli uomini erano a terra e Jack aveva una faccia a dir poco arrabbiata.

<<Perchè dovete sempre rovinare i miei piani voi due?>> disse Jack furioso.
<<Luke la ragazza verrà con noi, che tu lo voglia o no>> disse il ragazzo riferendosi a Jack.
<<Chi è Luke scusa? Lui si chiama Jack>> disse Jemma al ragazzo.
<<Jack è il nome del corpo di questo inutile mortale. Io mi chiamo Luke Castellan ma penso che tu mi conosca già, solo in un altro mondo, e naturalmente in un altro corpo >> disse Jack-Luke guardandosi con disgusto.
<<Ora basta Luke! Le stai dicendo anche troppo. Annie è il momento di andare>> disse il ragazzo riferendosi alla bionda.
La ragazza di nome Annie schiacció il pulsante di una scatoletta nera dentro la tasca della sua giacca. Davanti a loro si smaterializzò un ragazzo, che però Jemma non fece in tempo a vedere. Le prese la mano e poi il buio totale.

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