Capitolo 4

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Arrivò nello studio del professore esattamente mentre stava aprendo la porta per vedere dove si era cacciata. Stavolta, però, non proferì, vedendo la ragazza che faticava a respirare.
La guardava con molta ansia, particolarmente preoccupato per la sua giovane allieva.
"Si.. Sign... Signorina Granger... St.. Sta bene?
Balbettò come il vecchio professore di Difesa contro le Arti Oscure, il professor Raptor, vedendola tossire molto forte, fino a quasi procurargli degli spasmi.
Per una volta neanche Hermione sapeva cosa stava accadendo. Non le era mai successo, o forse una volta...
Le si presentò davanti a lei un vecchio ricordo, così nitido che sembrava essere ritornata indietro nel tempo.
'Era in giardino, stava leggendo un bellissimo libro sulle fate che le aveva regalato sua nonna quando aveva compiuto 5 anni. Era arrivato un ragazzo molto più grande di lei e glielo prese. Quest'ultimo iniziò a correre verso il bosco e lei lo raggiunse dopo pochissimo. La bimba strappava di mano il suo libro e correva dove era seduta poco prima. Quando arrivò iniziava ad avere qualche giramento di testa e un po' di fiatone.' Dopo pochi istanti tutto diventò sfocato, iniziò a scurirsi l'immagine e a diventare tutto nero e a non capire più dove iniziava il ricordo e dove incominciava la realtà. Subito dopo aver finito il ricordo si accorse che non era più il ricordo ma la realtà. Si sentì svenire e cadde davanti ai piedi dell'insegnante.
Quest'ultimo aveva osservato con angoscia la situazione, lei con gl'occhi persi nel vuoto, come quelli di Lily quando era stesa su quel pavimento freddo. Dopo qualche istante che a lui era sembrato un'eternità lei si voltò verso di lui guardandolo per una frazione di secondo, girando poi gl'occhi e cadendo ai suoi piedi.
Il master soffocò un grido di orrore, la prese in braccio a mo' di sposa e la portò dentro le sue stanze, sperando che si riprendesse presto. Non riusciva a sentire il battito e perciò decise di collegarla ad una macchina per rilevare il battito cardiaco, ovvero l'unica cosa che gli era rimasta della madre, ormai defunta.
Appena la collegò si accorse che stava rischiando la vita, vedendo che il battito era non solo debole, ma quasi impercettibile... Non sapeva cosa fare. Se le dava la pozione sbagliata era morta. Sicuro.
Cosa le avrebbe potuto dire ad un insegnante, "guarda è venuta e mi è svenuta davanti", gli avrebbe creduto proprio sicuramente.
L'unica cosa da fare era dargli qualche minuto per riprendersi.
Non sapeva neanche se si sarebbe ripresa.
La lasciò sdraiata sul suo letto e lui si sedette nella poltrona vicina.
Era una scena commovente, una giovane ragazza morente distesa sul letto, un uomo seduto su una poltrona, proprio accanto alla ragazza, con la testa tra le mani, gl'occhi gonfi di lacrime, di qualcuno che aveva già pianto tanto...

Lo so, è cortissimo ma non ho molta ispirazione in questo momento... Spero di rifarmi presto
Benny😘

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