Capitolo 5

127 0 0
                                    

Andò a finire che mi svegliai piuttosto tardi (quasi le sette e mezzo,

erano) e questa fu una vera cretinata, come risultò poi. Come vedete, tutto

conta in questo porco mondo. Ci potete giurare che una cosa è sempre

causa di un'altra. Ben ben ben. Il mio stereo non era più in funzione con la

Gioia e il Vi Abbraccio O Voi Milioni, così qualcuno doveva aver girato la

manopola, e non poteva essere stato che pi o emme, dato che li snicchiavo

tutt'e due nel soggiorno, e dal tin tin dei piatti e dallo slurp slurp del tè che

lappavano capii che si trattava dello stanco pasto dopo la giornata di

sgroppo in fabbrica e al magazzino.

I poveri vecchi. I pietosi bigi. Indossai la vestaglia, aprii la porta e dissi, a

mo' d'affezionato figlio unico:

- Salve salve salve. Sto molto meglio dopo la giornata di riposo. Ora

son pronto per andarmi a guadagnare quel po' di spiccioli -.

Perché quello era ciò che dicevano di credere che facessi in quei giorni.

- Gnam gnam, mammina. Ce n'è anche per me? -

Era una specie di torta congelata che lei aveva sgelato e poi riscaldato e

aveva un aspetto per nulla invitante, ma io dovevo dire quello che dissi.

Papà mi lanciò un'occhiata mica tanto soddisfatta e direi pure sospettosa

ma non disse nulla, sapendo che non aveva il coraggio, e la mamma mi

fece una specie di gufatina stanca, tipo oh tu frutto del mio ventre oh unico

figlio. A passi di danza me ne andai in bagno e mi detti una sgromatina

guizza dappertutto, sentendomi piuttosto sporco e appiccicoso, poi tornai

nella tana a prendere le palandre da sera.

Poi, tutto luminoso, pettinato, spazzolato e splendido, mi sedetti davanti

alla mia trincia di torta. Papapa disse:

- Non per immischiarmi, figliolo, ma dov'è esattamente che lavori alla

sera?

- Oh, - masticai, - lavoretti in giro qua e là, tipo aiuto, - e lo guardai

di brutto nei fari come dire pensa ai fatti tuoi che io penso ai miei. -

Non vi chiedo mica dei soldi, no? Mica mi faccio dar soldi per i

vestiti e i divertimenti? E allora, che domandi a fare?

Il mio papà si fece tutto sottomesso e sottoposto e sottostante. -

- Scusa, figliolo, - disse. - Ma ogni tanto mi preoccupo. Faccio dei

sogni, ogni tanto. Ridi quanto ti pare, ma ci può essere parecchio nei

sogni. Ieri notte ho fatto un sogno su di te, e non mi è piaciuto per

niente.

- Oh? -

Ora la cosa diventava interesting se lui faceva dei sogni su di me. Mi

sembrava d'aver fatto un sogno anch'io, ma non mi ricordavo bene su

cos'era.

- Allora?

Arancia meccanicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora