Un concerto di zoccoli e passi risuonava sordo nella sabbia ferrosa, un rumore straordinariamente elegante vista la grandezza dell'esercito che lo provocava. Ottantamila fanti delle terre dell'est, perlopiù contadini strappati alle loro famiglie dalla leva militare, decisamente mal equipaggiati e con un addestramento minimo. Trentamila guerrieri confiscati alle città-stato conquistate dal potente re. Sapevano impugnare una spada ma i generali non contavano sulla loro lealtà, essendo per la maggior parte ex mercenari. La vera forza dell'esercito risiedeva nella cavalleria composta da settemila cavalieri, tutti nobili armati di una katana o di spade di simile fattura e bardati con armature a piastre di ferro e ceramica. A capo della cavalleria circondato dai compagni della guardia reale cavalcava Yuzo, fiero sul suo agile destriero dal fulvo manto rosso mentre il vento gli accarezzava il volto privo di elmo. Di solito era il Re stesso a condurre i cavalieri ma quella sera aveva preferito rimanere rimanere nella lussuosa portantina per studiare le cartine della zona, che era decisamente mutevole per l'effetto del vento sulle dune sabbiose. La prossima mossa era la conquista di Quir-ma, una cittadina indipendente da soli vent'anni che fino ad allora aveva avuto l'abitudine di essere conquistata dal primo che capitava. In quel momento però il nazionalismo aveva preso il sopravvento tra le sue mura e agli abitanti non andava a genio di perdere la propria libertà. D'altro canto la città non aveva un esercito lontanamente sufficiente per competere con l'armata dell'est, quindi i generali si trovavano con un'incognita. I dubbi si sarebbero però estinti al più presto poichè Yuzo iniziava già ad avvistare i bastioni di Quir-ma. L'esercito era tenuto sotto osservazione dai governanti locali da tempo perciò il suo arrivo non era certo sorprendente. Un bastimento di ambasciatori vestiti sontuosamente aveva approntato un incontro a circa un chilometro dalle porte della città. Re Berazal come se avesse percepito la loro presenza uscì velocemente dalla portantina indossando il suo leggendario artefatto, la corona del falco. Con quella indosso egli era intimidatorio come un gigante e perfino i suoi soldati più esperti e consumati abbassavano la testa in segno di un profondo timore reverenziale. Egli avanzò con passo sicuro fino a quello che sembrava essere la persona di rango più alto, un uomo sul metro e sessantacinque piuttosto grasso,calvo e ricoperto da sete e gioielli. Nonostante la statura e l'aspetto poco intimidatorio era l'unico che davanti alla visione di Berazal non aveva dato alcun segno di tensione,almeno apparentemente. L'uomo iniziò a parlare stentando la lingua di Antheroc con un accento decisamente marcato:
-Salute re Berazal, imperatore dell'est, conquistatore di stati, della dinastia Yu è portatore della corona del falco. Il ministro Serxon, me medesimo, ti accoglie se porti la pace ma non esita a sfoderare la spada se è la guerra che cerchi.-
La tensione febbrile nell'aria era incoraggiata da un silenzio generale di pochi secondi che sembrò durare anni. infine Berazal rispose:
-Salute a te nobile ministro Serxon, non intendo portare la guerra nella cittadina se accetterai le solite condizioni che offro a ogni paese che trovo sul mio passaggio: in caso di resa incondizionata Quir-ma verrà annessa al mio impero e ne verrà garantita la protezione e la sicurezza. L'amministrazione può restare la stessa per quello che mi riguarda, a patto che venga accettato un funzionario dalla mia corte e vengano pagate le tasse alla capitale. Se invece preferite passare alle armi posso assicurarvi che della vostra città rimarrà solo il nome nei libri di storia a me dedicati.-
Il ministro sembrava preparato a questa risposta e non si fece intimorire:-
Re Berazal io chiedo un formale duello tra campioni, come dettato dalle antiche regole .-
Il duello consisteva in uno scontro tra i campioni di due eserciti, in questo modo i conflitti irrisolti da troppo tempo trovavano una soluzione semplice e veloce. Forse anche troppo, perciò era tradizione utilizzarlo solo come ultima risorsa. Re Berazal alzò un sopracciglio accennando a una risata.
:- Siete disperato o semplicemente impazzito? Le mie forze sono enormemente superiori alle vostre, perché mai dovrei accettare una scommessa del genere?-
:- Avete ragione sulla vostra armata ma siamo a conoscenza della carenza di viveri che grava su di voi. Non avete le risorse per prolungare un assedio. La soluzione è vantaggiosa per tutti o altrimenti non riuscirai mai a espugnare la nostra città.-
Il ghigno di Berazal da divertito si contorse in una smorfia rabbiosa per l'arroganza dell'ometto e tutto ciò che fece fu rispondere seccamente con un "Bene".
Ovviamente fu Yuzo ad essere scelto e dopo le cerimonie di circostanza si trovava lontano dal suo destriero e dai suoi compagni, attendendo lo sfidante.
Finalmente dalle mura arrivò il cavaliere, cavalcando un bellissimo purosangue dal manto dorato che sollevava nuvole di pulviscolo. Da vicino Yuzo vide che egli si era preparato adeguatamente allo scontro : indossava un'armatura di acciaio pesante e smaltata color azzurro tempestata di gemme. Uno spadaccino dell'est non addestrato avrebbe spezzato la propria spada ricurva se avesse anche solo cercato di scalfire il rivestimento. Ma Yuzo era un campione.
Sceso da cavallo il cavaliere di Quir-ma squadrò brevemente l'avversario orientale e avendo riprova del suo equipaggiamento apparentemente inferiore si sentì decisamente fiducioso della propria vittoria.
Senza dire una parola estrasse un pesante spadone ornato di rune luminose, tipico dei regni centrali nel continente(come del resto tutta la sua armatura), e si mise in posa da combattimento.
Il duello iniziò mentre il tramonto baciava il deserto.
Il guerriero era abile e esperto di spadaccini dell'est e incalzava Yuzo tentando di indurlo a pararsi con la lama, poichè lo spadone la avrebbe fatta facilmente a pezzi ma il comandante della guardia reale si limitava con straordinaria eleganza ad accompagnare la lama avversaria con la propria, creando scintille su scintille. I duellanti sembravano combattere in uno stormo di lucciole che danzavano con classe tra i fendenti. Passarono i minuti ma nessuno dei due combattenti aveva intenzione di mollare la presa.
Improvvisamente il cavaliere pronunciò una formula tra le labbra e le rune della sua spada iniziarono a brillare come il cocente sole di mezzogiorno. "Magie di combattimento" si chiamavano ed erano sortilegi velocissimi usati nella foga della pugna per sorprendere l'avversario. Brandendo lo spadone a due mani calò lateralmente un fendente micidiale che squarciò l'aria rimbombando come un tuono. Yuzo però si abbassò veloce come uno spettro e altrettanto inesorabilmente approfittò dell'attimo dopo l'attacco nemico per lanciarsi contro di lui dal basso. La sua spada "Shajiri" volava orizzontalmente dieci,venti,trenta volto nelle fessure dell'armatura avversaria, senza che egli potesse fare nulla per evitarlo. Dopo solo pochi secondi Yuzo rimise la spada nel fodero decorato d'oro. L'altro sfidante era rimasto ancora in piedi ma da ogni buco della sua armatura ora grondava rosso. Ogni muscolo, ogni vena e nervo recisi con la paurosa maestria del cavaliere dell'est che rimase impassibile nel vedere l'altro che finalmente cadeva sulla sabbia da lui dipinta di rosso, e il velo di terrore che calava sui volti degli ambasciatori allibiti.
A rompere il silenzio pesò Berazal :- Bhè, pare che ci siamo tolti questo sassolino dalla scarpa ma non mi sento ancora soddisfatto...comunque ha vinto il mio campione e ora la città mi spetta-. Serxon con riluttanza si avvicinò a lui per consegnarli una lama incastonata di gemme, simbolo del dominio su Quir-la. Berazal la prese dalle sue mani:- sei un uomo coraggioso Serxon lo devo ammettere, e io apprezzo sempre il coraggio- con un gesto fulmineo piantò la lama nel ventre di Serxon che atterrito cadde all'indietro-ma, sei stato anche arrogante e se c'è qualcosa che non sopporto è l'arroganza-.
Gli altri ambasciatori urlavano e imploravano per la loro vita all'imperatore giurando e pregandolo.
Le parole giunsero come un soffio sulla sabbia :- che non ne resti nessuno-.
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Cry of steel and blood
FantasyI regni di Antheroc godono ormai da anni della benedizione della pace dopo il tremendo conflitto durato ventisei anni per la supremazia del continente. I sovrani sopravvissuti alla guerra mantengono saldo il trono grazie all'enorme potere degli art...