seven: amsterdam

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Dramma. Ecco cosa è stato Amsterdam, puro dramma, quando io pensavo che avrei potuto passare la notte a sballarmi con i Chupa Chups alla Marijuana e Luke, perché ammettiamolo, Luke è la droga migliore che possa esistere, ma anche la più dannosa, almeno per me.

Mi era entrato nelle vene come l'alcool quando mi ubriaco, ma con Luke è come essere perennemente sotto l'effetto di alcolici, era quel tipo di persona che ti inebriava le narici con il suo profumo e ti faceva girare la testa ad ogni minimo gesto.

Quella mattina mi ritrovai ad osservare il viso pallido del ragazzo che dormiva nel lettino affianco al mio, il suo profilo illuminano dalla fioca luce che entrava dai finestrini era stupendo, il suo nasino prendeva una forma perfetta, la punta all'insù mi istigava ad avvicinarmi e a morderlo e le sue labbra mi invitavano ad un bacio casto, e poi rude, passionale, ma di nuovo dolce e lento.

I suoi occhi chiusi, le ciglia lunghe e bionde sembravano posate delicatamente sulle sue guance leggermente arrossate dal calore del piumone che stringeva con forza attorno alle sue spalle oramai enormi, che però, ammettiamo, sarebbero state perfette per proteggermi.

Appena notai dei piccoli movimenti delle coperte e le sue ciglia traballare un po', mi rinfilai sotto le mie coperte e feci finta di dormire, per tutto il tempo mentre lui si alzava, mangiava, si lavava e si vestiva. Ametto che sbirciai un po' quando sentii che stava aprendo l'armadio e davanti ai miei occhi si pose la sua bellissima schiena nuda e liscia, mi morsi il labbro con forza costringermi a non guardare, anche se fu un impresa ardua, i suoi muscoli che si muovevano ad ogni minimo movimento sembrava che stessero chiamando le mie mani, per accarezzarli, massaggiarli, e poi le mie labbra, per baciarli e coccolare quella pelle lattea e perfetta, che gli dava un tono così innocente.

Una volta che Luke se ne fu andato io sospirai sollevato e presi il mio cellulare fra le mani, non volevo aprire i social per rovinarmi già da subito, visto che la giornata sembrava essere iniziata bene, così aprii Doors, deciso a completarlo, anche se non riuscivo a superare il livello 16.

Dopo circa un'oretta, dopo essere arrivato solamente al livello 27, decisi che probabilmente un giro su Twitter non avrebbe portato rancore al mio  stato d'animo, ma ovviamente mi sbagliavo, la prima cosa che potei osservare sulla mia schifosissima timeline fu una foto di Luke e Arzaylea, cristo potevo farmene un album da quante ne stavano uscendo in quei giorni.

Luke era a petto nudo (si spera con i pantaloni) che avvolgeva il collo della sua cagna (o gatta? Che tanto un effetto snapchat non ti rende diversa da quello che sei), aveva lo sguardo come quando mi mette il broncio e vuole qualcosa da me, mentre la prima cosa che notavi di Azraylea erano le sue tette che ti facevano venire il ribrezzo.

Sospirai: ecco dove era andato.

Spensi l'aggeggio ignorando così anche le chiamate di Ashton e Calum, che successivamente però mi portarono il pranzo sul Tuor Bus, prima di obbligarmi ad uscire dalla mia tana per andare a fare le prove degli strumenti, anche se di Luke non c'era nemmeno l'ombra.

«Ma che fine ha fatto Luke!» gridai infastidito, saremmo dovuti uscire sul palco per il soundcheck almeno dieci minuti prima ma ovviamente quello stupido era a fare compere in giro per Amsterdam con la sua adorata e futura mogliettina.

«Dio mio, penso che quando torna gliene dico quattro» sospirò Calum sedendosi sulla sedia e lasciandosi scivolare il basso sulle ginocchia, mentre Ashton che cercava di trattenere la rabbia provava a chiamare il biondo disperso.

«Luke! Finalmente! Lo sai che sei in ritardo vero? Dove diavolo sei!» iniziò una terribile sfuriata al cellulare mentre io volevo solo sparire, mentre sentivo un peso prendere forma nella mia gola. Mi morsi il labbro e presi il mio cellulare, che piano piano, stava prendendo il posto di Luke come migliore amico, perché sì, era vero, non c'era più il rapporto di una volta fra di noi, sospirai profondamente trattenendo le lacrime quando su una pagina updates di instagram notai una foto di Luke che stringeva il fianco di Azraylea che a sua volta aveva le mani piene di buste marchiate di firme famose, era stata scattate qualche minuto prima.

Quella continuava a fottergli i soldi e lui come uno stupido cagnolino le stava dietro a fare ogni cosa che lei volesse.

Il mio cuore era letteralmente a pezzi perché nonostante ci sperassi ancora, sapevo che non avrei mai e poi mai ottenuto certe attenzioni da lui, io ero fottutamente gay, e lui solamente normale. Ecco dove è sempre stato il problema, avevo dei problemi, delle stupide cose che giravano nella mia testa che non erano normali, ero diverso, strano e sopratutto sbagliato.

Quando stavo per alzarmi, per fuggire, per scappare da tutte quelle persone che avevo intorno e che mi facevano sentire dannatamente fuori luogo, un Luke con il respiro affannato, le guance rosse e delle lievi lacrime agli occhi piombò nel backstage. Lo osservai per tutto il tempo che ci mise ad inventare una scusa mentre con le mani si sistemava i capelli. Lo vedevo nella sua espressione che cercava di non piangere, da come il suo labbro tremasse nonostante fosse intrappolato fra i denti e da come i suoi respiri diventavano ogni volta più lunghi e pesanti.

«S-scusate» disse solamente prima di afferrare la chitarra ed uscire sul palco, con il viso chino, senza degnarci di uno sguardo.

Una volta finito il soundcheck cercai di avvicinarmi a lui e di chiedergli spiegazioni, alla fine, Luke non piangeva spesso, e se stava per farlo vuol dire che c'era dietro un gran bel motivo, e la situazione lo aveva colpito molto.

«Lucas» mormorai piano avvolgendo le braccia attorno alle sue spalle, volevo capire e aiutarlo, era comunque la persona più importante della mia vita e la prima cosa che volevo era la sua di felicità, io e la mia passavamo in secondo piano se lui stava male. In realtà io e la mia felicità siamo sempre stati in secondo piano. Lui mi strinse con una forza esagerata, le sue spalle mi avvolgevano completamente e le sue mani erano strette alla mia ciccia con determinazione, come se potessi scappare da un momento all'altro.

«Mi dispiace, mi dispiace» disse soltanto prima di staccarsi e fuggire nei bagni, mentre io rimasi a guardarlo andare via, senza capire cosa fosse successo, e sopratutto, perché ne sembrava così distrutto.

«Non la sopporta nessuno di noi, stai tranquillo Michael» disse Ashton alle mie spalle, facendomi così girare su me stesso per guardarlo in faccia, «perché? Che è successo? C'entra lei, ovviamente, figurati». Scoppiai a piangere e mi sedetti, prendendomi la testa fra le mani, non riuscendo più a contenere quei vortici di emozioni che si stavano impossessando di me.

«Ha solo fatto scenate, non voleva che Luke venisse al soundchek, ma che restasse con lei perché a detta sua è più importante delle nostre fan» si lasciò scappare una risatina prima di accovacciarsi accanto a me e passarmi una mano sulla schiena, cercando di consolarmi.

«Ashton, io lo amo, non ce la faccio più».

— — —

uhuh, ecco a voi Amsterdam. In realtà so che fa piuttosto schifo e mi dispiace un sacco..

Vi adoro, ogni capitolo a circa 70/75 stelline e boh, grazie davvero, ci tengo ad un sacco.

Per la seconda tappa di Amsterdam mi piacerebbe trovare 70 stelline, se no niente Muke che fanno a botte.

E passate PER FORZA O VI UCCIDO dalla Muke "Autumn" di ashtondemon

Dammit; mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora