La notte trascorse duramente tra le lacrime versate dalle due compagne di stanza.
Sara si addormentò poco dopo le quattro del mattino,Marika invece era rimasta a contare le imperfezioni della pittura sul soffitto non riuscendo a chiudere occhio.
L'incubo l'aveva stravolta e aveva la folle paura di chiudere gli occhi ed entrare nuovamente in quello scenario di morti e sangue.
*orribile* pensò tremando.La sveglia programmata per le otto del mattino vibrò puntuale sul comodino di legno bianco intagliato accanto al letto di Marika.
La ragazza appoggiò meccanicamente una mano sull'affare e lo spense in modo da non far svegliare l'amica stanca sul letto difronte a lei.
Sentiva dalla cucina le voci di qualcuno dei ragazzi.
Riconobbe la voce di Jasmine e quella di Sam ancora isonnolito.
Si scostò le coperte di dosso e scese di soppiatto fino al piano di sotto e poi continuò ad andare avanti fino alla cucina.
"Buongiorno.
Interrompo qualcosa?" Chiese mentre i due ragazzi ammutolivano.
"Oh no.
Vieni mar".
Jasmine era arrossita lievemente,ma il suo incarnato olivastro aveva ben nascosto la traccia di imbarazzo e se l'era cavata bene anche davanti a Sam che non smetteva di fissarla.
Erano amici di infanzia quei due,ma sapevano tutti che infondo poteva esserci qualcosa di più.
"Io vado a vestirmi" disse Sam abbandonando il croissant sul ripiano della cucina.
"Voglio andare ad allenarmi in palestra" concluse uscendo dalla stanza.
"Ed eccoci qui" disse Marika "Cosa stavate facendo voi due soli soletti qui?".
La ragazza cercava di nascondere l'evidente angoscia che l'assaliva dalla sera prima,ma non era brava nel farlo e neanche agli occhi ancora stanchi di Jasmine sfuggì questa sua tristezza,celata da un falso sarcasmo o interesse per quello che stavano facendo lei e Sam.
"Parliamo di te" la interruppe Jas "Tutto bene?"
"Benissimo" scattò Mar.
"Mar.Stai mentendo".
Marika aveva dimenticato che Jasmine utilizzava la forza del pensiero e leggere negli occhi per lei doveva essere una passeggiata.
"E va bene" si arrese Marika.
Avvicinò a sé lo sgabello di plastica e ci si sedette sopra scompostamente.
"Stanotte ho fatto uno dei miei sogni"
"Un altro?" Chiese Jas.
"Un altro" ripeté la ragazza.
Con i capelli scompigliati e le occhiaie per la notte insonne era più strana e angosciata che mai.
Jasmine la guardò con occhi attenti;squadrando ogni singolo suo dettaglio.
"Continua mar.
Continua" le disse.
Mar tirò un sospiro di rassegnazione e continuò nel raccontò.
Le disse di quando nel sogno aveva rivisto la sua stanza e poi la cucina e i corpi di loro ragazzi appesi al soffito tramite delle corde anguste.
Jasmine rabbrividì e la fissò fino a quando il loro silenzio non fu interrotto dallo sbadiglio di Ivan.
"Giorno regá" disse andando dritto verso lo sportello dei biscotti.
Indossava solo i boxer e alla luce del mattino appariva perfetto agli occhi delle due.
Muscoloso e prestante.
Marika lo sfiorò con gli occhi e ritornò ad immergersi nei suoi tanti pensieri.Era trascorsa circa mezz'ora da quando Marika era scesa in cucina per fare colazione e Sam era uscito per andare in palestra e la cucina era già affollata di ragazzi vocianti.
Marco con la sua tazza personalizzata a bere un caffè,Andrea seduto sul davanzale della porta finestra a guardare il cielo con in mano una cioccolata calda,Adele intenta a versare un'abbondante quantità di cereali nella sua tazza bianca e rosa e Jasmine davanti ad un libro in rumeno.
Sara era sicuramente ancora a letto e nessuno volle andare a svegliarla dopo il racconto di Marika nel dettaglio.
"Dovremmo preoccuparci?"Chiese Ivan a fine discorso con ancora un biscotto in bocca.
"No.Dobbiamo restare qui a cucire e giocare a carte" rispose Adele infervorata.
"Calma calma adele".
Sara stava appoggiata lateralmente alla porta con la testa riversa a sinistra e i ricciolini che uscivano fuori dalla crocca ora scomposta sopra la testa.
Adele saltò di sopresa.
"Saaara" urlò vedendola.
La abbracciò calorosamente e la trascinò fino allo sgabello più vicino.
"Siediti" le disse "e mangia".
Sara prese una confezione di biscotti al miele e la aprì maldestramente.
Ne portò uno alla bocca ancora con gli occhi chiusi dal sonno.
"Bleah" annunciò provandolo "che roba è...miele!",riposò la confezione sul tavolo ed ingoiò il boccone che aveva morso.
"Ma Mathilde?" chiese Jasmine con il pettine in mano.
"È andata al parco" ribattè Adele "senza nemmeno una sciarpa e con un pezzo di ghiaccio in mano...bah"
Ivan ridacchiò "si...È sua abitudine"
"Portare del ghiaccio a fare un giro al parco?" gli chiese Sara.
"Può darsi" rispose lui ancora ridacchiando.Le ore trascorsero.
Mathilde non fece ritorno dal parco e neanche Sam dalla palestra.
Nessuno dei due luoghi era lontano da casa,ma i ragazzi si preoccupavano della mancata puntualità di Mathilde a pranzo e di quella di Sam...che di solito rincasava alle 10 per uno snack di metà mattina.
"Adele chiamala" disse Andrea.
Lo squillo del telefono echeggiò tra i ragazzi e poi il solito bip della chiamata interrotta.
"Avete sentito tutti.
Non rispondono" disse Adele ancora più preoccupata.
"Strano" borbottò Jasmine.
Marika stava nell'angolo della stanza senza rivolgere parola a nessuno,come se si sentisse in colpa.
Sara la spiava da lontano,ma comprendeva il suo stato d'animo...
Anche il suo potere la distingueva dal resto dei ragazzi per le emozioni che le provocava ogni volta che faceva capolino.
Essere agile come un felino e sapere volare era straordinario fin da quando lo aveva scoperto,ma aveva visto morire i suoi genitori,i suoi familiari...e lei era sfuggita solo grazie alle sue doti.
I sensi di colpa l'avevano divorata fino a quell'età e la corazza di egoismo che la caratterizzava era un'arma di difesa che aveva creato per proteggersi dagli altri.Avevano avvelenato i due ragazzi con il veleno rintracciato da Alexandra;la mente del gruppo.
"Legala alle sbarre della prigione Giulia e tu theo porta il ragazzo nella mia stanza".
I due ragazzi obbedirono all'ometto dai capelli rosso fuoco sulla porta della cella.
Quella che aveva chiamato Giulia era una ragazza magrissima e alta parecchi cm più di lui,con capelli corti ed uno sguardo tagliente.
Theo e Luca si avviarono verso la stanza in fondo al corridoio dell'appartamento adibito a rifugio.
"Mettilo lì" disse Luca a Theo indicandogli una poltrona sgualcita.
Theo fece sedere Sam sulla poltrona e lo schiaffeggiò fino a quando il ragazzo tumefatto in viso aprì gli occhi.
"Buonasera piccolo" disse Luca con un ghigno.
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#Diversamente Normali
Fanfic《Non esiste un mondo,se prima non esiste il bene》 《E il male》 aggiunse l'amica alla sua destra impugnando l'arma. È in atto una delle più grandi guerre del paese. Riusciranno a mantenere in vita il nome dei genitori supereroi o i ragazzini cambieran...