Capitolo 4

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Mathilde si svegliò stordita e si rimise a sedere spingendo la schiena contro la parete ruvida della cella;provò a guardarsi attorno,ma la luce proveniente dalla piccola finestra era sufficiente a malapena per notare le manette che la legavano per le caviglie alle sbarre di metallo su un lato della stanza.
"Dove sono finita?"
Le parole non le uscirono di bocca,eppure quel preciso susseguirsi di lettere e parole le risuonava in testa assillandola.
Dov'era?.
I silenzi sordi erano rotti solamente dal passaggio di qualche macchina fuori dalla finestra e poi...eccoli.
Il consueto rumore di passi che si avvicinavano.
Math si raggomitolò nell'angolo della cella in preda alla paura,sentì la presenza di un ragazzo e poi il tocco delle chiavi sulla serratura che sferragliando si aprì.
"Puoi venire" il ragazzo parlò da un angolo remoto dell'apertura tra le sbarre e Mathilde si alzò.
"D-dove mi stai portando?".Nella voce della ragazza adesso c'era anche una sorta di rabbia mista alla paura.
"Vieni con me" le rispose il ragazzo dalla voce metallica.
Camminarono attraverso uno stretto corridoio buio e poi un altro girando a destra.
"Dove siamo?" urlò Mathilde.
"Ti sto portando fuori di qui.Sta' zitta"
La ragazza rimase sbalordita da quella risposta inaspettatata e continuò a farsi trascinare per il braccio attraverso decine di altri corridoi fin quando non intravide un portone alto e ampio da cui penetrava la luce dei raggi del sole invernale.
"Esci" le intimò il ragazzo guardandosi attorno come se stesse in attesa di qualcuno o qualcosa.
Infilò le chiavi nella serratura del portone e questo si aprì cigolando lievemente.
Mathilde si strinse nel maglione leggero con il quale era uscita per la passeggiata nel parco durante la mattina e corse verso casa.

Ivan e Andrea erano andati in cantina a prendere qualche arma,Sara si vestì velocemente e attimi dopo ritornó in cucina con indosso la sua divisa di pelle nera e il suo giacchettino pesante e metalizzato con all'interno delle tasche anelli di mettallo,un coltello dalla buona affilatura e qualche pugnale dell'elsa nera.
Adele nella tenuta di sua madre stava perfettamente,nonostante la notevole differenza di corporatura.
Electra le aveva affidato il suo ruolo assieme a tutti i suoi poteri quando si era allontanata dalla città e Adele si era allenata duramente per non deluderla.
"Siete tutti pronti?" Chiese Sara mentre giungeva dalle scale il resto dei ragazzi ognuno nella propria divisa.
"Marco è ancora su" disse Marika alzando la zip della sua giacca blu elettrico.
"Ci raggiungerá.Andiamo".
Sara aprì il portone e uscì nell'atrio congelato assieme al seguito di ragazze che parlando a bassa voce tra loro producevano le nuvolette di fiato bianco.
Ivan e Andrea le raggiunsero poco dopo con nelle tasche tutte le armi che erano riusciti a scovare in cantina.
Un fucile da caccia arrugginito,un pugnale scintillante ma piegato all'estremità,anelli di acciaio e metallo,polvere d'argento,un arco e delle frecce e qualche pistola.
"Tutto qui?" Disse Marika notando il poco rifornimento di materia prima che i due avevano addosso.
"Ci basteranno" disse Ivan convinto.
Marco scese dalle scale e si unì al gruppo infreddolito dall'aria di novembre.
"Possiamo andare" proclamò.
Jasmine e Sara in prima fila camminarono verso il cancello e poi alla volta del parco.
"Andrea.Vai tu per primo".
Il ragazzo camminò accelerando il passo per raggiungerle e poi superarle.
Tirò fuori dalla tasca il suo sensore;nessuno sapeva effettivamente a cosa servisse quelll'attrezzo,ma non li aveva mai delusi e sicuro di ciò che avrebbe fatto aprì il cancello del parco e si diresse verso il luogo dove il sensore lo trascinava
"Seguitemi,lei è passata di qui."
I ragazzi gli corsero dietro nel preciso istante in cui lui iniziò a parlare.
Attraversarono tutto il parco e poi furono trascinati fuori dal sensore impazzito attraverso l'uscita posteriore del luogo.
"Correte" gridava senza fiato Andrea mentre cercava di tenere sotto controllo l'attrezzo che aveva in mano e che continuava a spingerlo in avanti.

"Parlami ragazzo" disse Luca soffocando l'amara tossetta che gli aveva spezzato il fiato
"Dove sono i tuoi amici?"gli chiese.
Sam si accomodò alla meglio per non sentire il dolore alla schiena che lo disturbava.
"Non te lo dirò mai" brontolò mentre sputava un rivolo di sangue e saliva dalla bocca.
"Smettila di fare l'arrogante" lo minacciò Luca.
"Dimmelo e sarai libero"
"No!" Urlò lui "meglio la morte".
Fuori pioveva e la nebbia nascondeva i primi raggi del sole che illuminavano l'ufficio,che adesso era nascosto dalle tenebre.
I capelli rossi del ragazzo sopra Sam erano ribelli e selvaggi.
E nella sua voce si notava la sofferenza di un ragazzo vissuto nel mondo del male.
"Dove vi nascondete?"
"Chi sei?" Gridò Sam sempre più arrabbiato.
"Sono chi devo essere" sputò Luca e con un calcio alla poltrona fece cadere Sam in terra.

"Dove stiamo andando?" cercò di chiedere Ivan ad Andrea che si stava infilando in Avenue Street.
Sara diede uno sguardo a ciò che le stava intorno,le ville della strada in cui vivevano avevano dato posto a brutte palazzine popolari in parte disabitate e abbandonate.
"Fa paura questo posto.
Andrea sei sicuro di quello che stiamo facendo?"
All'improvviso Andrea smise di correre e si arrestò sotto la finestra di un Palazzo quasi caduto a pezzi.
"Che fai?!" Gli sussurrò Sara che era strisciata accanto a lui mantenendo la schiena contro la parete del Palazzo.
"Il mio sensore ha smesso di vibrare" le disse Andrea "math è stata qui"
"E Sam?Ci hai pensato?" Gli ricordò la ragazza.
"..." "pensiamo a Mathilde adesso" proseguì Andrea imbarazzato.
Jasmine si allontanò da Marika e affiancò Sara "cosa state facendo qui?"
"Entriamo o no?" Disse Adele dalla parete opposta a quella su cui erano appoggiati i compagni.
Sara penetrò Andrea con uno sguardo ammonitore "dobbiamo entrare se è questo il luogo in cui si trova"
"Io romperò la finestra qui sopra e farò irruzione nella stanza.
Buona fortuna ragazzi" disse Ivan e saltò sopra le loro teste con in mano uno dei coltelli che aveva nelle tasche.
"Andate" gridò Sara mentre Marika le correva accanto.
Jasmine e Adele entrarono nella casa grazie all'aiuto di Ivan ancora sul bordo della finestra.
Marco gli fece da tramite per controllare che la via fosse completamente libera e scomparvero all'interno della stanza al di la dei vetri sporchi.
Sara,Marika ed Andrea erano posizionati davanti al portone di ingresso
"Pronte?" Disse Andrea.
"Al mio tre" fece Marika.

Sam svenne nuovamente e Luca lo sposto con un calcio.
"Inutile" mormorò.

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