Capitolo 8

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Sam non era stato mai molto bravo nel parlare ad una ragazza eppure fece accomodare Jas e iniziò.
La loro amicizia era partita dai tempi dell'asilo e per la verità in quel periodo non era una delle migliori.
Si erano antipatici a vicenda e preferivano ignorarsi piuttosto che conoscersi.
Alle elementari invece cambiò tutto;Jasmine era diventata una ragazza solare e vivace.
Piena di gioia di vivere.
Sam invece era rimasto il ragazzetto timido che faceva fatica a relazionarsi con gli altri.
Avevano fatto conoscenza poco dopo metà anno della prima elementare e da allora si poteva ben dire che quei due si completavano meravigliosamente.
Due metà opposte,ma perfettamente incastrabili tra loro.
Con il passare degli anni la loro relazione era migliorata sempre più e nonostante il mondo fosse diviso dal bene e dal male,i due continuavano a cercarsi,combattendo fianco a fianco.

"Jasmine...noi ci conosciamo da tanto tempo" iniziò Sam a parlarle intimidito.
"Si...da quando eravamo piccini allora?"
"Insomma...io ho imparato a guardarti in modo diverso"
Jasmine smise di giocherellare con il filo che fuoriusciva dalle cuciture del letto.
"In che senso diverso?" Chiese lei.
Il turbinio di emozioni che Sam provava in quel momento era inspiegabile,ma continuò.
"Ho imparato che..."

Ci fu un tonfo al piano di sotto e poi un urlo soffocato da una risata stridula e disumana.
Sam si raddrizzò spaventato bloccando la parola.
Jasmine uscì dalla stanza e si affrettò a scendere al piano di sotto.

Le luci accese che fino a poco prima risplendevano nel salotto erano state spente,forse fulminate.
Le finestre della cucina erano spalancate verso l'esterno e il freddo era glaciale,penetrante.
Surreale.
Non era l'aria dell'inverno,bensì qualcosa di più profondo.
"Cattivi" sussurrò Jasmine a se stessa.
Prese la giacca dall'attaccapanni all'ingresso e si precipitò in salotto con in mano il flash del cellulare.
Fu come cadere per terra e poi essere rialzata da mani invisibili.
Marco.
Dal soffitto provenivano fiumi di sangue che si addensavano per terra in un'unica pozza rivoltante che macchiava le piastrelle lucide.
"MARCO"
La ragazza fu subito sotto di lui.
Penzolante dal soffito attraverso una corda.
Le uscì qualche lacrima e poi si riprese.
Adesso era rabbia quella che provava.
Sam intanto era strisciato fuori dalla camera e cercava a tastoni di scendere dalle scale per raggiungere l'amica sconvolta.
"Jasmine" urlò.
Poi udì il rumore dei suoi pianti e quello dei suoi passi che si avvicinavano nel buio.
Gli tastò il viso alla cieca e poi lo abbracciò.
Il ragazzo rimase immobile,scosso dall'abbraccio.
La spinse via e le afferrò le spalle con gli occhi serrati incastrati nei suoi.
"Cosa è successo?"
Jasmine continuò a piangere incapace di rispondergli.
Capì che Sam le stava stringendo la mano e lo portò lentamente fino al salotto guidandolo con cura.

"Dovremmo ritornare a casa Ivan" disse Sara mentre si liberava dall'abbraccio.
"In effetti"
Ivan guardò l'orologio come per assicurarsi che il sole era realmente tramontato e stava arrivando la sera.
S'incamminarono nuovamente verso la villa in silenzio.
Lui posò il braccio intorno alle sue spalle mentre lei continuava a marciare ritmicamente fino a casa.
"Mi ha fatto bene più di qualsiasi altra cosa quell'abbraccio" gli disse quasi sulla soglia.
"Lo so"
Le scompigliò i capelli e poi infilò la chiave nella serratura del portone.
Due giri e furono dentro.
Non fecero caso al buio insistente e anormale che invadeva l'abitacolo.
"Ragazzi?" ruppe il silenzio Sara.
Ma ancora quella fu l'unica risposta.
Ivan si tolse di dosso l'impermeabile e aiutò la ragazza nel posare la sua giacca.
"Troppo bassa" le disse mentre appendeva il suo indumento.
"Ti piaccio cosi" rispose lei inoltrandosi verso la cucina desolata.
Pensarono ad uno degli scherzi soliti che organizzavano,ma stavolta era tutto paurosamente diverso.
Le finestre aperte,il tavolo ancora imbandito per la cena imminente e l'assenza del rumore di qualcuno che in camera ascoltava la musica ad alto volume.
"Ho paura Ivan"
Si voltò istintivamente verso di lui,che invece fissava un punto fisso nel buio.
"Ascolta"
La ragazza rimase nella posizione in cui si trovava,all'ascolto di qualcosa che potesse i nsospettirla.
Un pianto.
Leggero,ma disperato.

"JASMINE" urlò Sara quando riconobbe i suoi sospiri.
Ivan corse verso il salotto.
Sam e Jas erano appallottolati a terra l'uno sull'altra,mentre lei piangeva con le mani sopra il viso.
Sam era pallido per lo sforzo di sostenerala nonostante avesse la ferita sulla gamba ancora pulsante.
Sara si arrestò.
Vide il corpo di Marco appeso al soffitto e poi il suo sangue.
L'amica in lacrime.

Erano stati attaccati da qualcuno.
"Jas"
Una lacrima le tagliò il viso.
Si avvicinò all'amica per allontanarla dalle braccia di Sam;notevolmwnte sofferente.
Jasmine si alzò e la abbracciò continuando a piangere.
"Vendetta" borbottò mentre tirava su col naso.
"Ci sarà" le disse Sara mentre faceva scorrere una mano di conforto sulla sua schiena.
Ivan aiutò Sam ad alzarsi e lo fece sedere su una delle poltrone vicine.
"Dove sono tutti gli altri?" Chiese Sara.
"Non lo so.
Io e Sam eravamo in camera e abbiamo sentito un tonfo e poi una risata"
Ivan appoggiato al bracciolo del divano era sfinito dell'angoscia.
Gli zigomi pronunciati sul viso scarno,le occhiaie evidenti e la maglia sporca di sangue.
Alla luce del flash che Jas teneva tra le mani,sembrava più stanco che mai.
Sara non l'aveva mai visto così fragile e vulnerabile.
Sam d'altro canto non migliorava il suo stato d'animo.
Disteso scompostamente sulla poltrona,con la bocca spalancata e gli occhi semichiusi.
"Giulia?"
"Sparita anche lei" rispose Jasmine ad Ivan.
"Non possiamo stare con le mani in mano" continuò lui.
"Lo so.
Ma Sam non è in grado di continuare a fare sforzi"
Ivan gli rivolse un'occhiata impietosita.
"So anche questo.
Infatti andrò da solo"
Sara percepì la determinazione dell'amico nella sua espressione,ma non era sicura della sua forma fisica e mentale.
Non poteva andare solo
"Vengo con te" gli disse all'improvviso.
"Non se ne parla." La bloccò lui mentre si avvicinava.
"Tu stai qui" affermò guardandola negli occhi.
Sara non fiatò,si diresse solo verso la porta.
Prese la giacca e la indossò.
"Vaffanculo.
Io vengo con te"
Ivan sorrise stupefatto.
Salutò Jasmine e Sam raccomandando la massima cautela e poi uscì di casa per la seconda volta assieme alla ragazza.

"Dove si va?"
"Da loro" disse lui.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 05, 2016 ⏰

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