Camila- La settimana dopo il trasloco

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«Camila, sei un disastro», mi rimprovera mia madre, quando torno a casa dopo aver trascorso pomeriggio a correre nei boschi, alzando i sassi e rimbalzando tronchi per trovare insetti. Non li ho toccati, e non l'ha fatto nemmeno Dinah. Li trovavamo, gridavamo e lasciavamo che Rae, Lauren e Chris lo raccogliessero e li mettessero nei secchi. Chris è il fratello di Lauren. È veramente simpatico.
Guardo il mio vestito blu e noto una macchia sporca, per tutte le volte che ci ho passato le mani. Anche le mie scarpe nere sono sporche. «Sei una bambina», continua. «Non dovresti sporcarti! A Dinah non piace giocare con le bambole? Dove sei stata?». Incrocio le braccia e abbasso la testa. «Mi dispiace, mamma. Mi ha, ehm, mostrato dei fiori bellissimi dietro la casa di Lauren e Chris». Non ho mai mentito a mia mamma prima. Ma temo che mi porti via i miei nuovi amici se le dico che sono troppo casinisti.
«Chi è Chris? Non hai giocato con un maschio, vero?». Lo dice come se giocare con un ragazzo possa trasmettermi una malattia contagiosa. Scuoto la testa. Non credo di potercela fare a dire un'altra bugia ad alta voce.
«Vai a pulirti e cambiarti prima che tuo padre torni a casa», mi ordina. «Si arrabbierà se ti vede cosi. E noi dobbiamo renderlo felice, non deluderlo».
«Okay mamma», rispondo, togliendomi le scarpe per non lasciare un sentiero sporco fino alla mia camera.

La mattina successiva sono nel nostro giardino a preparare un tavolino con le tazzine da tè, quando Dinah mi raggiunge di corsa. Secondo me non è proprio capace di camminare. Corre sempre.
«Cosa stai facendo?», mi chiede mentre metto una tazza sul piattino.
«Gioco», rispondo, sistemando le sedie come fa mia madre intorno al tavolo della sala.
«Vuoi giocare con noi?» chiede.
«Non oggi», rispondo. Non voglio dirle che mia mamma mi ha ordinato di non sporcarmi. Che mi devo comportare come una signorina. E che questo significa che non posso giocare nemmeno nei boschi.
«Be', posso stare qui con te allora?» Alzo la testa sorpresa. «Vuoi bere il tè?»
«Certo!», esclama eccitata. «Aspetta. Vado a mettermi anch'io un vestito». Poi scappa via, tagliando attraverso la fila di alberelli di Natale, verso casa sua.

Quella settimana Dinah è venuta a casa mia ogni mattina. Dopo pranzo giocava con Lauren, Chris e Rae. Ho cercato di non essere troppo triste, ma è stato inevitabile. Dal mio giardino li sentivo ridere, sentivo Dinah e Rae discutere come al solito. Ho provato ad ignorarli e fare altro per tenermi occupata. Aiutavo mia mamma a infilare i fiori nei vasi del nostro giardino, a sistemare la casa, a preparare la cena per papà.
I fine settimana erano il momento più difficile, perché la famiglia di Lauren faceva la grigliata. Ci invitavano, ma noi dovevamo andare a trovare la nonna. Dove vive mia nonna non ci sono bambini. Solo altri vecchi. Ora che è finalmente lunedi, non vedo l'ora di vedere Dinah. Sono in piedi vicino agli alberi, la sto aspettando. Vorrei andare a casa sua a chiamarla, ma mia madre dice che non è educazione autoinvitarsi. Nemmeno se è per invitarla a casa mia. Quando Dinah finalmente scende i gradini di casa inizio a sorridere, ma lei si dirige verso casa di Lauren. Per poco non inciampa nel laccio delle scarpe e si o ferma ad allacciarlo. Poi alza la testa e mi vede. lo non dico nulla, lei mi saluta con la mano.
«Ciao, Camila! Indovina?». Corre verso di me, la coda di cavallo salta su e giù. «La casa sull'albero è finalmente pronta. Il papà di Chirs e Laur aveva ospiti nel fine settimana e gli hanno dato mano a finirla. Vuoi venire a vederla?»
Apro la bocca per dire di si, perché anch'io sono emozionata all'idea di vederla. Poi però guardo il mio vestito rosso e le scarpe bianche e chiudo la bocca.
«Io... ehm».
Vorrei dirle che non posso sporcarmi, che le signorine non dovrebbero correre nei boschi. Ma non voglio che pensi che per me non è una signorina, rimarrebbe ferita.
Dinah mi prende la mano. «Dài».
Praticamente mi trascina a casa sua. «Devo avvisare mia mamma che vengo da te», le dico voltando la testa verso casa.
Entriamo in casa e sua mamma esce dalla cucina.
«Ciao, dice. Tu devi essere Camila. lo sono la signora Jane, la mamma di Dinah».
«Ciao», rispondo, giungendo le mani. «Mi ha invitata Dinah, ma prima devo assicurarmi che mia mamma sia d'accordo se sono qui».
«Stavo proprio per passare da lei per un saluto. Le diro che state giocando. Dinah, dove andate?».
«Alla casa sull'albero», dice lei.
«Uhm», mormoro con il cuore che batte all'impazzata. «Io non...».
«Non preoccuparti»,  mi rassicura Dinah. «Mamma, alla signora Cabello non piace che Camila si sporchi. Quindi le presterò i miei vestiti per evitare che si ficchi nei pasticci. Okay?».
Non posso credere a quello che ho sentito.
La signora Jane sorride. «Capisco Quello è un vestito carino. Ed i boschi non sono il posto più adatto ad un paio di scarpe bianche. Fai pure».
Dinah si precipita su per le scale ed io esito, guardando la signora Jane perché non sono ancora sicure che non finirò nei guai.
«Rimarrà un segreto, okay?». Mi fa l'occhiolino.
Sorrido. «Okay».
Salgo le scale mentre Dinah urla: «Camila, ti sbrighi?».

never without you- CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora