Capitolo 4

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Avete presente quel momento drammatico in cui siete stesi sul vostro letto caldo con alcora le lenzuola soffici avvolte attorno al corpo e gli occhi non ancora abituati alla luce dopo il vostro soave risveglio? Quel momento in cui vi guardate attorno spaesati e ripensate alla notte prima assaporando sulle labbra ancora impastate e secche i momenti passati prima di addormentarsi, momenti confusi e quasi annebbiati per la stanchezza? Avete presente poi quel preciso momento in cui come un fulmine a cielo aperto tutto diventa nitido e vi ricordate le cose fatte il giorno primo, cose in genere irrilevanti, ma non sempre, infatti esistono quegli orribili momenti in cui vi ricordate di aver preso una decisione, una di quelle importanti, una decisione sulla quale non avete riflettuto, una decisione che avete preso con impulso e stupidità? 

Ecco io sto vivendo quel momento.

Come ho potuto dire sì a Calum, come ho fatto ad essere così idiota da farmi convincere dai suoi sorrisetti da cucciolo e dai suoi occhi dolci, come ho potuto promettergli un viaggio di un'anno senza neanche averci pensato per più di trenta secondi?
Dove li prendo i soldi per una cosa del genere? Da quanto mi ricordo non mi risulta di avere lo stesso reddito delle Kardashian, anzi a malapena arrivo a quello del netturbino Bobby.
Come ho potuto perdonarlo con tanta facilità dopo cinque anni di silenzio e indifferenza da parte sua? Ora penserà che sono una facile, una che si lascia convincere, ma chi voglio prendere in giro lo sono sempre stata, mi bastava che lui dicesse una cosa, anche la più stupida per farla, non ho mai rifiutato le sue stupide proposte.

E mia mamma? Mia mamma mi ucciderà, non appena saprà di questa cosa prenderà il mestolo della nonna e mi colpirà a ritmo di Holiday dei Green Day.
E lo zio? Come posso lasciare il lavoro? COn che scusa poi? Hey zio, volevo avvisarti che sto per partire per un'avventura con Calum Hood, ricordi? Già il bassista di fama mondiale che da un giorno all'altro è spuntato proprio come una vescica sotto il piede, ti manderò una cartolina comunque.

Dio sono una tale idiota.

Mi passo una mano trai capelli lasciandomi sfuggire un verso di frustrazione misto a nervoso tipico di quando vorrei soffocarmi con un cuscino per le mie stupende scelte di vita rigorosamente e magnificamente sbagliate e suicide.
Mentre continuo a tentare il suicidio con il cuscino sento il mio cellulare vibrare sul mio comodino, alzo la testa di scatto afferrando il mio cellulare rosa peloso e ammirare per qualche istante il mio sfondo con Louis Tomlinson prima di sbloccarlo e notare un messaggio da un numero sconosciuto.

-Non te ne stai pentendo vero?
- Il fatto che tu abbia letto il messaggio e che non abbia ancora risposto comincia a farmi pensare male, nana.
-Ho un tumore.

Alzo gli occhi al cielo per l'ultimo messaggio, solo lui può trovare così divertente usare la sua malattia contro di me per farmi cambiare idea, stringo il telefono tra le mani prima di sbuffare e cominciare a scrivere.

-Ti ho già detto che il pass malattia terminale con me non funziona, smettila di ripeterlo. 
Calum; Dunque sarai la mia compagna di avventure?
-Suona male detto così.
Calum; La mia groupie? 
- Stai peggiorando sempre di più Calum.
Calum; la mia ragazza di strada?
- Sto decisamente cambiando idea.

Calum; la smetto, ci vediamo dopo, devo solo convincere mia madre a smettere di darmi tisane puzzolenti e schifose.
- Okay, io tento di parlare con mia madre, non ti assicuro niente.
Calum; Perfetto, ti voglio bene mia zoccoletta preferita.



"Dylan smettila di aggiungere cioccolato su quei pancakes, non ho alcuna intenzione di sentirti lamentare per tutto il giorno per il mal di pancia" Entro in cucina con ancora il mio pigiama addosso e uno sguardo stanco e anche un po' timoroso, non è mai stato facile chiedere cose a mia madre, anche perché maggior parte delle volte la risposta è no.

ONE YEAR // CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora