Capitolo 12

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Ci sono momenti per ciascuno, specialmente per i figli unici, in cui si prova il desiderio di avere un fratello o una sorella.
Momenti in cui magari ci ritroviamo seduti sul divano ad annoiarci e pensiamo che forse un po' di compagnia da parte di una sorella non dispiacerebbe, momenti in cui non sappiamo con chi andare a fare un viaggio e forse la presenza di un fratello sarebbe d'aiuto, momenti in cui semplicemente ci piacerebbe poter confidarci con qualcuno di più speciale che un amico o un ragazzo, qualcuno con il proprio sangue, qualcuno con cui si condivide persino il bagno a volte.
I fratelli e le sorelle sono sempre un dono, non importa la loro età, la loro stronzaggine, le cattiverie fatte in passato o quelle che faranno prima o poi, in qualche modo loro ci saranno sempre per noi, saranno sempre le persone che ci conosceranno meglio e anche quelle che adoreranno sempre farci fare figuracce davanti agli altri, ma nonostante tutto, saranno sempre importanti.

Già.
Una volta anche io avevo questo dolce pensiero sui fratelli, già avevo, poi è arrivato Dylan.

Descrivere mio fratello non è difficile, anzi è piuttosto facile farlo tramite una metafora, immaginatevi una grossa nuvola nera in lontananza in un cielo completamente azzurro, cercate di vedere questo cumulo di nubi scure in avvicinamento, provate a sentire il solito odore di pioggia che le accompagna ed ora provate a pensare a quella nuvola enorme e minacciosa come un ragazzino di dieci anni alto un metro ed un tappo e di trenta chili, come quella nuvola sembra quasi innocuo, lontano, eppure dentro di noi lo sappiamo che prima o poi, quella nuvola deciderà di abbattersi su di te sfogando tutta la sua rabbia con i suoi tuoni e distruggendo qualsiasi cosa con i suoi tuoni, proprio come Dylan.

"Mettilo immediatamente giù" Dico puntando i piedi per terra e guardando severamente mio fratello minacciandolo con il mio spazzolino da denti, il moccioso sorride prima di spostare i suoi occhi nocciola sul suo tesoro preso in camera mia e sorridere malizioso.
"Perché dovrei farlo? Ti vergogni?" Chiede facendo roteare sul suo dito il mio reggiseno in pizzo semi trasparente e facendo il cretino come al solito.
"Dylan, sono seria, è di Victoria's Secrets e costa molto dunque togli le tue mani sudate e schifose dalle mie cose" Dico guardandolo male cercando di avvicinarmi a lui ma prima che possa farlo lui si volta correndo lungo il corridoio fino ad arrivare in salotto.

"Mamma Dylan sta facendo il bambino" Urlo esausta di questi comportamenti e Dylan ride saltando sul divano.
"Io sono un bambino, tu che scusa hai?" Chiede sfottendomi per il mio tono da bambina di tre anni ed io alzo gli occhi al cielo prima di lanciargli il mio spazzolino da denti che viene schivato abilmente dal moccioso.

"Vi prego, sono le otto di mattina, abbassate il tono" Dice mia madre uscendo dalla sua stanza in camicia da notte con i capelli spettinati ed uno sguardo zombie.
"Mamma Dylan mi ha rubato il reggiseno" Dico io indicando l'idiota davanti a me il quale continua a giocare con il mio intimo.
"Dylan, smettila di fare il cretino e dagli il reggiseno e te Rebecca smetti di urlare ti prego" Dice mia madre versandosi del caffè nella sua tazza ed io sorrido soddisfatta a mio fratello il quale alza gli occhi al cielo scendendo dal divano e dirigendosi verso di me ma prima che possa consegnarmi il mio intimo il suono del campanello lo blocca facendolo poi scattare verso la porta.

"Non aprire con quello in man..." Inizio ma Dylan mi ignora aprendo senza problemi la porta e facendo un gran sorriso alla persona davanti a lui il quale ricambi allo stesso modo.
"Hey Cal" Saluta il marmocchio battendo il cinque al ragazzo sulla soglia di casa mia il quale spettina Dylan dolcemente prima di puntare la sua attenzione sulle mani del piccoletto.
"Dylan perché hai un reggiseno in mano?" Chiede ed io alzo gli occhi al cielo prima di raggiungere il marmocchio e togliergli bruscamente l'intimo dalle mani prima di guardare il moro davanti a me il quale mi sorride divertito.

"Non sapevo ti piacesse il pizzo" Dice malizioso Calum ed io alzo gli occhi al cielo sorridendo prima di scuotere la testa e nascondere il reggiseno dietro le mie spalle.
"Cosa ci fai davanti alla mia porta alle otto di mattina?" Chiedo poi cambiando argomento e Calum mi guarda incredulo prima di incrociare le braccia al petto e sorridermi.
"La vera domanda è perché sei ancora in pigiama, noi ti stiamo aspettando" Dice lui ed io corruccio lo sguardo confusa.
"Noi?" Chiedo ed il moro sorride prima di spostarsi leggermente permettendomi di vedere oltre di lui alla fine del mio giardino una macchina parcheggiata con le quattro frecce accese e tre ragazzi a bordo.
"Carino il reggiseno Rebecca" Urla Michael per poi scoppiare a ridere ed io arrossisco prima di mandarlo amichevolmente a fanculo con il dito medio.

ONE YEAR // CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora