Introduzione, il diario di Kurt

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Caro diario...
Le labbra più belle che abbia visto, le più attraenti, avevano un odore di secco. Erano violacee e sigillate come dopo un pianto. Erano di sicuro labbra sulle quali erano morte molte parole e resuscitati alcuni sogni.
Chissà che sapore ha il viola? Che sapore hanno le parole morte sulla soglia delle labbra? Che calore una lingua che non turba mai il silenzio?
E gli occhi...
Anche questi erano i più belli che avessi visto, di un anonimo nocciola incorniciato da occhiaie rigonfie. Le stesse di chi non dorme, di chi pensa troppo. Erano occhi apparentemente superficiali. Prosciugati dall'aver spiato troppo nella voragine fagocitante che è il proprio sé . E poi aveva un pallore del viso e la magrezza di chi è incendiato da ogni desiderio e digiuna di tutto il resto.
La bellezza ideale per me è quella sfiorita dall'immaginazione. Quella di chi vive una vita allucinata, quella di chi si è svegliato e si trascina a fatica perché ha dentro il petto la sua stessa casa.
La bellezza ideale è come quella di un fiore appassito-

 La bellezza ideale è come quella di un fiore appassito-

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Kurt Cohen,
Washington
11 febbraio 2013

NUMB- INSENSIBILE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora