Capitolo 6. Al cimitero

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Un altro vuoto di memoria e ci ritroviamo a posteggiare sotto i rami penzolanti di un albero scheletrico e ispido.
Alice è entusiasta, come me adora le storie d'orrore, Gea un po' meno, è il tipo che finisce sempre col sacrificarsi per fare felici gli altri. So benissimo che non è contenta di essere qui, leggo la paura nei suoi occhi, eppure non dice nulla per non scontentare nessuno.
Quando Jeremy si accorge che nessuno accenna a scendere dalla macchina si gira verso di noi, e inarcando le sopracciglia ci domanda implicitamente quale sia il problema.
Per un attimo i nostri sguardi si incrociano, ma immediatamente abbasso lo sguardo. Mi schiarisco la voce: <<Gea, non sei costretta a fare qualcosa che non vuoi...>>.
Non riesco a completare la frase che Alice porta gli occhi al cielo e Jeremy, seccato, scende dalla macchina. Scendiamo anche io, Alice e Gea, ma notiamo che Evan Fox, ubriaco fradicio, si è addormentato con la bava che gli cola dalla bocca.
<<Eww...>> fa Alice, senza neanche nascondersi troppo. E rivolge uno sguardo folle in lontananza a Jeremy, come a chiedergli ma dove l'hai trovato questo tipo?
Jeremy abbassa lo sguardo e sorride, schivando la domanda.
Tra me e Gea saetta un brevissimo sguardo.
<<Lasceremo che dorma in auto>>
Borbotta Jeremy una volta imboccata la stradina che porta alla cripta sotterranea.

<<Comincio col raccontare una storia di fantasmi>> esulta Alice; Gea, seduta a gambe conserte, indietreggia con le mani trascinandosi a fatica all'indietro: <<Fantasmi? Non potremmo, non so, raccontare storie di alieni, lupi mannari, incubi?>> Jer...

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<<Comincio col raccontare una storia di fantasmi>> esulta Alice; Gea, seduta a gambe conserte, indietreggia con le mani trascinandosi a fatica all'indietro: <<Fantasmi? Non potremmo, non so, raccontare storie di alieni, lupi mannari, incubi?>> Jeremy tossisce fragorosamente, e tutte rivolgiamo lo sguardo verso di lui. Fa cenno di non preoccuparsi, e si schiarisce la voce. Allora Gea continua <<... Insomma, fantasmi? Al cimitero? Vi ho accontentati sul venire qui, voi potreste accontentare me parlando di altro. È troppo difficile?>>; <<Oh, è giusto come dici>> rispondo, spegnendo con uno sguardo di rimprovero l'espressione di protesta di Alice, pronta a lagnarsi ancora.
<<Ok>> pronuncia secca Alice. <<Tu, signorina paura, mi hai ricordato una leggenda mozzafiato. Adesso ve la racconto. Posate i cellulari, userò solo la mia torcia>>.
Facciamo come dice, mentre mi avvicino a Gea per evitare che si spaventi troppo.
<<Di base la storia assomiglia a Twilight e The Vampire diaries. Cioè parla di vampiri, ma spiega che non sono quelli che noi ci siamo abituati a conoscere tramite libri, film e serie TV. Diciamo che il sangue viene identificato come linfa vitale, ed è una metafora per l'energia delle persone. Insomma, questa leggenda dice che i vampiri esistono davvero, ma non mordono mica. Anzi, provano a diventare tuoi amici, all'inizio si mostrano gentili e ti seducono con il loro fascino. Dopo, invece, iniziano a comportarsi diversamente. Iniziano a manipolarti, ti instillano dubbi su te stesso con lo scopo di aggredire la tua autostima e suscitare ansia e paura. Qui inizia la parte inquietante, perché mia zia, che crede di essere una medium o qualcosa del genere crede di averne conosciuto uno tanti anni fa, quando i miei nonni si sono trasferiti qui. Lei ha percepito che questa persona provava a renderla triste. A far emergere il peggio di lei. E faceva finta di farlo per aiutarla ad "evolversi spiritualmente" ma in realtà si stava nutrendo di lei. Mia zia ha iniziato a vedere in sogno questa persona. Qui è quando la storia si mette male, perché significa che la persona ha abbassato le difese, e per quel vampiro... Ehm, per quell'incubo, è ora di nutrirsi a tutte le ore del giorno e della notte. Finché, eventualmente, non sarà riuscito ad abbandonare il suo corpo fantoccio, che ai nostri occhi è solo un'illusione, per occupare quello del malcapitato.>> Guardo Gea guardarsi attorno spaventata e le stringo la mano. <<Gea, è solo una storia!>> Ma lei si avvicina e mi bisbiglia all'orecchio: <<... Ma è capitata alla zia di Alice!>> Le stringo più forte la mano, invitandola a non interrompere Alice che ci guarda male. <<Ok. Scusaci per l'interruzione. Dicevi?>>; <<... Dicevo che mia zia Clara, sì, lo so che è un po' strana. Ma dice di aver vinto quella cosa e di averla intrappolata proprio qui al cimitero. Non serve alcun paletto, né aglio, né niente. Loro muoiono se offri loro il contrario della paura. Muoiono se dai loro amore. Non so se muoiono letteralmente, perché zia Clara dice di aver visto quella persona diventare inconsistente. E poi con un rito o che so io l'ha intrappolata qui. È doveroso ricordarvi che mia zia è ricoverata in psichiatria!>> balbetta ridendo. Non so se questa storia mi fa paura, non mi impressiono facilmente. Jeremy, invece, sembra tranquillo, anzi annoiato: <<I Cohen non hanno paura di niente, eh?>>... Non ottengo risposta. Ma dopo qualche secondo mi fissa torvo negli occhi e puntandosi la torcia di Alice sotto il mento dice: <<La mia unica paura è che nessuno abbia più paura, morirei di fame>> ridacchia. Gea lo guarda accigliata. Io seguo Alice che si sta già dirigendo nel punto preciso della cripta dove zia Clara dice di aver imprigionato quel... Qualcosa. È vero che la notte di Halloween regala sempre delle sorprese. Perché di fronte a me, dentro quella cava mezza franata e lercia compariva lo stesso simbolo del medaglione che indossava la signora raffigurata nella foto di Kurt che mi era capitata tra le mani qualche momento prima.

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