Prologo

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Il ragazzo correva per il vicolo, sapeva che non poteva fermarsi, se fosse riuscito ad arrivare alla strada principale sarebbe stato salvo, corse per lo stretto vicolo e finalmente riuscì a vedere la luce della strada sicura quando un'altra di quelle cose gli atterrò davanti, era umana ma aveva una maschera che lo faceva assomigliare più a un mostro; fu costretto a fermarsi e si voltò indietro solo per scoprire che il suo inseguitore lo aveva raggiunto, anche quello indossava una maschera, entrambi iniziarono ad avvicinarsi, passo lento ma deciso, il ragazzo afferrò la pistola che portava in tasca e mirò al suo inseguitore senza neanche accorgersi che l'altro uomo gli era alle spalle; fu un colpo netto e il ragazzo cadde a terra in una pozza di sangue, l'uomo con la maschera bianca oramai macchiata di rosso si inginocchiò davanti al corpo estraendo un coltello, iniziò a incidere la carne con una certa esperienza e in pochi minuti trovò tutti i pezzi che cercava, l'uomo si voltò verso l'altro indossante una maschera gialla che prontamente gli porse un sacchetto plastificato, la maschera bianca infilò il bottino dentro il sacchetto e prontamente se ne andò; fu solo sei ore più tardi che dei passanti trovarono il corpo.

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Maschera gialla bussò alla porta della fabbrica abbandonata, nessun rumore dall'interno:

-Serviamo il nostro signore.

Disse a bassa voce la maschera bianca, prontamente la porta si aprì mostrando un uomo questa volta non mascherato, si scostò e li fece entrare richiudendo la porta, camminarono senza dire una parola per gli scuri corridoi fino a imbattersi in uno dei membri anziani, una donna sulla trentina con capelli di un biondo cenere e occhi rossi, pelle più chiara di un cadavere; maschera bianca si chinò leggermente mentre porgeva la borsa contenente le offerte al suo maestro, la donna le prese e si voltò.

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La donna dai capelli cenere si avviò per svariati corridoi uno meno illuminato dell'altro, dopotutto il loro signore non amava la luce in tutte le sue forme, davanti a una porta la donna si fermò e bussò, un respiro regolare poteva essere sentito dall'interno e non ricevendo ordini contrari entrò, la stanza era completamente buia e l'unica luce era quella che filtrava dalla porta appena aperta, la donna entrò, in fondo alla stanza seduto su quella che doveva essere la ex-scrivania del direttore c'era una figura, un lungo abito nero la adornava, era incappucciato come sempre e quando si voltò la donna poté scorgere chiaramente la maschera blu con due fori da cui colava un liquido nero, si avvicinò come aveva fatto molto volte negli anni passati e porse inchinandosi la borsa al suo signore, il Senzavolto.

N.A.

Sono ben accette critiche positive e negative.

Dietro la maschera del MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora