Cap. I P.2

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La donna stava osservando il suo signore nella fase più importante della giornata, il nutrimento, era anche l'unico momento in cui lei e lei sola poteva vedere una piccola porzione del volto del maestro, in quei preziosi momenti il maestro sollevava la maschera per mangiare e si poteva osservare una pelle grigiastra e dei denti gialli mentre masticava il suo macabro pasto, l'unico rumore era quello emesso dal maestro e il tonfo delle gocce di sangue che cadevano a terra dopo aver attraversato il mento del suo signore.

La donna lo osservò pensando a quante volte aveva visto quella scena, era stata da sempre la mano destra del maestro fin da quando lui l'aveva trovata più di venti anni fa; aspettò pazientemente che finisse il suo pasto prima di avvicinarsi:

-Master?

Chiese con un'espressione ansiosa, il maestro si voltò verso di lei sistemando la maschera blu nuovamente, in questo momento aveva la sua attenzione:

-Avete mangiato più velocemente del solito, c'è qualcosa che vi preoccupa? Qualunque cosa sia me ne posso occupare.

Lui scese dalla scrivania e si avvicinò a lei a passo lento, la superava di almeno dieci centimetri ma una volta che le fu di fronte appoggiò la sua mano sulla sua testa, quel semplice gesto la tranquillizzò come aveva fatto per anni, poi un sussurro le arrivò all'orecchio come se fosse stato portato da un vento inesistente che aveva viaggiato per centinai di leghe insieme a quel messaggio:

-Lei è tornata...

E la donna dagli occhi cremisi sapeva che quel 'lei' non poteva essere riferito che a una persona, ma non avrebbe permesso al maestro di mettersi in pericolo per colpa di quella forma di vita inferiore, lei lo avrebbe protetto, curato e nutrito fino a che avessa avuto la forza di farlo.

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La donna dai capelli color cenere scese dal taxi senza una parola e si diresse verso la prigione, entrò e si avvicinò alla reception:

-Ho prenotato una visita a James Arrow.

Il poliziotto al di là del vetro controllò sul suo computer prima di dare il via libera alla guardia che l'avrebbe scortata.

Camminarono per lunghi corridoi molto malridotti, la vernice qua e là era caduta e le luci ogni tanto avevano un blackout di poco meno di un secondo; venne condotta fino a una porta nera che si spalancò, all'interno c'erano due divani con tra loro un tavolino, seduto su uno di questi c'era un giovane uomo che non arrivava neanche ai vent'anni, la donna entrò e si avvicinò al giovane che alzò subito lo sguardo su di lei:

-E lei chi è?

Il suo sguardo era smorto e la sua voce spenta:

-Io sono solo una semplice serva.

-Una serva?

Non sembrava sorpreso ma solo un po' confuso:

-Si, e il mio maestro ha una proposta per te.

Non avendo risposta continuò:

-Mio signora ha visto del potenziale in te e vorrebbe che tu ti unissi a lui e all'Ordine.

-Hai idea di quello che stai dicendo? Ora che hai dichiarato di appartenere all'Ordine non potrai più uscire di qui.

Disse il giovane; a quella affermazione la donna sorrise, era un sorriso morbido come quello che si fa ad un bambino che non capisce ciò che afferma:

-Ed è qui che ti mostrerò o meglio mostreremo il potere del nostro signore.

Fece un cenno alla guardia che era stata per tutto il tempo appoggiata alla porta, lui si avvicinò e le porse una borsa, lei ci frugò dentro e ne estrasse due maschere, una bianca e una rossa; si infilò la rossa e si rivolse alla telecamera che li filmava dall'angolo della stanza:

-Segui il piano e cancella ogni video in cui vengono riprese le nostre facce, questa è la volontà del maestro.

Poi tornò a esaminare il giovane porgendogli la maschera bianca:

-E quindi sei pronto a seguire, obbedire e sacrificarti per il maestro? Che in cambio della tua fedeltà ti donerà una nuova vita e famiglia.

Il novizio fisso la donna e poi la maschera e prese la sua decisione allungando la mano:

-Molto bene, ed ora continuiamo.

A quelle parole la luce si spense facendo sprofondare la prigione in una tenenbra di caos.

N.A.

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Dietro la maschera del MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora