Mikayu (red)

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Non mi lasciare

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Non mi lasciare...

Vita di un demone bramoso del liquido rosso che scorre nei corpi, vita di rimpianti, di lotte, di abusi, di speranze spezzate in un battito di ciglia. Una vita rubata alla mia stessa famiglia.
Quel giorno, quel maledettissimo giorno, torna a tormentarmi ogni minuto della mia esistenza.

Chiudo gli occhi: risento i miei fratelli urlare, vedo il loro sangue cremisi dipingere quel pavimento bianco splendente, le loro membra, prive di vita, lasciate cadere al suolo, mentre i passi dell'assassino contornano le grida di morte strozzate in gola.
La voce di Yu, mentre impugna la pistola in un vano tentativo di fermare quella strage, riecheggia nelle mie orecchie, come quei colpi sparati, ricolmi di rabbia.
Le lacrime fredde che scendono sul mio volto, segnando solchi profondi sulla pelle candida, accompagnate dalle dalle mie urla disperate.
Il dolore di quell'arto mozzato, di quelle dita, già macchiate di sangue, che trapassano il mio petto, facendosi largo tra le carni.
Quell'ultimo gemito, quell'ultimo tentativo di salvare almeno lui, la persona per cui ho continuato a vivere sotto le spoglie della stessa razza che ha distrutto ogni cosa, Yuu-chan.
Poi, quelle parole, così felici, ma al contempo, così cariche di tristezza e rimpianto: "Hai detto che siamo la tua famiglia per la prima volta..."

È tutto impresso a fuoco nella mia mente, ogni attimo di quel candido inferno.
Riapro gli occhi, ritorno alla realtà che mi circonda: sotto le palpebre si sono formate gemme salate, le quali cadono lente fino ad arrivare a bagnare la sabbia sotto i miei piedi, creando gocce scure, che risaltono in quel suo colore tenue.

"Mika".

Mi chiama una voce familiare alle mie spalle. Mi volto a guardare, stropicciando gli occhi con il dorso della mano per cercare di cancellare le lacrime versate.

"Yuu-chan" -dico con voce tremante.

"Tutto bene?" -mi chiede poggiando la mano sulla spalla e sedendosi accanto a me, di fronte al tramonto che increspava i suoi raggi nelle onde del mare.

"Si, si, sto bene Yuu-chan" -rispondo poco convinto, piegando le labbra in un sorriso accennato.

"A me non sembra, perché stai piangendo?" -domanda lui inarcando le sopracciglia.

"Non sto piangendo..."-cerco di smentire, provando ad eliminare anche quelle ultime gocce rimaste, accentuando il mio sorriso, palesemente falso- Mi è solo entrato qualcosa in occhio!".

"Si certo, fammi indovinare, un polpo ti è saltato in faccia sputandoti in un occhio?- ridacchia provando a strapparmi una risata, prima di incupirsi leggermente e assumere un tono serio, quasi non da lui- Stai ripensando a quel giorno, non è così?"- intuisce, per poi incrociare le braccia sulle sue gambe strette al petto.

"Si...- annuisco alzando lo sguardo all'orizzonte- Non posso fare a meno che chiedermi se solo fossimo rimasti lì, se solo non avessi accettato di offrirmi a Ferid, se solo non avessi trovato quella mappa, forse loro, adesso, sarebbero tut-"

~One Shot~ Sex And Love YaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora