Capitolo Due || Un appuntamento inaspettato

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«É l'ora del the!»

«É tardi! È tardi!»

«Alice, muoviti, è l'ora del the!»

La fanciulla arrancò dietro il passo svelto del Bianconiglio, chiedendosi come una creaturina tanto piccola potesse essere così veloce. Sollevò un poco la lunga gonna dell'abito che indossava e aumentò l'andatura, sebbene, per qualche strano motivo, la figurina saltellante del Bianconiglio appariva sempre più distante. La sua vocina stridula divenne un eco in lontananza. «É l'ora del the, Alice! Lui ti sta aspettando!»

Lui? Lui chi?

Alice corrugò la fronte e si mise a correre, ansimando per lo sforzo causato dalla difficoltà di muoversi rapidamente con un vestito tanto scomodo.

«Alice!»

Il Bianconiglio si gettò all'interno della sua tana, la stessa che Alice aveva conosciuto come l'ingresso per il Paese delle Meraviglie. Di colpo non lo vide più, così strinse i denti e si preparò al salto nel vuoto. La caduta verso Sottomondo non era mai stata particolarmente piacevole.

«Alice, è l'ora del the!» continuava a gridare il Bianconiglio, la voce sempre più lontana.

«Arrivo!» rispose per la prima volta la fanciulla. Giunse in prossimità della grossa buca nel terreno, a ridosso della grande quercia, quando scoprì che la tana del coniglio era stata sigillata. Com'era possibile? Si chinò per esaminarla, ma non vi era il benché minimo spiraglio di luce che filtrasse. Come avrebbe fatto a raggiungere Sottomondo?

«Alice! Non farlo aspettare! Lui è impaziente di rivederti!»

Alice avvertì uno strano formicolio espandersi alla base del petto e non poté fare a meno di pensare che il Bianconiglio si riferisse al Cappellaio Matto. Che fosse lui il famoso Lui ansioso di rivederla? L'idea la rendeva emozionata e nervosa al tempo stesso, non avrebbe nemmeno saputo spiegare il perché.

«Alice!»

Alice si ridestò dai propri pensieri maliziosi e tornò a meditare sul modo in cui intrufolarsi nella tana del coniglio. Sembrava impossibile accedervi. Provò a scavare nel terreno, ma le fu impossibile, quasi fosse incollato indissolubilmente. C'era qualcosa che non le tornava.

«Alice! È l'ora del the!»

La voce stridula ed insistente prese a batterle in testa, tant'è che la fanciulla fu costretta a tapparsi le orecchie.

«Alice!»

«Alice!»

«ALICE, SVEGLIATI!»

Alice riaprì gli occhi di scatto e, per la seconda volta nel giro di pochi minuti, si ritrovò distesa sul proprio letto. Accanto a lei c'era la madre che la fissava duramente, con le mani puntate sui fianchi: aria di guai.

«Potresti spiegarmi cosa ci fai a letto in pieno pomeriggio?» scandì severamente la donna. Tiratasi su a sedere, Alice prese a massaggiarsi le tempie, nel tentativo di ridestarsi completamente. Era assurdo come continuasse a sognare il Paese delle Meraviglie: ogniqualvolta chiudesse gli occhi le apparivano dinanzi il Bianconiglio, il Brucaliffo, la Regina Bianca, lo Stregatto...Tarrant. Si succhiò il labbro nel ripensare a quest'ultimo e sperò con tutto il cuore di non essere avvampata come credeva. Tuttavia, la sua era una speranza vana, perché la madre le rivolse uno sguardo accigliato, pronunciando:«Si può sapere perché sei diventata tutta rossa?»

La fanciulla posò per la prima volta gli occhi su di lei e sollevò impercettibilmente gli angoli della bocca. «Beh, ecco...»

Dinanzi allo strano balbettio della figlia, Helen Kingsley alzò gli occhi al cielo ed emise un profondo sospiro. «Alice...Devo dedurre che le tue gote si siano tinte di rosso nel rammentare chi ti sta aspettando al piano di sotto?»

Alice dischiuse le labbra per replicare, ma le parole le morirono in bocca. Inarcò le sopracciglia e si raddrizzò. «C-cosa dici, madre?»

Non poteva credere che...Ma no, non sarebbe stato possibile. O forse sì?

La donna le porse la mano e l'aiutò ad alzarsi dal letto, per poi trascinarla verso il guardaroba. «Avanti, rinfrescati e cambiati d'abito. Noi ti aspettiamo di sotto.»

«Noi chi, madre?»

Helen la sospinse di fronte al grosso specchio ovale e, standole alle spalle, le raccolse i lunghi capelli biondi con entrambe le mani, provando diverse acconciature. Sorrise incrociando il suo sguardo preoccupato attraverso lo specchio. «Sono certa che sarai felice di vederlo. Ha detto che non poteva più limitarsi a sognarti. È impaziente d'incontrarti.»

Alice strabuzzò platealmente gli occhi, rivelandone così tutta la luminosa bellezza. La donna le lasciò ricadere i lunghi boccoli e gliene sistemò affettuosamente uno dietro l'orecchio.

«Non farlo attendere oltre. Il the è già in tavola.»

Il the! Lui che non poteva più limitarsi a incontrarla nei sogni...Che fosse davvero Tarrant? Dopotutto si erano salutati con la promessa di vedersi nuovamente nella dimensione onirica, prima che lei decidesse di ricomparire a Sottomondo. Per qualche strano motivo, Alice aveva dato per scontato che avrebbe avuto l'occasione di tornare nel Paese delle Meraviglie quando avesse voluto, ma non si era mai posta il come né il perché. In fondo, l'ultima volta in cui era incappata nella tana del coniglio era stato nella tenuta degli Ascot, ma non sapeva se avesse una sede fissa o se comparisse in questo o in quel luogo, a seconda delle sue esigenze.

«Alice! Smettila di perderti nei tuoi pensieri e preparati!» la sgridò la madre. Lei obbedì prontamente e si apprestò ad indossare un vestitino bianco con la gonna a balze, lunga fin sotto il ginocchio, e il corpino che le fasciava il busto snello. Sembrava una sposina, ma il bianco stava a meraviglia sulla sua carnagione lattea. Si ammirò distrattamente, stupendosi di quanto fosse cresciuta. La sua figura slanciata era messa in evidenza da gambe lunghe e affusolate, sebbene non fosse troppo alta; gli occhi grandi, di uno splendido castano chiaro, erano contornati da lunghe ciglia arcuate, dorate come i capelli; questi ultimi erano lunghi e mossi di morbide onde naturali, che circondavano armoniosamente il suo visetto tondo, dai lineamenti decisi. Non aveva mai prestato troppa attenzione al proprio aspetto fisico, ma doveva ammettere che in quel momento più che mai ne era soddisfatta. Era diventata "più donna" nell'ultimo anno. Dopotutto aveva vent'anni, non era più la bimbetta pallida e trasognata che tutti conoscevano. O forse sì?

Infilò delle scarpette basse e si puntò i capelli sulla nuca, di modo che non le andassero davanti al viso. Fece un profondo sospiro e si apprestò ad uscire dalla stanza e ascendere le scale, diretta verso il suo appuntamento inaspettato. Chissà che non fosse vero che i sogni potevano diventare realtà.

***

SPAZIO AUTRICE

Holà gente! Siete curiosi di sapere chi incontrerà Alice al piano di sotto, davanti ad una bella tazza di the fumante? Allora stellinate questo capitolo e prometto che aggiornerò mercoledì prossimo! C'è già aria di follia nell'aria...! ;)

Buon viaggio a vederci - Ritorno a SottomondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora