Capitolo Ventinove || I piani del Cappellaio

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«Maledetta canaglia! Vediamo se riesci a fuggire anche stavolta!» sbraitò Ilosovic strattonando bruscamente il povero Cappellaio. Lui, dal canto suo, manteneva intatto un sorriso beffardo, al solo scopo d'irritare il suo interlocutore. Effettivamente ci stava riuscendo alla perfezione.

Il Fante di Cuori infilò una grossa chiave nella serratura dell'ultima cella in fondo all'angusto corridoio sotterraneo, dove, si augurava, nessun avrebbe potuto trovare il prigioniero. Nemmeno Alice, se mai le fosse venuta l'insana idea di scappare dalla propria stanza e andare a cercarlo. Sempre che ci fosse riuscita, naturalmente.

Aprì l'imponente grata che dava l'accesso alla cella e lo spinse bruscamente all'interno, facendo sì che Tarrant incespicasse goffamente sui propri passi. Rotolò per terra, ma non smise un secondo di sorridere in maniera alquanto divertita. Ciò bastò a far perdere le staffe ad Ilosovic, che gli si avvicinò a grandi passi per poi colpirlo dritto in faccia con un manrovescio.

«Si può sapere cos'hai da sorridere tanto, dannato pazzoide?»

Tarrant girò lentamente la testa, tornando a fissarlo. La guancia gli pulsava terribilmente e divenne immediatamente rossa, ma il buonumore non lo abbandonò. Lo chiamavano "pazzo" mica per niente.

«Allora? Parla! Perché te la ridi sotto i baffi?»

«Nulla, nulla...Pensavo solo che oggi non c'è pietà per la mia guancia.» cantilenò, alludendo allo schiaffo ricevuto da Alice, poco prima.

Il Fante di Cuori strinse le labbra, furioso, dopodiché tornò sui propri passi e uscì dalla cella. «Ridi pure, allora, stupido d'un Cappellaio. Non appena avrò sistemato gli ultimi affari, la pena che stipulerò per te sarà esemplare. Alice stessa verrà ad assistere alla tua decapitazione.»

Tarrant mantenne la sua faccia di tolla. «Non credo sia un buon modo per accaparrarti la sua stima, ma fai come meglio credi.»

«Tu...Tu...Dannazione, ti detesto!»

Di nuovo, gli si avvicinò minacciosamente, parlandogli ad un palmo dal naso. «Sei solo un fallito e Alice non ti amerà mai! Lei starà con me e tu morirai in questa lurida cella.»

«Ma come, non dicevi che mi avresti fatto decapitare?» domandò Tarrant in tono deluso, mettendo il broncio. «Ci tengo particolarmente all'apparenza. Desidero che chiunque venga ad assistere alla mia fine e a darmi l'ultimo saluto.» aggiunse, facendo per sistemarsi il cappello e ricordandosi di non averlo. Si lasciò sfuggire una risatina.

«E adesso che c'è?» abbaiò Ilosovic al culmine della rabbia.

«Niente, pensavo solo ad una cosa...»

«Cosa?»

Tarrant tornò a guardarlo, inchiodandolo con i suoi grandi occhi bicromatici. Per un breve istante, il Fante di Cuori avvertì un brivido scendergli lungo la schiena.

«Anche la Regina Bianca e gli altri miei amici sarebbero dovuti morire di stenti nella cella in cui li avevi rinchiusi?» lo provocò.

Ilosovic sbiancò, rendendosi conto solo in quel momento di non essersi nemmeno accorto della loro improvvisa mancanza. Accidenti a quel Cappellaio da strapazzo, gliel'aveva fatta!

«E un'altra cosa...Fossi in te, mi preoccuperei di andare a controllare la tua ospite.» aggiunse in tono pacato.

Il Fante di Cuore si raddrizzò, colpito nel segno. «Cosa...»

«Sì sa che alle ragazze non piace aspettare.»

Nell'attimo in cui Ilosovic si voltò per uscire dalla cella e fare come Tarrant gli aveva suggerito, si ritrovò davanti un Bayard ringhiante e dal petto ritto. Colto di sorpresa, il Fante non ebbe la prontezza di reagire e il grosso mastino gli balzò addosso. Tuttavia, Ilosovic riuscì a non cadere e ben presto se lo scrollò di dosso, scagliandolo verso Tarrant che attutì l'impatto al povero cane. Il Fante di Cuori si lanciò fuori dalla cella e vi chiuse entrambi all'interno, lasciandosi andare poi ad una risata sguaiata.

Buon viaggio a vederci - Ritorno a SottomondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora