Capitolo Venti || Fraintendimenti

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Il Cappellaio sperò con tutto il cuore di aver male interpretato le parole della Regina Bianca, ma ne dubitava fortemente. Una fitta alla bocca dello stomaco gli suggeriva che aveva inteso perfettamente ciò che intendesse dire la sovrana, tuttavia lo spirito di sopravvivenza lo spinse a mentire e a chiedere:«Di cosa dovrei avvertire Alice, mia signora?»

La regina assottigliò lo sguardo, senza distoglierlo dal suo. Tarrant avvertì un brivido d'ansia corrergli lungo la schiena all'idea di affrontare Alice dopo il brusco modo in cui l'aveva congedata...E dopo il bacio. Quel fantastico, meraviglioso, eccitante, superbo, bellissimo bacio.

«Dovrai dirle del tuo viaggio. Sarà impervio e pericoloso, senza contare che starai via per diversi giorni.»

Le labbra del Cappellaio s'incresparono nervosamente, alla ricerca delle parole più giuste, che, però, non trovarono. Abbassò leggermente il capo e staccò gli occhi da quelli indagatori della regina. «Sì, mia signora.»

«Cappellaio.»

«Sì?»

«Guardami.»

Tarrant obbedì e fu inchiodato dallo sguardo scuro e perentorio della sovrana. «Dille la verità.»

«Quale verità?»

«Tutta! Dei tuoi sospetti e dei...Sentimenti che provi per lei.»

Il Cappellaio s'irrigidì istantaneamente. «Non intendo farlo e non posso garantirvi che lo farò. Mi dispiace, mia signora; siete la regina di Sottomondo, ma non potete comandare al mio cuore.»

La Regina Bianca mantenne il contatto con i suoi grandi occhi bicromatici ancora per qualche istante, dopodiché lo ruppe con un sospiro affranto. Era perfettamente consapevole che Tarrant avesse ragione in quel caso specifico: lei non poteva ordinargli di fare nulla che riguardasse il suo strano rapporto con Alice. Eppure avrebbe tanto voluto possedere la facoltà di poter intervenire, perché era convinta che il Cappellaio nascondesse qualcosa, una sorta di ferita che la fanciulla doveva avergli accidentalmente inflitto e che nemmeno il tempo sarebbe stato in grado di arginare. Tarrant era un uomo ambiguo, completamente matto, certo, ma buono, allegro e volenteroso. Da diverso tempo a questa parte, sembrava aver mutato completamente il proprio umore, divenendo scostante, facilmente irritabile e permaloso. La regina sentiva che soltanto Alice avrebbe potuto restituirgli il sorriso e farlo tornare com'era. Ma per riuscire in ciò, era necessario che quei due parlassero, comunicando civilmente e affrontando i loro problemi una volta per tutte.

«Chiedo alle guardie di prepararsi per il viaggio. Tu vai pure a congedarti dai tuoi amici e...Da Alice.»

Il Cappellaio annuì e fece per uscire dalla sala da ricevimento. Tuttavia, la sovrana lo chiamò nuovamente indietro:«Tarrant...Desideri la compagnia di qualcuno per questo viaggio?»

Tarrant si bloccò, senza peraltro voltarsi. Non voleva che la regina scorgesse l'inquietudine che aleggiava sul suo volto o avrebbe giustamente interpretato i pensieri che gli balenavano senza sosta per la testa. Certo che avrebbe desiderato una compagnia, eccome, e la sovrana lo sapeva benissimo. Quella domanda non era altro che l'ultima possibilità che gli dava di rivelare i propri sentimenti alla fanciulla che amava, ma lui non l'avrebbe colta. Ovviamente.

«Va bene così, mia regina.» disse e se ne andò.

La Regina Bianca si accasciò mestamente sul trono e appoggiò sconfortata la guancia sulla mano che le reggeva il viso. Sbuffò, sebbene fosse un atteggiamento tutt'altro che consono ad una signora del suo rango.

***

Dopo aver informato gli amici dell'imminente partenza, Tarrant si apprestò a cercare Alice per avvertirla, come promesso alla Regina Bianca. Se fosse dipeso esclusivamente da lui, non avrebbe mai accennato alla fanciulla del viaggio, proprio per farle un dispetto. Ma la regina era la regina e almeno in quello doveva obbedirle. Se non l'avesse fatto, l'avrebbe mandato a cercare fino in capo al mondo per riportarlo indietro e adempiere alla promessa, lo sapeva.

Buon viaggio a vederci - Ritorno a SottomondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora