Capitolo Trentatre || Sempre dritto fino a perdere le speranze

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Dopo essersi confessati i segreti che da tempo aleggiavano tra di loro, Tarrant e Alice non indugiarono ulteriormente e si affrettarono a raggiungere il fido Bayard all'esterno del palazzo.

«Dobbiamo raggiungere la Regina Bianca e gli altri.» abbaiò concitato.

«Avete idea di dove trovarli?» domandò Alice.

«Sono andati nell'Aldilander per convincere la Maledetta Capocciona ad abbandonare la sua causa e ad allearsi con noi.»

La fanciulla fece una smorfia scettica. «Non accetterà mai! Non se ciò significherà stare dalla mia parte!»

Il Cappellaio sorrise e le accarezzò il viso, spingendo Bayard a voltarsi dinanzi a quelle effusioni inaspettate.

«Il Fante l'ha tradita due volte, con questa fanno tre. Persino Rossa dovrà arrendersi all'evidenza e niente la spaventa di più della solitudine.»

Alice sbatté le lunghe ciglia, sorpresa da quelle parole. Si perse nel verde e nell'arancione dei suoi grandi occhi bicromatici e sorrise. Tarrant se ne accorse e aggrottò la fronte. «Che c'è?»

La fanciulla scosse la testa, ma lui insisté. «Avanti, dimmelo.»

«Stavo pensando che è grazie alla policromia dei tuoi occhi se l'ultima volta sono riuscita a smascherare il falso Cappellaio: ne aveva uno verde e uno screziato anziché arancione come te. Che sciocca non essermene accorta la prima volta.»

Piantò i suoi grandi occhi da cerbiatta in quelli di Tarrant e si schermì. «Capisco il motivo per cui ti sei arrabbiato tanto.»

Il Cappellaio continuò ad accarezzarle il viso. «Non è per quello che m'infuriai, anche perché ogni volta in cui qualcuno assume le sembianze altrui, muta il particolare che fa la differenza. Non resta sempre lo stesso, specie se il ladro d'identità viene in qualche modo a conoscenza del dettaglio che lo contraddistingue dall'originale; la volta successiva potrò fare in modo di cambiarlo e renderlo, dunque, meno evidente.»

A quelle parole, Alice s'irrigidì. «Io l'ho detto. Al Fante di Cuori.»

«Cosa?»

«Ciò che vi differenziava. Gli ho accennato all'occhio screziato.»

Si coprì il volto con entrambe le mani, vergognandosi per la propria stupidità. «L'ho fatto in un momento di follia! Non pensavo che...Non intendevo...»

Tarrant le afferrò delicatamente i polsi e le fece togliere le mani dal viso. «La follia guida la maggior parte dei gesti che vengono compiuti a Sottomondo. Tu non sei da meno. Ecco perché saresti perfetta per restare.»

L'espressione di Alice si distese e fece per sorridere, ma poi le tornò in mente qualcosa che lui le aveva detto poco prima. «Ma se i dettagli rivelatori possono cambiare ogni volta...Perché eri arrabbiato con me?»

Il Cappellaio aggrottò la fronte.

«Quando il Fante mi si è presentato per la prima volta con il tuo aspetto, nella radura del the...»

«Ho capito a cosa ti riferivi.» la interruppe bruscamente. Alice capì che si stava arrabbiando, ma non sapeva per quale motivo.

«Tarrant...»

Ma Tarrant respinse bruscamente la sua mano e indietreggiò di un paio di passi. «No! Possibile che tu sia così ottusa? Davvero mi stai chiedendo perché io mi sia infervorato la prima volta in cui non hai riconosciuto l'impostore che era in me?»

La fanciulla strinse le labbra, preoccupata e ferita dal suo repentino cambio d'umore. In un modo o nell'altro riusciva sempre a farlo arrabbiare. Eppure una volta andavano sempre d'accordo! Cos'era cambiato? Ah certo. I sentimenti. Quand'erano semplicemente amici non c'era motivo di provare sentimenti quali risentimento, gelosia, preoccupazione...Adesso sì, perché ogni cosa era cambiata tra di loro. Adesso si amavano ed entrambi lo sapevano.

Buon viaggio a vederci - Ritorno a SottomondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora