CAPITOLO 2 - Ludovica

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II

Ludovica

La luce filtra tra le serrande giocando a nascondino con il mio mal di testa. Maledetto alcool.
Mi giro sul lato allungando una mano alla ricerca del suo corpo. Vuoto.
Apro gli occhi prima di dar modo al panico di impossessarsi di me, mettendo a fuoco il biglietto di carta che ha preso il suo posto. Lo afferro facendo roteare le pupille fra quelle righe storte, finché un sorriso non placa l'ansia che già mi stava assalendo. Ricado all'indietro sul cuscino ricominciando a respirare. Piano piano i ricordi della serata riemergono, la festa in spiaggia cominciata molto prima della mezzanotte, i fuochi d'artificio, i cocktail bevuti, le sue mani su di me e i baci rubati lungo il cammino verso casa.
<Non ne avrò mai abbastanza> aveva sussurrato poco prima di far scattare la serratura del portone d'ingresso.

Copro il volto con le mani come se l'immagine di noi due che facciamo l'amore fosse visibile a chiunque nel raggio di dieci chilometri.
Lo stomaco brontola costringendomi ad alzarmi del tutto. Sfilo la canotta del pigiama sostituendola con una maglietta a tre quarti e un paio di jeans chiari. Sistemo i ricci ribelli districandoli con le dita e mi dirigo verso il bagno per rinfrescarmi il viso. So che è solo da una settimana che sono qui, ma sono già abituata alle anime che vivono in questa casa.
Imbocco le scale che portano al piano di sotto dirigendomi in cucina, un attimo prima che la porta della stanza di Ale si apra, e che la sua voce riecheggi alle mie spalle <'giorno Ludo> esclama con il tono pieno d'allegria. Mi volto poco prima dell'ultimo gradino <Ben svegliata! Ti aspetto per la colazione?> il suo sorriso complice le illumina il viso <Dieci minuti e sono da te> mi fa l'occhiolino e io annuisco, rivedendo il lei il fratello, l'uomo che amo. Con il pensiero di lui ancora in testa varco la soglia della cucina, un enorme stanza con un grande tavolo al centro, non potendo fare a meno di notare sua madre già indaffarata ai fornelli. Mi viene in contro accogliendomi con tutto il suo affetto, notando che anche lei mostra i segni di una fossetta a me famigliare <Dormito bene tesoro?> domanda con una voce calda, quasi quanto il sole della sua terra <Assolutamente si> rispondo ricambiando il suo abbraccio <Sono contenta, Marco tornerà a momenti, ma forse già lo sai> ammicca in maniera divertente ed entrambe ci facciamo scappare una risata. Chissà se lei avrebbe mai scommesso che suo figlio potesse cambiare così, o se forse in fondo lo sapeva che era solo questione di tempo. <Ti va di fare colazione?> i suoi occhi racchiudono tutta la tenerezza del mondo, e non potrei mai dirle di no, neanche se volessi <Certo, ho incrociato Ale sulle scale e le ho detto che l'avrei aspettata> annuisce soddisfatta <Hai proprio conquistato tutti in questa famiglia> aggiunge ritornando verso i fornelli. Arrossisco a quell'affermazione, estraendo il telefono dalla tasca e aprendo la chat di quello che a tutti gli effetti è il mio preferito in questa casa

Non potrei mai arrabbiarmi per questo, ma l'idea che tu ti faccia perdonare mi piace. Ti aspetto a casa.

Invio posando lo sguardo su quelle ultime quattro parole. Dolci, inquietanti, tremendamente vere.
Evito di immaginare una sua ipotetica reazione negativa, e l'arrivo di Ale mi aiuta <Allora che si mangia?!> esclama prendendo posto vicino a me. Prima che possa aggiungere altro sua madre le posa davanti una tazza di caffè accompagnata da fette biscottate, marmellate vari, e due\tre tipi di biscotti. Sulla mia tovaglietta adagia una scodella di macedonia e un the caldo, senza dire niente, dal momento che incrocia il mio sguardo riconoscente. Dopo anni passati a lottare, a chiedermi se mai avrei potuto ricominciare, ecco che finalmente trovo qualcuno, al di fuori di Betta e dei miei, pronto ad accettarmi, comprendermi e proteggermi. La gioia che provo mi riempie il cuore, tanto che oltre alla frutta rubo anche due biscotti dal piatto di Ale <Tu si che puoi permettertelo> scherza lei, accompagnando le nostre risate con un abbraccio affettuoso. In quel momento mi arriva un messaggio di Betta

Immagino che gli uomini siano ancora fuori, ti va una passeggiata lungo mare?

Poso lo sguardo alla finestra, è proprio una bella giornata. <Betta mi chiede di fare due passi Ale, sei dei nostri?> le chiedo facendole l'occhiolino. <Assolutamente! Prendo il giubbottino e ci sono> la seguo al piano di sopra, non prima di aver ringraziato sua madre <Tornate quando volete> aggiunge senza sottolineare il fatto che abbiamo fatto colazione all'ora di pranzo. Annuisco e ancora una volta le dico grazie, sapendo che vi è molto di più all'interno delle sue parole.

Cinque minuti più tardi stiamo scendendo lungo la via che porta alle spiagge, accompagnate dal sole di Gennaio che riscalda lievemente, e il vento salmastro che ci scompiglia i capelli. Una lunga chioma e due occhi verdemare ci aspettano di fronte alla passeggiata che costeggia le dune sabbiose. Ma solo quando le braccia di quella che è a tutti gli effetti la mia compagna di vita, capisco di aver iniziato alla grande questo nuovo anno.

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