CAPITOLO 2 - Marco

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Marco

Ti aspetto a casa.

Rileggo le ultime parole del messaggio di Ludo, quasi trattenendo il fiato. Mesi fa sarei scappato di fronte a una situazione del genere, e forse tutto ciò mi spaventa ancora. Ma mi basta vedere i suoi occhi, circondarla con le mie braccia troppo grandi per lei, per capire che non esiste posto migliore al mondo dove potrei fuggire. È lei, casa.

La domanda di Mat resta in sospeso, senza un risposta, continuando ad echeggiare nella mia mente per i seguenti quindici\venti minuti. Lui è bravo però, è sposta la conversazione su altro. <Stasera dopo la cena a casa mia potremo fare un salto al Tikki, che dici?> annuisco, dal momento che è uno dei pochi locali aperti anche in inverno, sulla costa est della provincia di Ragusa <Ci sta, se però c'è troppa gente ce ne andiamo, okay?> sbuffa tirandomi una spallata <Su certe cose non cambierai mai, eh fratello?!> ride e io cerco di restare serio, anche se la cosa non mi riesce un granché <Lo sai che con un paio di bottiglie rimediamo comunque una buona serata> mi fa l'occhiolino <Su quello non ho dubbi!> affermo, preferendo quasi questa sua proposta a quella precedente <Anche se dovresti dire alla tua ragazza di ridarci la sacchetta, altrimenti non sappiamo dove mettercele> entrambi scoppiamo a ridere, mentre il pensiero di Ludo si fa strada nella mia mente.
Ed è proprio in quel momento, quasi fosse una scena tratta dai suoi film d'amore preferiti, che la vedo.
Cammina piano, con il solito accenno di sorriso sulle labbra, i capelli che le ricadono sulle spalle ricoprendole di poco il viso, e quell'aria da bambina che la rende donna al punto giusto. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso, mi sento attratto da lei a tal punto che potrei andare lì e spogliarla di tutte le sue paure, e i suoi vestiti, senza preoccuparmi del fatto che insieme a lei ci siano Betta e mia sorella. Ridono per chissà quale motivo, ma lo fanno all'unisono, mentre continuano ad avanzare in direzione del bar. Seguo la sua figura ondeggiare nella mia direzione, finché i suoi occhi si inclinano di quel poco per incontrare i miei. Ed è un esplosione.
Non è amore, non è dolcezza, è eccitazione allo stato puro, un fuoco che mi pervade, un orgasmo tra sguardi che sembra finire nell'esatto momento in cui le palpebre si chiudono per il loro naturale movimento. La vedo arrossire, e potrei giurare che nella sua mente sta pensando alla stessa cosa. Inclina il capo di lato, dando una forma piena a quel sorriso che già respirava sul suo volto, e poi si gira verso le altre, probabilmente a dire che ci ha visti.
<Beccati!> esclama Matte alle mie spalle, riportandomi a una realtà terrena che non mi appartiene. Beccato, in tutti i sensi.

<Ragazzi!> esclama Betta entrando nel locale. La sua allegria la precede investendoci come un fiume in piena <Signore> fa di rimando il mio amico. <Pensavate di poterci sfuggire eh> afferra una sedia posizionandosi affianco a lui, mentre io mi sposto verso destra per dar modo a Ludo e Ale di inserirsi.

<Buongiorno> le sue labbra raggiungo la mia guancia sfiorandola leggermente, e quel piccolo contatto mi fa desiderare di più. <Dormito bene?> domando afferrandola per la vita e facendola sedere sulle mie gambe <Abbastanza direi> ammette sorridendo <Peccato per il risveglio> sussurra al mio orecchio, cercando di riportarsi sulla sedia al mio fianco. Sono costretto a trattenerla, data la mia erezione istantanea, e lei se ne accorge dal momento che la sento affondare le unghie sulla mia coscia. Mi lascio scappare una risata, consapevole di averla messa a disagio. Starà pensando alla presenza degli altri, ma a me poco importa, dal momento che tutto quello che vorrei è il suo corpo, ora.
Una domanda di Ale rompe la magia costringendomi a liberarla dalla mia presa e a lasciare che il suo calore si allontani da me. <Hai capito Marco?!> fa lei sventolandomi una mano davanti. Scuoto la testa <Come scusa? Non ho sentito> sbuffa divertita mentre noto Ludo coprirsi il viso. Si piccola, è tutta colpa tua. <Dicevo, stasera dopo la cena, potevamo andare a ballare, e Mat mi ha detto che ti ha già proposto il Tikki> annuisco <Si, gli ho già detto che va bene> non capisco dove voglia andare a parare <Beh se è una cosa sicura ditemelo che avverto anche Miri e altri miei amici, così ci saranno anche loro!> esclama allargando le braccia <Se a tutti va bene, per me è okay, non devi mica avere un mio invito ufficiale eh> la canzono, e se non fosse che Ludo ci separa le avrei già tirato una gomitata. Risponde con una linguaccia e lei porta la conversazione su altro <Che posto è questo Tikki?> i suoi occhi ramati si spostano da Mat su di me, riportando alla mente immagini che andrebbero censurate <è un locale abbastanza semplice, affacciato sul mare, con un grosso dehor che di inverno chiudono> dice <Lo sai vero che questo non ci basta per capire come dovremo vestirci?!> Betta è tornata alla carica con il suo solito sarcasmo <Tranquilla, per questo c'è Ale! Chiedete a lei, così evitate di rompere a noi> la mia risposta la fa ridere e al tempo stesso offendere, e la vedo indecisa se insultarmi o lasciar correre, tanto che è Ludo a farlo al posto suo <Che stronzo!> esclama senza darmi modo di replicare <Se continui così stasera ci toccherà andare a ballare senza di te> continua sfidandomi. L'idea che il suo corpo si muova tra milioni di sguardi e di mani che non siano le miei mi fa imbestialire, ma so che lei non lo farebbe mai. Ha bisogno di me tanto quanto io ne ho di lei. <Voglio proprio vedere come farete a liberarvi di me> il mio sguardo la inchioda, lasciando che i nostri occhi si parlino senza emettere suoni. <Lo sai che non ti conviene fare scommesse> la sua voce è quasi un sussurro, e so che quella minaccia se pur dolce ed eccitante nasconde una tremenda verità. Entrambi abbiamo dato modo all'altro di capire di cosa siamo capaci, di quanto sappiamo spingerci oltre, quanto possiamo farci male. Ma non glielo permetterò, non più.

Lo squillo di un telefono segna la fine della nostra conversazione <è mia Madre, mi sa che è ora di pranzo, tesoro!> esclama Matte alzandosi dalla sedia, e tendendo una mano a Betta <Uff, oggi mangerò come un maiale, già lo so> piagnucola lei <I tuoi mi vogliono grassa o cosa!?> scoppiamo tutti a ridere, lei compresa <Benvenuta in Sicilia, Elisabetta!> esclamo lasciando passare un braccio intorno alle sue spalle. Lei mi fa il medio e io fingo di essermi offeso <Ci sentiamo più tardi?> domanda Mat <Si, anche se credo che nel pomeriggio avremo da fare, comunque ci organizziamo per stasera e ci vediamo a cena!> lui mi fa un cenno con il capo <A dopo ragazze> aggiunge Betta schioccando un bacio alle mie donne. Osservo Ludo seguire con lo sguardo la sua migliore amica uscire dal bar, per poi voltarsi di nuovo verso di me <Cosa abbiamo da fare oggi pomeriggio?> il suo viso rilassato e sereno mi fa ripensare al messaggio ricevuto un'oretta fa. Cerco di scacciare dalla mente il pensiero di un ulteriore separazione, concentrandomi sul fatto che lei ora è qui con me. <Lo scoprirai più tardi! Ma ora è meglio tornare a casa, mamma ci starà aspettando per pranzo> il suo volto lascia trasparire un velo di preoccupazione, e deduco che non abbia molta fame al momento. <Tranquilla> è tutto quello che le dico mentre varchiamo la soglia ritrovandoci sul lungo mare. <Io prendo la strada del centro così se Miriam è a casa passo a salutarla e avvertirla per stasera, ok?> annuisco ad Ale, mentre Ludo la saluta con un abbraccio <A più tardi!>

E così, restiamo soli. La mia mano scivola lungo il suo fianco, dandomi modo di sentire il suo corpo a contatto con il mio <Ciao Saetta> lascio che il mio respiro la accarezzi mentre si sposta di fronte a me cingendomi con le braccia <Ciao pirata> i suoi occhi sembrano tremare sotto il peso del mio sguardo, mentre con le mani cerco di avvicinarla a me. Si alza in punta di piedi, avvicinando il suo viso al mio, e senza dire una parola mi da il permesso di impossessarmi delle sue labbra. Inizio a baciarla, ma mi accorgo di divorarla dal momento che le sue gambe cedono e lei si aggrappa al mio giubbotto. Ansima leggermente, e non capisco più niente. Mi giro a destra, senza staccarmi dalla fonte del mio piacere, e con un movimento di bacino la stringo al muretto che costeggia la spiaggia. Forse ci sono dei passanti, ma poco importa. Le mie mani percorrono i confini della sua vita, desiderose di scendere al di là degli strati di jeans e cotone che ci dividono. La sua testa è inclinata all'indietro, la sua schiena è inarcata e i suoi occhi sono chiusi.
È la stessa ragazza che ho sedotto in quelle notti spagnole, lungo quei viali e su quei muretti non poi così diversi.
È la stessa ragazza che mi ha sedotto, quella notte in quella camera d'albergo, dove altre vite avranno fatto l'amore.
È la stessa ragazza che continuerà a essere mia, e a farmi suo, per il resto di questi fottuti giorni.

Poggia una mano sul mio petto, allontanandosi da me, interrompendo a metà la voglia che ho di lei <Piano, piano> sussurra, intimandomi a riprendere fiato. Si guarda attorno, e sembra sollevata una volta constatato che non c'è nessuno intorno a noi. <Sarà meglio incamminarci> aggiunge sistemandosi la maglia e prendendomi per mano. Rimango fermo ancora qualche secondo, squadrando la sua figura <Che c'è?> domanda, quasi divertita. Scrollo il capo, consapevole che ci saranno ricordi che ci legheranno per sempre, un po' come i tatuaggi che abbiamo marchiati sulla pelle. <Niente> ammetto, posando un braccio sulle sue spalle e riprendendo a camminare. Sento il suo sguardo che mi scruta al di sotto del mio abbraccio <Hai vinto questo round, piccola. Ma dopo tocca a me riprendermi la rivincita> ghigno, la dolcezza che provo ha già lasciato spazio alla perversione che mi caratterizza. Ride, aggrappandosi più forte a me. <Non vedo l'ora> ammette senza staccare gli occhi dalla linea dell'orizzonte.

Forse avrei dovuto dirle che la amo, ma credo che lo sappia già. Ma in fondo, anche ammettere di volerla in tutti i modi, senza sosta, senza limiti, è una dichiarazione d'amore.


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