Ten.

671 41 13
                                    

James era immobilizzato sulla soglia della casa del suo migliore amico a guardarlo. Non si era neanche accorto dello sguardo confuso del portoghese perché era troppo impegnato a farsi domande.
"Hai visto un fantasma?" chiese cristiano ridendo. 
Cosa poteva rispondergli?
La vocina - di Isco - nella sua testa non aiutava affatto perché consigliava frasi strane, che James non doveva nemmeno pensare.
Della serie "no, non ho visto un fantasma ma tu sei un dio greco e mi mandi in confusione, capisci?"
Ehi, James, ragiona.
"No ma lo sai che sei un figo e mi fai morire." James rispose ironicamente cercando di sorridere in modo convincente, che alla fine fu davvero convincente perché Cris scoppiò a ridere.

"Cosa ci fai qui?" chiese Cris offrendo un bicchiere di vodka all'amico.
James prese il bicchiere ma non voleva proprio bere quella sera. Così si limitò a percorrere il perimetro del bicchiere con un dito.
"Ho litigato con Daniela, mi serviva qualcuno di importante con cui parlare." Rispose abbassando lo sguardo.
"Ah, così sono importante per te?" Domandò il portoghese che stava vestendosi.
"Sei il mio migliore amico. è ovvio che sei importante, razza di idiota." Sorrise.
Cristiano esitò. Voleva dirlo ma aveva paura della risposta del colombiano.
"È che...Isco..." disse quasi a bassa voce abbottonandosi la camicia.

James si alzò e andò verso il suo amico. Prese il viso del compagno di squadra con le mani e - non volendo - poggiò lo sguardo sulle sue labbra carnose. Ormai era troppo tardi per pentirsi di quella azione.
"Isco è un amico. Tu sei un'altra cosa. Okay?"
Cristiano era davvero ingenuo. Uno che ti guarda così non è un semplice amico, ma lui continuava con la sua teoria del "Isco vuole James" e non apriva gli occhi. "Okay."

Ed ecco la voce di Isco.
James, mi senti?
Ecco, togli quello sguardo dalle sue labbra.
Hai una moglie e una figlia.
Cambia discorso.

James spostò immediatamente lo sguardo. "Quindi stasera cosa faremo da Sergio?"
Cristiano bevve un sorso dal bicchiere di James. "spero nulla di imbarazzante."

"Un altro bicchiere Ser, solo uno." Disse Iker già mezzo ubriaco a inizio serata che riempiva bicchieri a tutti i suoi amici.
"no, io non bevo oggi." Rifiutò James. "James, che c'è? La mamma te lo impedisce?" Sergio - ubriaco come il suo "amico" -  diceva cose senza senso. Gli altri si limitarono a ridere.

James non era uno che si incazzava facilmente, ma il modo in cui si stavano prendendo gioco di lui non gli stava bene. Così si alzò e si allontanò. Nessuno sembrò farci caso. Si era sentito solo in mezzo ai suoi compagni.
Si ricordò dei primi anni della sua adolescenza, molto difficili. Aveva un problema ad esprimersi. E a questo problema se ne aggiungeva un altro, la timidezza. Quando non era sicuro di quel che doveva dire balbettava.
Ma alla gente non frega un cazzo dei tuoi problemi e ride.

Si sedette per terra e appoggiò la testa sulle ginocchia.

"Non voglio restare da solo di nuovo."
Diceva fra sé e sé, facendo cadere una lacrima sulla sua guancia. Lacrima che qualcuno non fece arrivare a fine guancia.
"Non resterai mai più da solo. Io sono qui." Disse Cristiano sedendosi vicino a lui.

"Vai a ridere di me con i tuoi amici." Disse il colombiano, cercando di essere freddo.
"Cosa? Io non ho riso. Non lo farei mai. È stupido."
James alzò la testa e lo guardò.
Cristiano continuò a parlare - "ogni tanto fanno così. È un po' fastidioso, ma io ti difenderò." Sorrisero.
"Sai che sei più bello quando sorridi?" Aggiunse Cris, che guardava incantato il sorriso del suo amico.
"Ah sì?"
"Sì. si crea una piccola, bellissima fossetta... qui." E baciò dolcemente la fossetta.

Isco guardava la scenetta da lontano e fece l'occhiolino a James.

Intanto James non faceva altro che ripetersi quella scena nella mente. Non poteva essere successo.
Si guardarono a lungo. Sorrisero tutti e due, James cercava di trovare anche la più piccola delle fossette per ricambiare quel bacio. Magari qualcosa di più vicino alle labbra, pensò per un secondo.

"Cris, obbligo o verità?" Chiese Marcelo interrompendo la scena.

"Mh. Verità. Vediamo quale cosa perversa mi chiedete stavolta."
La trinità si lasciò delle occhiate e, dopo una piccola riunione, la domanda era pronta.
"C'è la possibilità che tu - almeno una volta nella vita - possa provare qualcosa per un ragazzo?"
Chiese Iker. Gli altri tutti zitti a fissarlo.

Cristiano alzò un sopracciglio. James tutti e due. Isco beveva il suo drink cercando di non ridere.

"Sì, può essere. Potrei anche essere pansessuale. Propenso alle donne, ma innamorato di un uomo. Chissà."
Tutti restarono a bocca aperta. Si aspettavano qualcosa come "nah, ma mi vedi? sono cristiano ronaldo. Ho avuto più donne io che tutti voi messi insieme." E invece no. Una risposta sorprendente.

"Sì okay ma non iniziare a vestiti di rosa poi. Via da me." Scherzò Marcelo.

"James, obbligo o verità?"
Ci pensò. "Ho paura di pentirmene ma... obbligo."

Nemmeno il tempo di pensare a qualcosa che Isco si fiondò su Marcelo, pronto per consigliare l'obbligo che James non dimenticherà mai.
"No Isco, non lo dire." James guardava minaccioso il suo amico. Lui voleva farlo, solo che era un casino. Un grande casino. Intanto Cristiano lo guardava con espressione interrogativa.

Isco si allontanò da Marcelo, che finalmente aveva deciso. "L'obbligo che mi consigliava Isco era qualcosa di epico ma ho evitato perché ho visto lo sguardo di James e ho capito che la mia vita è più importante. Rodriguez, tanto lo so che vuoi." Il brasiliano fece l'occhiolino, il colombiano si coprì la faccia.
"Quindi il tuo obbligo è andare al luna park e farti tutti i giochi." Continuò.
"Non potendosi fare una certa persona..." aggiunse il malagueño trattenendo la risata. James rispose con un mezzo sorrisino e il dito medio.

Solo loro due nell'auto di Cristiano, verso il luna park. James guardava fuori dal finestrino, Cristiano guidava e ogni tanto si permetteva di controllare il suo amico che sembrava abbastanza confuso.
"Che hai?" Chiese Cristiano dando un'ultima occhiata al colombiano.
"Niente, mi piace guardare fuori dal finestrino."
"Non si vede niente a quest'ora. Beh, a parte qualche stella."
"È quello che ho visto io per qualche secondo stasera." si lasciò scappare il 10, quasi sussurrando.
"Ah. Molto poetico. Comunque, ti va di dirmi cosa nascondi con Isco?"
James quasi saltò dal sedile. Si stropicciò gli occhi con una mano.
"Non nascondo niente. Cosa dovrei nascondere con un mio compagno di squadra?" Appena dopo aver pronunciato quella frase pensò a Iker e Sergio. Okay, effettivamente c'è qualcosa da nascondere. Ma non stavolta, diamine, non con Francisco.
"E l'obbligo allora?" Insistette il portoghese.
James non rispose. Accese la radio che passava She Will Be Loved dei Maroon 5.

Arrivati a destinazione si accorsero che gli altri non erano ancora lì, così restarono in macchina.

"James, tu ti innamoreresti mai di un ragazzo?" Chiese piano Cris. Non ricevette risposta, James si era addormentato. Quando James dorme è come un bambino: ha bisogno di qualcosa che lo protegga. Non ci pensò molto a prendere per mano Cristiano.

Spazio autrice:
Ehi, sono tornata. Non ho scritto per un po' perché non me la sentivo, avevo un vuoto. Ma ora eccomi qui, è cortino ma spero vi piaccia.
Xx den.

»Photograph ||Crismes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora