Seven.

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"che succede?" chiedeva insistentemente James, però non riceveva nessuna risposta. Fu così che esasperato strappò il telefono dalle mani di Cristiano.
"dai, ridammelo. " ripeteva l'altro, cercando di riprendersi il telefono senza far del male al colombiano.
Intanto James guardava quei due messaggi brevi ma terribili.

Da Irina:
Prendiamoci una pausa. Ho combinato un casino.

Da Irina:
Scusami Cris.

Intanto Cristiano guardava fisso a terra passandosi le mani nei capelli.
"mi dispiace tanto, non so cosa dire. Si aggiusterà tutto." disse James, cercando di rincuorare l'amico. Beh, non era bravissimo nel rincuorare le persone, però il pensiero conta.

"non è la prima volta." rispose Cristiano alzandosi e dirigendosi in cucina. "ormai mi sono abituato, so cosa fare."
E prese una bottiglia di vodka.
James si alzò seguendolo. "non risolverai niente bevendo, lo capisci?"
Il portoghese sorrise sfacciatamente e poi mando giù un sorso. "vuoi che mi faccia male come le altre volte?"
James restò confuso. Scosse la testa.
"Farti male?"
Cristiano pensò. "È la persona giusta? Dovrei dirglielo?"
Era poco sicuro. Così lasciò stare.
"niente, fai finta di non aver sentito."
James si sentì inutile in quel momento. Voleva aiutarlo, ma lo sanno tutti che Cristiano Ronaldo non si fa aiutare da nessuno.
Si sedette sul divano, anche lui iniziò a fissare il pavimento. Inizio a parlare tra sé e sé.
"io volevo solo aiutarti. è così che si fa tra amici: se uno cade l'altro lo aiuta a rialzarsi, o si sdraia accanto a lui."
Però il sette aveva sentito tutto. Era girato di spalle, non avrebbe potuto vederlo, così sorrise. Gli brillavano gli occhi.
"hai ragione" si girò e raggiunse il suo amico. "non mi serve a niente bere se sei qui con me."
James sentì una fitta al petto. E poi sorrise.
Per qualche minuto i due erano seduti un po' lontani ma entrambi sorridevano e fissavano il pavimento. Poi Cristiano cedette. Si avvicinò al colombiano e gli stampò un bacio sulla guancia.
"grazie. davvero."
James era praticamente diventato un peperoncino. Se ne era accorto, così cercò di non farsi vedere da Cris.
E intanto la vocina che veniva dal suo cervello faceva tante domande.

James ma che cazzo ti prende?
Okay sei una persona timida e sensibile, ma non sei arrossito così nemmeno ai tempi del primo bacio.
Ti sei bevuto il cervello o cosa?

ma lui scosse la testa e quel polverone scomparì, anche grazie alla voce di Cristiano.
"guardiamo un film?"
James annuì.
Il dieci aveva paura di tante cose. Tra cui i film horror. E Cristiano lo sapeva.
"se hai paura abbracciami, non è un problema." Gli sorrise cordialmente Cris. Si stava davvero affezionando a quei calorosi abbracci.
James è un fifone, è un dato di fatto.
Nemmeno il tempo di uccidere atrocemente la bionda che affondò la faccia nel petto di Cristiano che aspettava solo quello.
E quindi si ritrovarono abbracciati sotto una coperta perché tanto aveva paura anche Cristiano. James si trovava nella posizione accucciata di prima, intanto Cristiano lo proteggeva avvolgendolo con le sue braccia.

Il colombiano guardò la scena di cui faceva parte e rise leggermente. "sembriamo una coppia." Aggiunse guardando negli occhi Cristiano, che subito distolse lo sguardo. Sapeva di essere debole e se avesse continuato a perdersi negli occhi del suo compagno di squadra sarebbe finita male.
Ma era sicuro di non provare niente per lui. Diamine, era sicurissimo, gli piacevano le donne, non poteva essere altrimenti. Era innamorato pazzamente di una modella, fine della storia. Ma non è la prima volta che capita una situazione del genere.
Basta chiedere a kakà. Fortunatamente non è successo niente, tutto questo grazie a Marcelo che è una specie di angelo venuto dal Brasile.

»Photograph ||Crismes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora