Jonas.

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Primo

<Dodici anni fa>

Haric mi aveva teso una trappola. Dovevamo incontrarci per un pomeriggio fra migliori amici: niente ragazze, niente compiti di scuola, nessun papà irruente – magari potesse trattarsi del mio – che ogni tanto fa sbucare la testa oltre la porta per chiedere come procedono "i lavoretti da uomini" e a cui noi rispondiamo immancabilmente con un: ― Vattene via! ― Sono in camera sua, sfuggito all'incontro fra Corinne e Nathan per sbaglio, e osservo lo schermo spento del televisore. Haric sta tirando fuori il dvd e mi piacerebbe urlare le peggiori schifezze. Lo stimola alterarmi, sa quando e dove pungermi per provocare emozioni istintive. ― Mi spieghi perché abbiamo appena guardato un film gay?

― Arrivaci da solo.

Sto zitto per un po', alzando il mento al soffitto tappezzato di facce truccate e corpi vestiti con pezzi di pelle nera, bandane e strass ovunque. Menomale, non vorrei essere costretto ad adocchiare pelle nuda qua e là. Gli orecchini penzolanti a croce, la chioma fluente mora e la palpebra cadente, tipica di chi ama drogarsi e fare musica, mi ricordano a quanti concerti di band rock abbia partecipato. Le pareti sono rivestite da colori alternativi come il verde oliva e il viola, i comodini vengono soffocati da libri su Brian Johnson e fazzoletti, il pavimento è un campo minato: bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi o si rischia di venire divorati dalla stampa delle magliette, spesso fauci di squali o sciabole delle tigri di una volta. In tutta questa confusione, a cui pian piano mi sono abituato, non sarebbe difficile descrivere le motivazioni che lo spingono a compiere gesta assurde – la benda che gli copre il fianco non è dovuta a una rissa, seppur probabile, ma al tatuaggio che a dodici anni si è fatto di nascosto l'altro giorno. Ha detto che sarebbe parso un duro e meritavo di scoprirlo senza la crema a renderlo lucido – "Mi sembra di avere l'anca piena di brillantini ed è una cosa imbarazzante." ― Stai cercando di farmi capire che mi comporto da frocio? O che sei innamorato di me?

Haric mi lancia un'occhiata assassina. ― Dio, ma sei proprio tonto.

― Sei tu quello troppo misterioso. Cosa ne è stato della maratona di Star Wars? Se avessi saputo che sarei finito a dovermi coprire gli occhi per non assistere a una limonata fra tipi che ricorrono al Trevor Project... be', Nate sarebbe stato meno noioso.

― Ah-ah, caro J.J, eccoci al punto. ― Estrae dal primo cassetto un pacchetto di sigarette. I movimenti fluidi con cui schiaccia l'accendino – ha provato a illustrarmi i passaggi, ma mi disturba l'idea che mamma passi per strada e mi veda con un lanciafiamme in mano che, per la cronaca, ha davvero quasi abbrustolito il faccino da roditore di Haric a causa mia – e respira prima d'inalare il fumo, sono prove schiaccianti della sua malvivenza. Quando Mr Cox sbuca oltre la porta e ci domanda dei "lavoretti" intende esattamente: ― Allora Jonas, preferisci le Marlboro o le Chesterfield? Te le vado a comprare nella tabaccheria di fianco casa? ― Se soltanto Corinne lo venisse a scoprire, altroché rapporto troncato fra Zeke e Nathan, farebbe in modo di denunciare l'intera famiglia Cox pur di vendicarsi di quei due tiri in croce che Haric mi ha suggerito di testare. ― Mi costringi ad affermarlo ad alta voce, eh? Col rischio che papà possa ascoltare.

― Non so di cosa tu stia parlando.

Esegue cinque grandi passi, scavalcando felpe e pantaloni larghi a vita bassa, e mi si para davanti. La statura e le spalle superano le mie di diversi centimetri; se Haric non mi volesse bene, farei qualunque cosa per tenermi alla larga dal suo sguardo infuocato. Si dimostra più indisciplinato di Chadley, è vero, e tradisce Bess con un'altra, ma ha un cuore sensibile, ne sono sicuro. L'ho visto in rare occasioni, ma l'ho visto. È per questo che ho deciso di dare un'opportunità a Nathan. ― Andiamo Johnny, ― sussurra, un sopracciglio inarcato con aria cospiratrice ― il protagonista del film assomiglia a Zachary, non trovi?

― Mio fratello non indossa camicie rosa, né frequenta un maschio.

― No? Quindi stai affermando che soffro di allucinazioni?

― Nathan è suo amico tanto quanto tu sei amico mio.

È strano e forse incoerente il fatto che stia difendendo quel presuntuoso dinanzi alle accuse di Haric, ma non potrei sopportare ciò che sta sostenendo. Posa l'indice sulle labbra sottili, ha dipinto in viso un sorriso diabolico, quel sorriso che ogni tanto desidererei prendere a pugni. ― Rimarrà un segreto, tranquillo.

― Non è omosessuale! ― Come stona questo termine sulla bocca di chiunque.

― Io non ti guardo come lui guarda Nate e tu mi guardi come Nate guarda lui, comprendi? Dovremmo intervenire prima che Zeke rimanga ferito... Un amore non corrisposto farebbe così male...

― Smettila.

La sua risata riempie l'alloggio mentre con uno schiocco di dita lancia il filtro fuori dalla finestra aperta. Solleva le mani in segno di resa, però la sghignazzata non si arresta, anzi, si fa più spasmodica. ― Okay, ― mormora scompigliandosi i capelli ― ma sarà divertente. Molto divertente.

[Angolo playlist: The Kill (Bury Me), Thirty Seconds To Mars.]

Anima d'acciaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora