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Elise:"allora? Com'è com'è!?"

Sebastian:"cosa com'è?"

Io:"scemo la pizza"

Alzò le mani e fece segno di arrendersi.

Io:"abbastanza buona."

Elise:"Kimi?"

Kimi:"meravigliosa!"

Come il suo solito parlò con la bocca stracolma di cibo.
E con quelle pochissime parole messe in croce partì una vagonata di pezzi di pizza sul tavolo.

Sebastian:"Dio che schifo Raikkonen!"

Io:"maleducato"

Elise si mise a ridere.
Ormai, poverina é cotta.
Non c'è più niente da fare.

Kimi:"non l'ho fatto apposta, scusate"

Sebastian:"mai più, che sia chiaro"

Io:"mamma mia"

Sebastian, incazzato.
Lancio via le posate in mezzo al tavolo.
E si alzò dalla sedia per andarsene.
Lo capisco.
Oltre a fare schifo, ti fa nervoso.
Non é la prima volta che glie lo ripete.
E ti sale la stessa tolleranza di Hitler.
Mollai tutto, anch'io.
Però più gentilmente.
Sono una signora, un po' di quel che si dice ci vuole sempre.
...almeno io...
Mi alzai dalla sedia e andai dietro alla striscia di profumo che aveva Sebastian.
Era terribile.
Aveva profumato tutta la casa di quella fragranza.
Ecco perché del mal di testa.
Mamma mia!
Era uscito.
Dalla porta finestra del salotto di Kimi.
Per fortuna la lasciata mezza aperta.
Posso corrergli dietro.
Uscì dalla casa. E in lontananza vidi una sagoma.
Era di una grandezza media, diciamo.
É lui.
Mi misi a correre.
Per raggiungerlo più in fretta.

Io:"Vettel!?"

Non mi diede retta.

Io:"Sebastian!"

Urlai il suo nome.
Grazie a Dio, si fermò.
Con calma notai che si girò.
Non di riuscivo a vedere la sua espressione.
Immaginavo che fosse cupa e nervosa.
Il buio mi toglie la visuale migliore, il suo volto.
I suoi occhi.
Così potevo capire come si sentiva.
Mi avvicinai il più possibile a lui.
Pochi centimetri.
E arrivai a destinazione.

Io:"uau! Questa collinetta é davvero terribile"

Appoggiai le mani sulle ginocchia.
Non sono più allenata come una volta.
Mi sento proprio un'anziana da casa di riposo.
Oddio, non sento più le gambe!
Mi accasciai a terra.

Sebastian:"wee! Tutto bene? Che ti succede?""

Io:"le gambe!"

Sebastian:"cosa le gambe!?"

Io:"non le sento più"

Mi prese in per la braccia. E mi caricò mano a mano sulle spalle.
E poco dopo, riprese la sua camminata.
Chi sa dove mi sta portando?
Che intenzioni ha su quella testa?
Mi devo preoccupare!? Credo proprio di si...

Sebastian:"non ti preocupare, non ti devi allarmare"

Io:"beh! Un po' si! Sono dietro di te. Vedo solo l'erba. Magari qualche funghetto. E sono qua che traballo come na scema su e giù. Ho male i fianchi. La schiena! Non ne posso più. E non mi devo preoccupare?! É certo che mi preoccupo! Chi sa che ti passa per la testa"

Sebastian:"BASTA!"

Mi zittì immediatamente.
Per un'attimo, entrambi, rimanemmo in silenzio.
Si sentiva di sottofondo le cicale. E in vicinanza un odore da cloro.
Dio, fa che non sia vero...
É solo un sogno Ruby....un sogno....

Un perfetto disastro || F1 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora