Capitolo 30.

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Il rumore della pioggia inizia a farsi sempre più intenso. Un grosso temporale sembra in procinto di arrivare, ma io non lo temo molto da sotto le coperte del mio letto.
I libri del college sono sparsi sopra il copriletto, ma non ho studiato molto. La mia mente continua a vagare altrove e non vuole proprio saperne di apprendere qualche concetto importante per i futuri test.

Per quanto mi costi ammetterlo, non riesco a smetterla di pensare a Luke. Lo maledico per la maggior parte del tempo, ha stravolto la mia vita e non in modo piacevole.
Sono sempre stata una ragazza piuttosto romantica. Di certo non mi aspettavo il principe azzurro, ma non ero nemmeno pronta ad una situazione del genere.

I miei pensieri, fortunatamente, vengono portati a termine grazie al suono del campanello di casa. Non aspetto visite, però mi alzo comunque in tutta fretta per dirigermi verso la porta d'ingresso.
Mentre mi dirigo verso l'entrata sento chiaramente qualcuno borbottare, ma non riesco a riconoscere la voce. Per un breve secondo temo si tratti di Luke, ma rimango sorpresa nel constatare che non è lui.

-Oh, ma tu non sei Calum- il ragazzo di fronte a me sbuffa sonoramente e quasi non scoppio a ridere.

-Mi dispiace per te, ma no- replico ridacchiando appena.

Credo di aver visto lui almeno un paio di volte, se non erro è il nuovo coinquilino dei miei fastidiosi vicini. Deve essere stato sotto la pioggia per molto a giudicare dal suo aspetto. I capelli chiari e ricci sono attaccati alla fronte, ciò conferisce lui uno strano e buffo aspetto. Devo ammettere però che non ricordavo di avere un nuovo vicino così affascinante.

-Mi sono trasferito da poco e non ricordo mai il numero dell'appartamento, in più i miei fantastici coinquilini non si sono ancora degnati di darmi le chiavi- sbuffa sonoramente dopo la sua breve spiegazione.

-Quindi sei chiuso fuori?- domando mentre sistemo dietro l'orecchio una ciocca di capelli che era finita davanti ai miei occhi.

-Già, ma di sicuro non ti interessano i miei problemi. Scusa, la prossima volta cercherò di ricordare il numero dell'appartamento- mi regala un sorriso dolce prima di darmi le spalle.

-Puoi restare qui da me se ti va, fuori diluvia e se devi aspettare i tuoi amici non mi sembra il caso di lasciarti in questo modo- le parole escono dalle mie labbra senza che me ne possa rendere conto o quasi, il mio istinto ha avuto il sopravvento.

Il ragazzo, di cui ancora non conosco il nome, sembra accettare l'invito. Si volta ancora verso di me ed annuisce sorridendo. Mi scosto quel tanto che basta per permettergli di entrare e infine richiudo la porta alle mie spalle.

-Grazie per l'invito, ma non ricordo il tuo nome-

-Non te lo ricordi perché non ci siamo ancora presentati, comunque io sono Dana- replico sorridendo mentre faccio lui cenno di seguirmi. È rimasto impalato di fronte all'ingresso e si guarda attorno.

-Ashton- risponde semplicemente mentre mi regala una rapida occhiata.

Resto qualche secondo impalata ad osservarlo. Il ragazzo ha infilato le mani nelle tasche della giacca di pelle che sta indossando, il suo sguardo continua a vagare per il mio appartamento. Sembra un tipo tranquillo o forse è solo perché non ci conosciamo per niente.

-Puoi anche accomodarti- esordisco dopo essermi resa conto di averlo fissato per troppo tempo, spero non si sia accorto di nulla.

Mi regala uno sguardo confuso e io indico lui il salotto. Accenna ad un sorriso e aspetta che sia io a condurlo verso la stanza.

-Credo di averti già visto da qualche parte, prima di venire ad abitare qui intendo- esordisce il ragazzo dopo circa qualche secondo di silenzio.

Piego la testa da un lato mentre lo osservo. Entrambi ci siamo accomodati sul morbido divano del salotto, io da una parte e lui da quella opposta.
Sembra incredibilmente a disagio, riesce a stento a guardarmi adesso.

-Davvero? E dove?- ribatto in risposta. Non ho ricordi di lui.

-Al compleanno di Lizzie, ma è passato del tempo e capisco se non ti ricordi. Ci eravamo perfino presentati- spiega in breve mentre, finalmente, torna a donarmi uno sguardo.

Sforzo la mia mente e cerco di ricordare qualcosa legato all'avvenimento.
So solo che quella sera incontrai Luke per la prima volta, ma ero ubriaca e purtroppo non ricordo i nomi delle altre persone presenti.

-Purtroppo quella sera avevo bevuto un po' troppo, mi dispiace- alzo appena le spalle mentre il mio viso cerca di assumere aria dispiaciuta. In fin dei conti lo sono davvero.

Nella mia mente, però, è stampata a fuoco l'immagine degli occhi azzurri di Luke. Per qualche strano scherzo del destino ricordo, di quella sera, solo lui con chiarezza. Gli altri amici di Lizzie sono solo chiazze sfocate e prive di importanza. Ancora una volta mi maledico per essermi fatta trasportare dai miei sentimenti nei confronti del ragazzo biondo.

-Non preoccuparti, nemmeno il mio migliore amico ricorda molto bene quella sera- Ashton ridacchia appena, sembra divertito.

-Il tuo migliore amico?- domando pochi secondi dopo.

-Luke Hemmings, lo conosci?-

Sento il sangue gelarsi solo nel sentir pronunciare il suo nome.
Il destino sta forse cercando di dirmi qualcosa? È tutto un terribile scherzo? Sono stanca di tutta questa storia. Odio sentir parlare di lui in continuazione, la sua presenza mi sta rovinando la vita e io non riesco più a reggere.

-Purtroppo- mormoro appena, parlo senza nemmeno rendermene conto.

-Ti ha fatto qualcosa di male?-

Scuoto la testa in segno di risposta, non mi va di parlarne adesso. In particolar modo con qualcuno che lo definisce il suo migliore amico.

-Sai, ci siamo conosciuti proprio nell'appartamento qui di fronte. I miei coinquilini avevano organizzato un party e avevano invitato entrambi. C'eri anche tu?-

Ancora una volta scuoto la testa. Ricordo che qualche mese prima i miei vicini avevano organizzato una festa particolarmente chiassosa, forse si sta riferendo proprio a quell'occasione.

-Non sono il tipo da festa- sono le prime parole che pronuncio dopo un breve lasso di tempo.

Questa volta è Ashton a non parlare. Uno strano ed imbarazzante silenzio cala nella stanza, riesco solo a sentire la pioggia provenire da fuori.

-Spero tu sia il tipo da appuntamento-

Inizialmente credo di non aver capito bene e impiego qualche secondo prima di focalizzarmi totalmente sul ragazzo seduto dall'altro capo del mio divano.

Mi sta davvero chiedendo un appuntamento?

Dear future husbandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora