Epilogo.

125 11 20
                                    

Il grande giorno è finalmente arrivato e per la prima volta in vita mia non sono per niente preoccupata di ciò che mi aspetta. Sono sicura per quanto riguarda il futuro.

-Allora? Sei pronta?- domanda il ragazzo biondo con tono tranquillo. Nessuno dei due sembra particolarmente in agitazione.

-Sono quasi pronta, devo solo fare una piccola cosa- replico sorridendo.

Luke annuisce anche se so bene che non ha la minima idea di ciò che ho in mente di fare.
Faccio lui cenno di restare al suo posto, sbuffa divertito mentre incrocia le braccia al petto ed io torno di corsa in camera mia.

Prima di abbandonare questa città una volta per tutte insieme alla persona più improbabile del mondo devo recuperare il mio famoso quaderno con le lettera al mio futuro marito.

Entrare in camera mia adesso è strano, l'intera casa è spoglia ed io sono pronta a non mettere mai più piede tra queste mura. Voglio però dire addio ad una parte della mia vita, così afferro il quaderno da sotto il letto. Una volta reputavo esso un fantastico nascondiglio segreto.
Sfoglio le pagine e leggo distrattamente le parole scritte nero su bianco, ora mi sento quasi stupida nell'aver sognato così tanto ad occhi aperti.

Della Dana di un anno fa è rimasto poco e niente, ho smesso di vivere in un mondo di fantasie e ho iniziato ad avere di nuovo contatto con la realtà.
Mi piaceva l'idea di scrivere al mio futuro marito e nella mia mente sognavo di incontrarlo, innamorarci e far leggere lui le mie parole in modo tale da fargli capire che lo stavo aspettando. Pensiero romantico e forse anche un po' folle.

Ricordo il giorno in cui smisi definitivamente di scrivere.

-Cosa stai scrivendo?- domanda il biondo al mio fianco. Solo ora mi accorgo della sua presenza.

-Niente- replico bruscamente mentre cerco di chiudere il quaderno di fronte a me. Spero non sia riuscito a leggere nulla.

-Okay, allora a chi stavi scrivendo?- un sorriso compiaciuto compare sul suo viso e per un breve secondo sento crescere in me la voglia di prenderlo a scarpate in testa.

Butto in borsa il quaderno e mi alzo in tutta fretta dallo scalino, lui imita il mio gesto e mi segue riuscendo a fermarmi proprio quando sono sulla soglia del cancello che permette l'ingresso nella struttura. Pensavo che starmene seduta di fronte all'entrata del college fosse una buona idea, mi sbagliavo.

-Dana, puoi rispondermi? Non voglio prenderti in giro, solo che non ti credevo così romantica- ora sono certa: ha letto tutto.

-Sei tremendo- sputo fuori con acidità. Cosa che, almeno con lui, non facevo da tempo.

-Fermati e parliamo, dai- afferra delicatamente il mio polso e basta questo piccolo gesto per fermare i miei  passi e l'intento di compierne altri.

Prendo un respiro profondo mentre osservo la sua mano avvolta attorno al mio polso. Questo contatto non mi disturba per niente e lui non pare intenzionato a muoversi.

-Puoi evitare di prendermi in giro?- formulo la domanda osservando la sua mano, tutto pur di non incontrare il suo sguardo.

-Non voglio prenderti in giro, mia dolce ragazza di poca fiducia-

-Certo, come no- replico ruotando gli occhi. Nella mia mente riesco già ad udire chiaramente le sue battute al riguardo.

La sua mano si sposta dal polso al viso, mi accarezza lentamente una guancia e lo sento ridere appena. Nonostante ciò continuo a tenere lo sguardo basso, anche se sento il viso andare a fuoco e il cuore martellare a gran velocità.
Il contatto tra noi è breve e trovo il coraggio di puntare i miei occhi nei suoi solo quando allontana la mano. Ci guardiamo per un tempo che mi sembra essere eterno e nessuno dei due pare intenzionato a cedere per primo.

Dear future husbandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora