Chiamami Ai

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Aveva camminato a lungo insieme ad Heji,  voleva rincontrare le ragazze e passare il resto della mattinata tutti insieme: in fondo sarebbero rimasti a Tokyo per pochi giorni, e tutto il tempo a disposizione andava sfruttato.
Riconobbe il giacchetto di Ran tra la folla, e si precipitò sul posto per salutarla, era stato veramente facile intercettarla, con il suo abbigliamento. Stava per incominciare a correre verso di lei quando si accorse di un particolare: un ragazzo le era particolarmente vicino, e... Oh no.
Si stavano baciando.
Si sentì tradito, e in un certo senso arrabbiato: Ran era a conoscenza dei suoi sentimenti, ma questo non l'aveva fermata dal fare una cosa che di persè era già moralmente scorretta: aveva baciato un completo sconosciuto.
Si guardò: ora neanche i vestiti di Shinichi gli avrebbero ridato un briciolo della sua vera identità;lui era Conan Edogawa e stava assistendo alla definitiva sparizione di Shinichi Kudo e di Ran Mouri dalla sua vita.
Frenò l'impulso d'intervenire, era chiaro come stavano le cose: lei preferiva quel pallone gonfiato a lui.
Distolse lo sguardo, era troppo doloroso guardare. Non resistette più a quella situazione, e scappò dai problemi, sentendosi uno schifo.
<< Conan-kun! >> Oh, no lo aveva visto.
Si accorse che la voce di Ran era rotta dal pianto: quello fu  l'ultimo straziante colpo che il suo cuore ricevette. Lui ci teneva a lei e sentirla piangere era come ricevere una pugnalata.
Incominciò a correre il più velocemente possibile, in quel momento avrebbe voluto saper fare una sparizione ad effetto come il suo rivale ladro per ritrovarsi in qualunque altro posto all'infuori di quello.
Non poteva andare da Kogoro, Ran sarebbe tornata a casa a momenti, quindi optò per dirigersi verso l'abitazione del suo ex-vicino di casa: Agasa.

Arrivato suonò il campanello e aspettò paziente. In quel momento aveva voglia di piangere, ma per orgoglio se l'era vietato.

<< Ciao, Shinichi! >> Un uomo panciuto dai capelli bianchi lo salutava allegramente.
Il ragazzo si sforzò di apparire sereno: << Salve professore, com'è andato il convegno? >>
<< Bene, alla fine hanno deciso di non comprare niente, ma sono sicuro che ci ripenseranno! >> spiegò facendo l'occhiolino a Conan << Avanti entra, credo che sarà meglio continuare la discussione in casa. >>
Il detective, appena entrato, si accomodò sul divano, e sorseggiando il tè verde che Agasa gli aveva gentilmente offerto cercò di rilassarsi.

<< Cosa ti turba? >> una ragazza dai capelli ramati distolse il suo sguardo dal computer su cui lavorava.
Il ragazzo trasalì: Come mai non l'aveva vista quando era entrato?
E soprattutto come aveva fatto Haibara a leggergli nel pensiero?
Bah... Più tempo passava, più quella ragazza diventava un mistero.
<< Assolutamente niente >> rispose lui cercando di rimanere indifferente.
<< É inutile che cerchi di ingannarmi: al contrario di te io riesco a capire i sentimenti degli altri, e te sei un pessimo attore! >> continuó lei.
<< Io sarei un pessimo attore!? Ma se sto interpretando alla perfezione la parte di Conan da ben dieci anni! >> proclamò.
<< Anche il bacio era previsto dal copione? >>
Il ragazzo sgranò gli occhi, e senza riuscire a capacitarsi di come la notizia fosse arrivata alla scienziata, decise di chiederglielo direttamente: << Come fai a saperlo? >>
<< Vuoi dirmi che non l'hai notato mio caro detective? Controlla la lente destra dei tuo occhiali, dovrebbe esserci attaccato un dispositivo di trasmissione... >> spiegó compiaciuta.
<< A questo punto posso raccontarti anche tutto... >> concluse sospirando il detective preparandosi mentalmente il discorso.
Così raccontò tutto l'accaduto della mattinata alla scienziata, che lo ascoltava vigile e concentrata.
<< ... Questo è tutto. Ancora non riesco a capacitarmi del comportamento di Ran... >> finì Conan.
<< L'unica cosa da rimproverare a Mouri-san è l'aver baciato così su due piedi uno sconosciuto. Kudo, lo sai benissimo che non potrai mai stare insieme a lei in queste condizioni, ma  lei ha tutto il diritto di farsi una vita. >> concluse austera la scienziata.
<< Ran sapeva cosa provavo, ma questo non l'ha impedito di fare quello che ha fatto! Non mi ha neanche chiesto un parere, non le importa niente neanche dell'opinione di suo fratello!? >> sbottò lui.
<< Ha quasi trent'anni, deve farsi una vita, non può restare  ancorata ai ricordi, e te ora rappresenti semplicemente un familiare. Probabilmente se non fossi scappato, te lo avrebbe anche presentato. >> finì lei guardandolo con tenerezza.
Nonostante Conan avesse dimostrato più volte di essere particolarmente maturo ogni tanto aveva queste uscite da ragazzino geloso quale era.
Ma forse questa incongruenza  nel carattere del detective era una delle cose che la scienziata amava più di lui.
Senza rendersene conto guardò Conan dolcemente e gli accarezzò il capo con premura.
<< Haibara non sono un gatto... >> ironizzò il detective.
La ragazza sobbalzò e alla vista di quello che stava facendo arrossì.
Improvvisamente provò una certa pena per Conan: in fondo era nella stessa sua situazione: amore non ricambiato.
Guardò in faccia il detective: aveva assunto una strana espressione pensierosa. Lei lo fissò curiosa.
<< Ai? >> Haibara sobbalzò: Conan non l'aveva mai chiamata per nome, solo Ayumi si era concessa tanto.
<< Sì? >> chiese quasi timorosa.
<< E se rendessimo a Ran il favore? >>
La scienziata lo guardò storto per qualche secondo, ma non ebbe il tempo di chiedere spiegazioni che si ritrovò partecipe di un bacio appassionato.
"Cosa diavolo sta facendo Kudo?
Vorrebbe usarmi per far ingelosire Ran, eh!?
Io non sono uno strumento da usare a piacimento!
Deciso, ora mi stacco...
No, non ancora..."
Ma prima che la scienziata ebbe il tempo di fare qualcosa fu Conan ad abbandonare il bacio.
Mise le sue mani sulle spalle della scienziata e la fissò dolcemente: <<
Che stupido... Non avrei dovuto coinvolgerti... Tu non centri niente in questa storia... >> finì incupendosi.
Ai rimase allibita: erano poche le volte in cui aveva visto Conan così amareggiato, e sicuramente aveva bisogno di conforto. Vedere la propria amata allontanarsi sempre di più da lui doveva essere asfissiante...
"Shiho è giunto il momento di rendere il favore a Kudo..."
<< Ok,ti aiuterò. Anche se non credo che Ran s'ingelosirà più di tanto...>>
Gli occhi di Conan s'illuminarono:<<  Grazie Haibara >>
<< Non prendere tutta questa gentilezza come abitudine... >> sentenziò lei << Ah e chiamami Ai >> finì accennando un sorriso.
<< Grazie Ai. >> Si corresse pieno di gratitudine.
La conversazione si concluse con un abbraccio sincero che rassicurò Conan e rese felice Ai.
La scienziata dai capelli ramati non riusciva a credere che Conan l'avesse baciata,  ma non doveva illudersi: lei era solo un mezzo per scatenare la gelosia della sua prediletta.
Peccato che ora non le importasse tanto il motivo percui stava facendo questo; la gioia che provava a vedere Conan felice non gliel' avrebbe tolta nessuno.
Il detective ancora non credeva a quello che era successo. Nonostante avesse ancora quella pressante paura di perdere la sua vera vita e Ran ora guardava il futuro con maggiore ottimismo. Tutto grazie ad Ai.
Guardò la scienziata di fronte a lui: perdere qualcosa... Qualcuno che migliora la situazione... Aveva una strana sensazione di deja vu al riguardo.







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Buondì! (^_^)
Ecco il sesto capitolo di questa storia!
Allora innanzitutto scusate se è un po' corto, ma essendo una parte troppo importante della storia non potevo aggregarla ad altri avvenimenti...
Vediamo un po'che è successo...
Innanzitutto si assiste alla versione dei fatti di Conan.
Poi il nostro tonno si confida con Haibara che, con frasi piene d'amore tipo " non potrai mai avere Ran", lo tranquillizza.
Ma questo deja vu... Cosa starà a significare?
Saluti
Fogli

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