SCELTE DIFFICILI

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Il vestito mi calzava a pennello e la mascherina mi nascondeva la parte del viso maggiormente riconoscibile. Ero pronta per entrare nella grande sala del signor Patterson, alla ricerca del demone cui ero intenta uccidere, Patrick Macnil.
Dentro di me si scontravano due piani contrastanti.
Non sapevo se ucciderlo sul colpo, senza dargli neanche il tempo di respirare, oppure giocarci un po'.
Optai per la seconda, che sicuramente mi avrebbe fatto degustare con più sapore la sua morte.
Varco la soglia dell'adornata porta aperta e scorgo tutti guardarmi estasiati.
Mi accingo a fare un inchino e mi addentro tra la folla.
Il tizio taciturno che hanno deciso di piazzarmi alle calcagna a mia insaputa, è vicino il buffet, intento a guardarmi di sottecchi.
Cerco tra la folla questo fantomatico Macnil e solamente grazie alla mia capacità da mezzosangue quale sono, riesco a comprendere che quel bellissimo ragazzo alto, moro e possente è il demone che dovrò uccidere.
Sarebbe stato interessante conoscerlo per davvero, poiché aveva un fascino unico nel suo genere.
Mio malgrado dovevo sottostare agli ordini del Grande Maestro e porre fine alla vita di quel maledetto ragazzo.
Lui si avvicinò a me, mi scrutò per poi accostarsi lentamente, attendendo una sorta di 'lascia passare' da parte mia. Dal mio canto, lo strinsi a me e cautamente sfoderai il mio stiletto puntandoglielo alla gola.
- Ciao, Patrick. Vieni con me. Giochiamo un po'- dissi sorridendo maliziosamente.
- Certo, my lady.- si scostò leggermente, mostrandomi il suo sorriso gentile che in realtà sapevo celasse un'espressione diabolica.
Venni percorsa da un brivido quando le sue mani calde e dolci presero la mia, che portò alla bocca, dove lasciò un nobile bacio. Le sue labbra erano morbide e delicate.
Le mie precedenti convinzioni, di ucciderlo godendo della sua morte, iniziarono a vacillare.
Piuttosto, credevo che mi sarebbe risultato difficile farlo, di questo passo.
Allora decisa, lo girai verso di me con una semplice mossa, e gli conficcai il pugnale nel collo.
Nello stesso istante sentii una fitta lancinante trapassarmi il petto.
Un liquido caldo iniziò a sgorgare come un fiume in piena dal mio petto e, lentamente, mi accasciai a terra indebolita e dolorante.
Portai le mani al cuore e le guardai, luride del mio sangue.
Alzai lo sguardo e lo vidi sovrastarmi, mentre tutti erano immobilizzati e con il fiato sospeso.
- I tuoi dubbi ti hanno uccisa, Davina.- disse guardandomi con occhi spalancati e un sorriso pazzo.
- Bas-bastardo... - dissi le mie ultime parole con uno sforzo immane. Sentivo le forze abbandonarmi e le palpebre socchiudersi lentamente.
Aveva ragione, ero stata ingenua e così facendo, mi ero predestinata a morte certa.
Stavo per abbandonarmi a quell'amara morte, quando qualcuno mi fece giustizia.
Uno stiletto appuntito trapassò il capo di Patrick e il suo sguardo divenne opaco e senza vita. Cadde a terra con un tonfo, proprio di fianco a me.
Appena dopo, Hugins si calò su di me, abbassandomi definitivamente le palpebre.
Ascoltai il mio ultimo battito.
- Salve, padre.- salutai Satana.
Ero all'inferno.

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