Capitolo 11

536 26 37
                                    

Justin's Point of Views
"Mh,no nonna,non voglio andarci,sto male"mi lamento,portando le coperte pesanti fino al mio viso.Apro leggermente gli occhi,ed essendo girato verso la porta finestra mi accorgo che un altro fulmine fa capolino poco più avanti del verde prato fiorito della signora Wetenlark.
"Beh,non saresti dovuto uscire ieri notte,con tutta quella pioggia"sbotta mia madre,stringendosi nelle spalle.Non abbiamo ancora chiarito.E ieri,quando sono tornato a casa alle 4:00 del mattino,ho dovuto subirmi tutte le sue grida e i suoi rimproveri.

"Scusami se volevo schiarirmi le idee e togliermi dalla mente tutti i problemi"le rispondo con acidità ed anche con un pizzico di sarcasmo.Lei sospira,e poi si avvicina al letto.Mi accarezza le spalle e mi lascia un bacio sulla tempia."Ci vediamo dopo"dice,comunque con tono freddo."A dopo Justin!"urlano quasi contemporaneamente i miei nonni.
Stanno andando al mercato,dicono di dover fare la spesa.Come sempre compreranno cibo per un esercito.

"A dopo"sussurro,rotolando a pancia in sù, fissando la parete.Sento la porta sbattere,segno che se ne sono andati.
Ho ancora la febbre,mi è risalita stamattina,alle 7:00 -3 ore fa-.Me lo ricordo benissimo,perché a quell'ora,ho di nuovo vomitato.
Purtroppo però,non c'era Greta ad accarezzarmi i capelli.

How,ma che dico?Quando ho la febbre dico proprio delle cazzate gigantesche.Sento suonare il campanello.Diamine,che cosa si sono scordati?Sbuffo,alzandomi lentamente dal letto.Sono in boxer,e sto completamente congelando.
"Non devi coprirti,o la febbre salirà ancora di più"ha detto mia madre.
Cammino giù per le scale,mormorando qualcosa.No,non so neanche io cosa.

Apro la porta,stropicciandomi subito gli occhi a causa dell'aria fresca mattutina."Cos'avete dimenticato,mamma?"chiedo,ancora con le mani negli occhi"Oddio,Justin!"sento urlare.Beh questa non è sicuramente la voce di mia madre.Ed ovviamente nemmeno quella dei miei nonni.Tolgo le mani confuso,e subito,guardandomi avanti,vedo Greta,con la mia felpa davanti agli occhi-comunque perfettamente piegata- e con il mio jeans sopra il suo braccio.

Sgrano gli occhi."Non muoverti,vado a vestirmi"le urlo,cercando di provare almeno a correre su per le scale,ma con scarsi risultati.È come se la stanza girasse come una ruota al luna park.Arrivo in camera mia,e prendo velocemente un pantalone grigio,di cotone,che d'inverno uso come pigiama.Lo entro frettolosamente,cominciando già a camminare-anzi,a saltellare-verso le scale.Una volta sistemato il pantalone scendo le scale,aggrappandomi alla ringhiera.

Ho lasciato la porta d'ingresso aperta,e Greta è ancora davanti ad essa,con i miei vestiti-che fino a ieri erano zuppi-in mano.
"Buongiorno eh"ridacchio,mentre lei assottiglia gli occhi facendomi una smorfia."Un buongiorno un po' troppo alternativo,non credi Bieber?"ridacchia.Faccio spallucce,ridendo."Mi hai già visto in boxer.Se vuoi possiamo fare un passo avanti,tolgo anche quelli"le faccio un occhiolino,mentre lei alza gli occhi.

"Uhm,aspetta...Ma cosa ci fai qua?Non dovresti essere a scuola?E i tuoi genitori?Dove sono?"chiedo confuso.
"Sono venuta a riportarti questi..."sventola i vestiti davanti ai miei occhi,per poi porgermeli."...E a vedere come stavi.Non sono a scuola perché non ho sentito la sveglia,ed era già troppo tardi quando mi sono svegliata.E i miei genitori...Sono partiti per New York,stamattina"ridacchia,stringendosi nelle spalle.

"A New York?"le chiedo.Lei annuisce."Mia madre doveva aiutare una sua cliente a testimoniare contro l'accusato"ridacchia."Ed i tuoi fratelli?"sorrido,appoggiandomi all'uscita della porta.Un lampo illumina il cielo grigio,e poco dopo si sente il rumore del tuono.La pioggia comincia a cadere violentemente,provocando rumori sordi.Non perdo tempo nell'afferrare il braccio di Greta e nel trasportarla dentro casa mia,chiudendo la porta.

||We're beautiful disaster||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora