3. Tra Sogno e Realtà

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Come ho già detto, non avevo particolari fantasie su Matteo, almeno così é stato per molto tempo,fino a quando in un giorno come tanti i nostri corpi si sono sfiorati e i nostri occhi ,si sono guardati in modo diverso; come se in un attimo tra noi si fosse creata un'alchimia speciale.
Quella mattina stavo cercando di prendere una scatola di cereali da uno scaffale un po'troppo alto per me e lui,venne subito in mio soccorso.
Sentii il suo corpo appoggiarsi al mio,mentre mi diceva :
- Aspetta,ti aiuto io -
La sua voce come un soffio caldo ,mi accarezzo'il viso,le sue mani sulle mie
mi lasciarono addosso una sensazione bellissima,in quello stesso momento incominciai a desiderarlo.
Abbassai lo sguardo,mentre lui indugiava nel lasciarmi la mano
- grazie ...- gli dissi e mi diressi verso la cassa.
Pagai e uscii dal supermercato, raggiunsi la mia auto e una volta entrata, rimasi lì immobile,con lo sguardo fisso nel vuoto.
Sentii bussare sul finestrino,ebbi un sussulto e vidi Matteo lì in piedi accanto alla mia macchina.
Abbassai il finestrino.
- Hai dimenticato di prendere questo -
mi disse porgendomi quello che sembrava uno scontrino.
Vidi il suo sguardo cadere sulle mie cosce leggermente scoperte,d'istinto chiusi le gambe arrossendo.
- A domani - mi disse.
Risposi con un ciao e feci per mettere via lo scontrino,quando mi accorsi di una scritta in pennarello :
- Ti aspetto domani alle 9.00 -
Mi aveva dato un appuntamento,ma che bisogno c'era visto che io passavo di lì praticamente ogni giorno?
Incominciai a farmi mille domande sul perché di quel biglietto,voleva parlare con me o cos'altro?
Devo dire sinceramente,che desiderai davvero che volesse qualcos'altro da me,ma non dovevo confondere le fantasie con la realta',varcare quella linea sarebbe stato estremamente pericoloso, una strada senza più ritorno.
Pensai per tutto il giorno cosa fosse più opportuno fare,presentarmi lì a quella precisa ora,avrebbe potuto significare qualcosa che non ero sicura di volere veramente,ma sapevo di mentire a me stessa,la mia era solo paura di mettermi in gioco.
Pensandoci meglio però, ridimensionai il tutto; cosa mai sarebbe potuto accadere in pieno giorno,per di più durante il suo orario di lavoro se non quello di invitarmi a prendere un caffè?
E così l'indomani mattina mi preparai tranquillamente,rassicurata da quel pensiero.Indossai una gonnellina e una maglietta aderente,la palestra aveva avuto i suoi effetti positivi ed io ripresi ad osare con un abbigliamento molto più femminile.
Arrivai con un po'd'anticipo per fare la mia solita spesa mattutina,lo vidi mi sorrise e mi venne incontro.
- Ciao,tra dieci minuti ho la mia pausa caffè, ti aspetto al bar .Fai pure con comodo-mi disse tutto di un fiato.
- Va bene -
Mi aveva invitato per un innocente caffè, mi sentii sollevata.
Fatta la spesa,pagai alla cassa e lo raggiunsi al bar del centro commerciale .
Lo vidi seduto ad un tavolino appartato,come mi vide entrare si alzò in piedi per farsi vedere,il bar era colmo di gente a quell'ora,soprattutto vicino al bancone .
Appoggiai la busta della spesa e mi sedetti di fronte a lui,che continuava a fissarmi e a sorridermi.
- Sono contento che hai accettato il mio invito - mi disse.
Io sorrisi imbarazzata ma non risposi,nel frattempo un cameriere si avvicinò al tavolo per prendere l'ordinazione.
Lui prese un caffè macchiato,io un succo di frutta.
- Stai veramente bene oggi...-
- Grazie- gli risposi  lusingata per quel complimento,non ero solita riceverne.
Il cameriere tornò con le nostre ordinazioni.
Lui bevve subito il suo caffè,mentre io sorseggiai appena il mio succo .
Fui catturata dal suo sguardo,i suoi occhi mi tenevano incollata a lui come una calamita,a
quel punto sentii la sua mano poggiarsi sul ginocchio e scivolare all'interno della coscia,fu un attimo.
Sentii la sua mano farsi strada scostandomi le mutandine,mi accarezzo' con le dita ,poi le sentii scivolare dentro.
Trattenni il respiro colta di sorpresa, mi sentii avvampare il viso,lui uscì quasi subito da me e con la stessa naturalezza si portò la mano alla bocca,e l'assaporo' piano piano.
Io rimasi lì impietrita davanti a quel gesto così forte e audace,stupita da tanta sfacciataggine.
-- Lo sapevo...sai di buono - mi disse sussurrando.
Non sopportai più l'imbarazzo,raccolsi la busta della spesa e me ne andai a testa bassa,senza dire niente,lo sentii pronunciare il mio nome ma non mi voltai,scappai da lì vergognandomi come una ladra.

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