Capitolo 21

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Capitolo 21
Quando la mattina dopo la giovane ragazza si sveglió si trovava nel suo comodo letto a casa viscardi.
Ricordava ben poco degli avvenimenti accaduti il giorno prima, ma quelle piccole e confuse cose che riusciva a ricordare le facevano venire un brivido lungo la schiena.
A fatica si alzò dal letto con le gambe doloranti, e andò in bagno a farsi una doccia fredda, per sciogliere i nervi.

Ore 11:30

Sofia era sul suo divano, sotto ad una coperta a guardare stupidi programmi su real time per passare il tempo. Dopo essersi fatta la doccia aveva parlato con la madre.
Le aveva spiegato nel modo più decente che riusciva cosa era successo.
Ma quando parlava nella sua testa aveva solo un immagine fissa: il corpo di Lorenzo accasciato a suoi piedi.
Si sentiva uno schifo, aveva quasi ammazzato una persona. È vero che quella persona era un verme maniaco, che l'aveva sequestrata e chissà cosa le avrebbe fatto in futuro. Ma era pur sempre una persona, con un cuore e una vita da affrontare.
Fortunatamente Lorenzo stava bene, o almeno così le aveva spiegato la madre. Adesso era in ospedale, dove i dottori gli aveva diagnosticato un piccolo trauma cranico.
Grazie a Dio, nulla di grave. Adesso si sarebbe fermato un po di tempo in ospedale per dei controlli, e quando si sarebbe rimesso, il giudice avrebbe deciso cosa fare con lui.
Ah, se solo non fosse intervenuto Michele chissà Sofia che fine avrebbe fatto.
Michele.
Solo adesso la bionda si rese conto di non aver avuto notizie di lui.
Così si alzò e corse in cucina, dove la madre stava preparando una deliziosa carbonara.
-mamma, michele, come sta? Dov'é adesso?- disse con una voce preoccupata.
La madre per evitare di bruciare il pranzo non si girò, ma parló comunque con tono dolce.
-oh michele, quel ragazzo deve essere benedetto per quello che ha fatto-
Sofia annuì.
-comunque sta bene, adesso è a casa sua che si riposa, vallo a trovare oggi pomeriggio, magari compragli dei fiori- disse la madre facendo spallucce.
-fiori?- disse la ragazza poco convinta.
-dopo quello che ha fatto per te, è il minimo-
Esatto, questo era il problema, dei fiori erano il minimo, e a lui voleva dare il massimo.
Gli avrebbe anche regalato la luna se solo potesse, ma non c'era bisogno perché in quegli occhi azzurri brillavano le due stelle più belle.

Ore 4:30

Era la prima volta di Sofia in taxi. L'ha sempre trovato un mezzo di trasporto da snob, per persone che non possono salire sugli autobus per paura di essere contagiati dal 'virus delle persone comuni e non piene di soldi'.
Ma considerando gli eventi accaduti il giorno prima, era meglio viaggiare in tranquillità che sommersi da gente.
Ormai era su tutti i giornali: 'ragazzina indifesa tira bottiglia di vetro addosso ad un maniaco, miracoloso l'intervento del proprio angelo custode'.
Bhe dai, almeno era un titolo carino.
Dopo essere arrivata davanti alla Bravi's home, pagó il tassista e scese dalla vettura.
Suonó il campanello e la solita voce dolce e gentile di Giulio risuonava nelle proprie orecchie.
Nel giro di un batter d'occhio era già seduta nel letto di michele, lo aveva abbracciato, baciato, ringraziato e baciato di nuovo.
Sofia teneva nascosta una mano dietro alla schiena.
-cos'hai lì dietro?- chiese curioso Michele, cercando di sbirciare, ma la ragazza fu troppo veloce a nascondere la mano che non riuscì a vedere nulla.
-mia mamma mi ha detto di comprarti dei fiori, ma mi sembrava troppo poco per quello che hai fatto per me. Quindi prima di venire da te sono andata in un posto e ho preso un cosa- disse Sofia rimanendo vaga.
-non dirmi che sei andata in un sexy shop-
-CRETINO!- urlò Sofia ridendo, tirandogli un cuscino addosso con la mano libera.
Michele rise, schivando il cuscino che andò a finire contro al muro.
-facciamo una cosa, io adesso poggio questa cosa sulla scrivania, poi appena me ne sono andata, tu guardi cos'è-
Michele sbuffando annuì.
Allora Sofia si alzò, posó la sorpresa sulla scrivania, poi diede un bacio sulla guancia a michele e se ne tornó a casa propria.
Michele si alzò dal letto, e si sedette sulla sedia della scrivania.
Vise che la ragazza aveva posato su di essa una busta.
La aprì con delicatezza, per non romperla e dentro ci trovó un foglio azzurro.

Non basterebbero mille lettere per esprimerti tutta la mia gratitudine per quello che hai fatto ieri.
Questo mondo è così pazzo, questa gente è così pazza ma noi resteremo in bilico insieme, e se mai dovessimo cadere, lo faremo l'uno con l'altro.
Ti amo piccolo stitch.
Ps. Guarda dietro.

Michele con le lacrime agli occhi giró il foglio.
Sul retro c'era una scritta nera: i can see the stars from America
Sotto la scritta c'erano due biglietti aerei per New York attaccati al foglio con dello scotch.
Era giunto il momento di scappare insieme.







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I just wanna see the stars with you || sofiele SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora