Sul bordo

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Ora vivo nel ricordo di quel giorno, seduto su questo bordo del per sempre. Tremo, come quando ero troppo felice; sudo freddo, piango. Questo non sono io; il vero me è stato rapito da due occhi meravigliosi, oppure vi è rimasto semplicemente intrappolato. Ecco perché è sparito: è stato imprigionato. Devo correre a liberarlo prima che sia troppo tardi, prima che io mi allontani dalla realtà e che dimentichi gli altri; per non vivere distaccato da tutto e da tutti e arrivare al non sentire più il rumore della vita, della città che scorre.
Non mi piace vivere a rallentatore, voglio vivere veloce, talmente tanto da non sapere la direzione, lasciarmi trasportare dalla corrente finché non perdo completamente la cognizione del tempo e del luogo dove mi trovo, cosí per un pò non sentirò l'insistente dolore e coprirò questa tristezza con un falso alone di gioia. Questo pensiero mi accarezza, vivendo la vita al limite per non sentire le mie debolezze. Mi sentirei libero senza le catene nel cuore che non posso rompere schiantandomi a mille all'ora sul muro. Devo trovare la chiave dentro di me, ma il viaggio mi spaventa. Non si sa mai cosa si può scoprire quando si scava nei meandri di noi stessi: si riportano alla luce scheletri che era meglio non vedere, si può sciogliere un nodo che era meglio tenere legato.

Fragili Come NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora