CAPITOLO 25

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KIRA

Mi sveglio sentendo la testa girare.
Apro gli occhi di scatto, irrigidendomi.

Questo odore.
Aria di oceano e vestiti appena lavati.
Le superfici sono bianche e c'é un obló.
Non é la mia testa che gira ma la barca che si muove.

Intravvedo il cucciolo poco distante.
Dietro ho qualcosa che mi blocca.
Mi muovo cercando di cosa si tratta.

- se non la pianti, non ho problemi di trascinarti in bagno all'istante- sussurra una voce al mio orecchio.
Mi blocco.
Carter.
É dietro di me e mi stringe i fianchi, seguendo perfettamente il mio profilo e poggiando la testa poco dietro la mia.
Cerco di muovermi più in avanti per non avercelo spiacicato dietro ma finisco solo per peggiorare la situazione.

Possibile che anche in questo momento la mia lupa deve pensare a cose così sconce?
Lo sento inspiare il mio odore e questo mi provoca ancora di più.

- levati!- dissi cercando di rigirarmi ma vengo bloccata da lui che mi stringe ancora di più.
- hey, giù le mani da mio figlio!- sibilla il padre, entrando.
- caso mai é lui che deve tenere giù le sue luride mani!- risposi.
Carter ridacchia e piano le abassa all'altezza della vita.
- così?- chiese piano e seducente al mio orecchio.
Intanto la mia lupa fa le fusa, confondendomi ancora di più.
Dopo tutto ci é mancato, ad entrambe.
Piano alzo la testa e la abasso di scatto, tirandogli una testata.

Affondo il viso nel cuscino per cercare di alleviare il dolore mentre lui si allontana.

- come osi, sporca traditrice?!- sibilla suo padre.
Sento il piccolo muoversi e si alza, guardandoci.
- l'hai svegliato!- disse il padre- non sai fare altro che danni!-.
Si gira ed esce.

Ma che problemi ha?!
- una camomilla ogni tanto fa bene- gli urlo dietro.
Alzo gli occhi al cielo e mi risdraio.
- mamma, ho fame- disse il piccolo accocolandosi accanto a me.
- non sono la tua mamma- risposi.
- ma papà dice di si- rispose inclinando la testa.
Guardo Carter che ci sta osservando.
- sei una luna, la mia e per tradizione dovresti prenderti cura del mio cucciolo- disse.
- tecnicamente stavo per uccidervi e ho tentato il suicidio, quindi per tradizione merito l'esiglio per tutta la vita!- risposi- riportatemi a casa-.
- spiacente ma non sei tu a darmi ordini- disse.
Alzo gli occhi al cielo.

Sento il piccolo avvicinarsi e sedersi vicino a me, abracciandomi.
"ma che amore!" Disse la mia lupa.

- scusa se mi sono svegliato- disse il piccolo.
Inarco le sopraciglia e lo guardo sorpresa.

Non é colpa sua se si é svegliato ma di suo nonno che urla.
Guardo Carter che sorride.
- difficile essere arrabbiati con un bambino così, no?- chiese.
- voglio un abraccio- disse il cucciolo alzandosi e sendendosi in braccio a me.
- non fare il coccolone, Alex- disse Carter.
Si avvicina anche lui e mi abraccia, costringendomi a stendermi.
Ringhio, facendo tremare il piccolo sulle mie gambe.

Si allontana gattonando dietro a Carter e mi guarda spaventato.
Carter mi lascia e lo prende in braccio.
- sei contenta adesso?- chiese gelido.
- papà, non sgridare la mamma- disse Alex.

Carter guarda lui poi me.
Sbuffa e si poggia allo schienale del letto.
- ho fame- dissi alzandomi a sedere.
- ecco, per punizione non potrai mangiare- disse Carter alzandosi.
- i vestiti di ricambio sono li, appena finisci esci,  ti aspettiamo fuori- disse.
Guardo i vestiti sulla sedia mentre lui se ne va col piccolo in braccio.
In questi tre giorni ho mangiato solo un misero panino e sento i crampi allo stomaco, quindi se non mi fanno mangiare qualcosa subito, li sbrano.

Mi cambio e piano esco.
Sento la risata sia di Carter che del piccolo.
Sono simili e mi sento sciogliere a quel suono.

Piano esco e inspiro l'aria di mare.
Siamo in mezzo al nulla e stiamo viaggiando velocemente.
- finalmente- disse Carter alzandosi.
Indica la tavola con tazze di thé e altre cose.
- arriviamo entro sera, ti conviene mangiare- disse versandomi il thé.
Ci sono solo tre tazze.
Alex si siede su una e Carter accanto a lui.
Mi siedo di fronte a Carter.
- quando c'é da mangiare sei la prima- sibilla il padre di Carter.
- sono tre giorni che non tocco niente, se permetti sto morendo di fame!- dissi fulminandolo con lo sguardo.

- una bella dieta non ti farebbe male- disse lui.
Prendo un chicco d'uva e glie la tiro.
Lui mi guarda con lo sguardo omicida.
- a te serve un tranquillante molto potente- dissi con un sorriso- neanche quello per elefanti ti farebbe  calmare-.
- senti ragazzina, tu devi portare rispetto- sibilla.
- altrimenti che fai, mi riporti a casa?- chiesi.
- no, ti rinchiudo in prigione, pane e acqua, fino a quando non impari- ringhia.
Mi poggio allo schienale con aria annoiata.
- mi avete portata fin qui solo per rinchiudermi in prigione?- chiesi inarcando le sopraciglia.

- che cos'é?- chiese Alex mordendo un biscotto.
- é un posto dove portano le persone cattive per punirle- rispose Carter intingendo una fetta di pane nel caffé latte.
- le portano lì in attesa di ucciderli- aggiunsi guardando Carter- racconta almeno la verità-.
Sia Carter che il padre mi inceneriscono con lo sguardo.

Sorrido e prendo una fetta di pane.
Protendo la mano per prendere il prosciutto ma ovviamente il padre deve sempre rovinarmi tutto, prendendo il vassoio.

- bene, fine della colazione- disse portandolo via.
- ma non ho nemmeno cominciato- dissi.
- dovevi sbrigarti- rispose Carter gelido.
- siamo già in prigione?- chiesi.
- si- rispose il padre prendendomi per un braccio e trascinandomi in camera.

- sto morendo di fame!- dissi.
- non é un mio problema, dovevi sbrigarti- rispose.
- eddai!- dissi alzando gli occhi al cielo- neanche un po?-.
- no, sei in prigione- ringhia.
- guarda che scherzavo!- dissi.
- bhe, io no!- sibilla- per Alex é una cosa traumatica!-.
- posso avere almeno da mangiare?- chiesi mentre mi spinge in una stanza piccola, poco illuminata e buia.
- no!- rispose secco prima di chiudere di scatto la porta.
Sbuffo.

Guardo il letto a castello che in pratica occupano tutta la stanza.
Sbuffo e piano mi siedo.
Mi hanno portata qui per chiudermi in prigione.
Ottimo!

Visto che non ho molta scelta mi sdraio, in attesa.

Ragazzi, ho bisogno di sapere cosa ne pensate.
Voglio almeno 20 commenti da persone diverse per il prossimo capitolo, grazie.

Anna.



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